lunedì 18 luglio 2016

ANDREA TARQUINI “DISCO ROTTO” È IL NUOVO ALBUM CON DISTRIBUZIONE FISICA SELF E DIGITALE MADE IN ETALY

 
 
Un viaggio fra i temi della vita quotidiana che accompagnano l’Italia odierna raccontato attraverso un sound eclettico.
 
 
 
 
 
Tre anni dopo “REDS! Canzoni di Stefano Rosso” (2013 – Self Distribuzione / Believe Digital), Andrea Tarquini realizza il suo primo disco d’inediti dal titolo “DISCO ROTTO” in uscita il 15 luglio disco fisico e digitale.
Prodotto da Anchise Bolchi (produttore, multi strumentista, ex violinista di Ligabue) il disco vede la presenza dei musicisti che abitualmente suonano con Andrea Tarquini (Rino Garzia al basso elettrico e al Contrabbasso, Paolo Monesi al mandolino) e qualche piccolo “cameo” di prestigio; Gianluca Tagliavini al pianoforte e all’organo Hammond, Francesco Bellani al piano Wurlitzer, Jacopo Tini alla batteria, Marco Remondini al violoncello ed Emi Vernizzi al sax.
 
 
Undici canzoni che raccontano storie di una generazione di quarantenni. I temi della nostalgia, del lavoro che manca, del fare musica e non avere certezze, ma anche temi sull’immaturità affettiva di chi ha l’età ma non la maturità per fare figli e mettere su famiglia, come ne La Figlia del Re. Sono i temi della vita quotidiana nell’Italia di oggi. È un disco più elettrico del precedente ma nel suo attraversare diversi generi senza perdere omogeneità stilistica, è chiaro che la passione per la musica acustica di matrice americana ed il folk rimangono evidenti.
Una particolare menzione è dedicata al brano “Il destino è un pianoforte” che vede la collaborazione autoriale di Francesco Bianconi (Baustelle) e Pippo Rinaldi Kaballà.
La produzione dell’album è stata finanziata privatamente e in gran parte grazie ad una campagna Musicraiser di grande successo che ha raggiunto e superato i 4000 euro di obiettivo prima della scadenza della stessa.
DISCO ROTTO contiene diverse “hit”, a partire dal primo singolo estratto “Fiore Rosso”, la canzone che Andrea Tarquini ha scritto per Beppino Englaro e per la battaglia di libertà e civiltà che il padre di Eluana ha combattuto.
 
TRACK BY TRACK
 
  1. Bionda. “Una soft ballad. Una storia di anni che si rincorrono. Passano gli anni e ci si chiede se quella ragazza è ancora la stessa che si conosceva.”
  2. L’Amore Pop. “Una canzone Pop nel significato immaginato da Andy Warhol. Un elenco di cose tipiche del costume nazionale, più o meno becere, ma non giudicate… solo stigmatizzate, elencate. Tutto questo non poteva non concludersi con un maestoso assolo di sax”.
  3. Fiore Rosso. “La canzone simbolo, quella più politica del disco. Dedicata a Beppino Englaro, padre di Eluana. Nella canzone, una folk ballad in 3/4, si fa un parallelo (non un paragone) tra la durezza insita nella necessità di condurre una battaglia (privata e pubblica) di libertà e la lotta di liberazione dal nazi-fascismo”.
  4. Monete. “Un funky-raggae, è il primo brano che parla di crisi e disoccupazione. Nella canzone si immagina un personaggio che cerca dei soldi nelle tasche perché deve andare a cena con una donna…che forse ha gli stessi problemi di lui”.
  5. La Figlia del Re. “Una canzone sull’immaturità sentimentale. E’ una storia diffusa in Italia; persone che hanno l’età ma non la maturità per essere mogli, madri, mariti e padri. La Figlia del Re è una specie di principessa sul pisello, una che vuole tutto ma che nei rapporti combina dei casini al punto da non ottenere mai niente. E così fa dei figli ma sceglie uomini non adatti a lei e i suoi matrimoni si sfasciano”.
  6. A Dicembre. “Non è necessariamente una canzone autobiografica… è la storia del cantante o del musicista che fatica a campare e però non molla il suo sogno, anche se a volte canta male o non ha più voglia di cantare senza un briciolo di certezze. Il tutto viene riassunto da questa immagine triste e narcisistica dell’uomo vestito di lino a dicembre”.
  7. Gira la Testa. “Una lieve canzone chitarra e voce come fanno i veri cantautori. Il giorno dopo gli attentati di Parigi e la strage al Bataclan, ho portato mio figlio di tre anni a portare fiori al Consolato Francese a Milano. Questa è la canzone di quel giorno in cui tutti vorremmo che i bambini potessero guardare da un’altra parte”
  8. Paure. “Scritta a quattro mani insieme ad Anchise Bolchi, la canzone è ispirata da una poesia di Raymond Carver, si tratta di un elenco delle paure di oggi dell’uomo contemporaneo. Un R&B tirato e avvincente”.
  9. Traghetto d’Estate. “Una canzone da boy-scout sulla felicità che è fatta di momenti come quando si canta con gli amici sul ponte di un traghetto”.
  10. Il Destino è un Pianoforte. “A occhio e croce si tratta di una storia d’amore. Scritta con Francesco Bianconi (Baustelle) e Pippo Rinaldi Kaballà, la canzone racconta la storia di un uomo e una donna che si desiderano e si piacciono da molti anni e vivono questo desiderio di vicinanza come un qualcosa che non hanno fatto e che avrebbe reso la loro vita migliore”.
  11. Il Libro degli Errori. Quasi una filastrocca per bambini, che omaggia e riporta alla memoria quel magico libro di Gianni Rodari, illustrato da Bruno Munari, con il quale tanti di noi sono cresciuti. Una canzoncina sull’importanza di commettere errori”.
 
