Roma, 1 ottobre 2015
- “A seguito di fonti governative, dico subito bentornato ponte" -
dichiara il Prof. Cosimo Inferrera dell’Università di Messina, membro
del Comitato Ponte Subito, dell'Istituto di Alti studi in Geopolitica
IsAG e dell’Osservatorio Nazionale sullo Sviluppo e la Promozione del
Mezzogiorno SVIPROM, da anni impegnato nella promozione del Ponte sullo
Stretto come catalizzatore dello sviluppo dell’intero Paese - ma che sia
Ponte vero, visibile di giorno come di notte, insomma quello di cui
esiste già il progetto definitivo. che è un valore di proprietà dello
Stato Italiano.
“Davvero inutile la bagarre politica su questo tema -
prosegue il Prof. Inferrera - il Ponte è una struttura necessaria. In
realtà ho sentito parlare di un 'ponte ferroviario', aggettivazione
puntigliosa da capire. Questa connotazione lo fa Intuitivamente adibire
solo al trasporto merci, gommato e soprattutto passeggeri esclusi, i
quali continuerebbero a passare da una costa all'altra su nave. Potrebbe
trattarsi, dunque, di qualcosa di nuovo che passa a 80 metri
sott'acqua, una tipologia di ponte sommerso ormai largamente adottata
fra molte isole - anche piccole - nei mari del Nord Europa ...”
“Di certo meglio che niente per il nostro Sud, deserto di
infrastrutture! Però a cosa servirebbe una soluzione che taglia fuori
mezza Sicilia e mezza Calabria, ovvero l'Area dello Stretto,
sottraendole milioni di turisti che verrebbero richiamati dall'opera del
secolo - il ponte sospeso a campata unica più lunga al mondo - e
privandola della logistica interna che farebbe viva e vitale la Città
Metropolitana dello Stretto”.
“Ricordo, infine, alla politica che ogni soluzione
tecnica nel campo delle Mega-Infrastrutture va sempre inquadrata in un
contesto più ampio ed integrata con ciò che vi è di esistente. A questo
proposito ricordo che il Ponte sullo Stretto, collegato dai porti di
Augusta e Gioia Tauro alle reti TEN-T, determinerebbe di fatto una forte
riduzione dell’inquinamento nel Mediterraneo, in quanto le navi
portacontainer in uscita dal canale di Suez non dovrebbero arrivare fino
allo Stretto di Gibiliterra, per poi proseguire verso i porti del Nord
Europa. Chiedo ai supremi poteri decisori: se il Canale di Suez è stato
fatto dai lungimiranti sudditi della Regina Vittoria per non dover
circumnavigare l'Africa, perché non può essere fatto il Ponte sullo
Stretto per non dover circumnavigare l'Europa ?" ”
“La stessa Unione Europea ha calcolato che una
ripartizione dei flussi mercantili mediterranei, derivante dalla
ottimizzazione del trasporto merci in base alla distanza da percorrere
fino a destinazione, ridurrebbe del 50% l’inquinamento da ossido di
carbonio, principale responsabile dell’effetto serra". Inferrera ha
sottolineato che il Mediterraneo, la cui superficie acquea è pari all’1%
dei mari del globo, subisce un traffico navale pari al 33% del totale,
ad alto rischio inquinamento da macchie oleose, visibile da satelliti.
(CUT/STRTWR)