Dichiarazione del consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Erio Congedo
La prossima settimana i vivaisti salentini riceveranno i macchinari acquistati per il trattamento a caldo della barbatelle, la cui commercializzazione è bloccata perché pianta considerata a rischio contagio Xylella. Nonostante ci siano studi che dimostrino che non è così, l'Unione Europea ha mantenuto l'embargo salvo prevedere, appunto, un apposito trattamento termoterapico sulle piante.
I viti-vivaisti pugliesi pur danneggiati dal fermo che dura ormai da molti mesi, hanno deciso di attenersi alle richieste dell'Unione Europea e hanno sborsato di tasca loro le somme necessarie per l'acquisto – parliamo di 150/180 mila euro –, pur di non perdere altre quote di mercato a vantaggio di operatori del settore, in modo particolare, veneti.
Ma ora oltre il danno si profila una vera e propria beffa! Dopo il trattamento per commercializzare le barbatelle servirà la certificazione dell'avvenuto "lavaggio a caldo". Insomma, un certificatore riconosciuto dall'Unione Europea e quindi anche dalla Regione Puglia che, invece, non si è posta il problema e quindi rischia di trovarsi ad affrontare anche un stagione di contenziosi da parte dei vivaisti per l'ulteriore tempo perso in un momento in cui sono andati in fumo sostanziose fette di mercato.
Bari, 16 gennaio 2016
La prossima settimana i vivaisti salentini riceveranno i macchinari acquistati per il trattamento a caldo della barbatelle, la cui commercializzazione è bloccata perché pianta considerata a rischio contagio Xylella. Nonostante ci siano studi che dimostrino che non è così, l'Unione Europea ha mantenuto l'embargo salvo prevedere, appunto, un apposito trattamento termoterapico sulle piante.
I viti-vivaisti pugliesi pur danneggiati dal fermo che dura ormai da molti mesi, hanno deciso di attenersi alle richieste dell'Unione Europea e hanno sborsato di tasca loro le somme necessarie per l'acquisto – parliamo di 150/180 mila euro –, pur di non perdere altre quote di mercato a vantaggio di operatori del settore, in modo particolare, veneti.
Ma ora oltre il danno si profila una vera e propria beffa! Dopo il trattamento per commercializzare le barbatelle servirà la certificazione dell'avvenuto "lavaggio a caldo". Insomma, un certificatore riconosciuto dall'Unione Europea e quindi anche dalla Regione Puglia che, invece, non si è posta il problema e quindi rischia di trovarsi ad affrontare anche un stagione di contenziosi da parte dei vivaisti per l'ulteriore tempo perso in un momento in cui sono andati in fumo sostanziose fette di mercato.
Bari, 16 gennaio 2016
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