BIO
Quarantenne, romano, Andrea Tarquini chitarrista acustico e cantante, esordisce intorno ai vent’anni sui palchi di mezza Italia (incluso il celebre e prestigioso Folkstudio di Roma) grazie alla collaborazione con il suo maestro e amico, Stefano Rosso che lo avvia allo studio della chitarra Fingerpicking.
Sono i cosiddetti anni formativi, nei quali pian piano Tarquini impara il mestiere. Poco più tardi, ormai trentenne, quando la collaborazione con Rosso si esaurisce, Tarquini focalizza la sua attenzione verso i generi musicali più acustici; dal cantautorato alla musica tradizionale USA, fino allo swing manouche, e alle tecniche del flatpicking e del fingerpicking.
Sono anni nei quali Andrea Tarquini frequenta la scena musicale acustica e bluegrass romana. E’ proprio grazie al gruppo di “bluegrassari” romani che inizia una collaborazione con Luigi “Grechi” De Gregori, fratello maggiore del più celebre Francesco ed autore della famosissima “Il Bandito e il Campione”. Un rapporto artistico e di amicizia che dura ancora oggi.
Nei primi anni del nuovo secolo Andrea Tarquini si trova a suonare con diverse band di musica acustica di tipo nordamericano e nel 2008 si trasferisce a Milano dove forma una band di jazz acustico con chitarra, violino, mandolino e contrabbasso, sempre a Milano, sotto la guida del maestro Dino Brentali, inizia lo studio dello Speech Level Singing, metodo di canto naturale inventato da Seth Riggs e poi adottato da grandi star della musica come M. Jackson e S. Wonder.
Dal 2009 inizia una intensa attività didattica legata alla chitarra acustica e formando un nutrito gruppo di allievi.
Nel 2012 grazie all’amicizia e a lunghi scambi di idee con Luigi “Grechi” De Gregori e con Paolo Giovenchi (chitarrista di Francesco De Gregori e produttore), inizia a prendere forma il progetto di realizzare un disco che rendesse omaggio a Stefano Rosso con brani cantati e suonati da Andrea Tarquini. Il disco viene realizzato principalmente a Roma tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 e vede la partecipazione di numerosi musicisti di grande talento e fama trai quali Beppe Gambetta, bandiera italiana della chitarra acustica nel mondo, Luca Velotti clarinettista di Paolo Conte, Carlo Aonzo mandolinista, Daniele Gregolin, Anchise Bolchi, per anni violinista di Ligabue, lo stesso Luigi “Grechi” De Gregori che canta nel brano d’apertura del disco, e infine la produzione “firmata” da Paolo Giovenchi, ma i credits sarebbero troppi da elencare.
REDS! Canzoni di Stefano Rosso, vede la luce l’11 giugno 2013  (Self / Believe Digital) e si classificherà terzo finalista alle Targhe Tenco 2013 nella categoria Interpreti.
Dopo due anni e mezzo di scrittura “e riscrittura" è finalmente pronto un pugno di canzoni scritte da Andrea Tarquini. La presenza di “Disco Rotto” negli stores è prevista da venerdì 15 luglio 2016.
 
 
 
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