martedì 16 giugno 2015

Napoli 29-30 giugno 2015 - Convegno internazionale "RESILIENZA: EVOLUZIONE DI UN CONCETTO E PROSPETTIVE DI RICERCA"

Convegno internazionale "RESILIENZA: EVOLUZIONE DI UN CONCETTO E
PROSPETTIVE DI RICERCA. Metodologie di analisi, strumenti di
prevenzione e politiche pubbliche per affrontare e rispondere con
efficacia a sollecitazioni dinamiche esterne ed avverse".
Napoli, 29 e 30 giugno 2015.

Lunedì 29 e martedì 30 giugno 2015, presso il Dipartimento di Scienze
politiche dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, si
svolgerà un convegno internazionale sulla resilienza. Il convegno
intende approfondire le diverse accezioni ed applicazioni del
concetto, cercando al tempo stesso di individuare le tecniche e le
metodologie di analisi più appropriate alla misurazione del fenomeno e
all'identificazione delle sue determinanti, dei possibili strumenti di
prevenzione e delle politiche pubbliche atte a rafforzare elasticità e
capacità di adattamento degli individui e delle relazioni sociali fra
gli stessi, oltreché dei sistemi urbani, territoriali ed ambientali,
alle avversità generate dalla natura (eventi catastrofici causati dai
cambiamenti climatici, terremoti, ecc.) e dal contesto economico
(crisi economiche o finanziarie, periodi di recessione, ecc.) e
sociale (massiccia affluenza di immigrati, trasformazioni urbane e
sociali determinate da fenomeni di contrazione demografica ed
abitativa, ecc.).

Oggi più che mai si impone la necessità di approfondire il significato
di un termine e, al tempo stesso, di un concetto, quello di
"resilienza", che è diventato gradualmente il "concetto-chiave di
un'epoca" per il suo valore simbolico ed evocativo, in un periodo in
cui il suo accesso interpretativo più frequente è collegato ad
un'altra parola: "crisi".
Il 2015 è stato definito "l'anno della resilienza" dai vertici
dell'United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNISDR). A
venti anni dal terribile terremoto di Kobe, che ha condotto nel 2005
(durante il vertice ONU di Hyogo in Giappone) alla definizione del
Framework for Action 2005-2015: Building the resilience of nations and
communities to disasters (Quadro d'azione 2005-2015: costruire la
resilienza delle nazioni e delle comunità alle catastrofi), la
comunità internazionale si interroga sulle nuove crisi e catastrofi ed
individua nella resilienza il concetto chiave per affrontarle. La
resilienza implica, infatti, elasticità e capacità di adattamento dei
corpi, delle passioni, di interi sistemi e territori. Tali qualità
oggi appaiono più che mai preziose per uscire dal "guado"
rappresentato da una crisi, una crisi epocale che è figlia della
finanziarizzazione dell'economia e della globalizzazione dei mercati.
La globalizzazione ha tradito, infatti, le nostre aspettative di
prosperità e di stabilità economica. Ha prodotto innumerevoli effetti
positivi, ma ha portato anche tanta fragilità e vulnerabilità,
aggravando il problema della lotta per le risorse e per la
sopravvivenza, piuttosto che risolverlo, come presagiva ed auspicava
Keynes per i suoi nipoti.
Al giorno d'oggi, "i nipoti di Keynes" – o dovremmo dire i suoi
"pronipoti", visto che sono trascorsi ormai più di ottant'anni dalla
prima edizione (1931) del celebre saggio Economic Possibilities for
Our Grandchildren – vivono indubbiamente in un mondo più grande e più
aperto di quello in cui viveva il loro illustre progenitore, ma
l'unico risultato che hanno ottenuto è quello di renderlo molto più
pericoloso, incerto ed instabile. Basta infatti guardarsi intorno per
rendersene conto: la rivoluzione tecnologica travolge i sistemi
economici e sociali; le società sono sempre più sofisticate e
complesse, ma al tempo stesso più diseguali, più espulsive e più
esposte al tracollo; la crisi economica fiacca i popoli ed impoverisce
le nazioni; i disastri naturali, in continuo aumento, sono spesso
provocati dall'azione diretta o indiretta dell'uomo e producono danni
fisici ed economici devastanti; il progressivo ridursi delle nascite e
l'invecchiamento della popolazione mettono a dura prova la
sostenibilità dei sistemi di assistenza sociale e sanitaria dei paesi
ricchi ed industrializzati. Le soluzioni politiche tradizionali,
ovvero la creazione di sistemi di welfare nazionali corporativi ed
universalistici, sono progressivamente divenute insostenibili per
ragioni di spending review, e la loro progressiva evoluzione verso
sistemi di welfare liberali e regionali ne mette in crisi la funzione
redistributiva ed inclusiva, soprattutto al mutare progressivo della
composizione della popolazione determinato dalle migrazioni.
Il governo di questi processi è affidato ad un settore pubblico in
continua evoluzione, in ragione della profonda riorganizzazione del
governo locale che, in nome di sussidiarietà e adeguatezza, sta
prendendo forma in alcuni grandi paesi europei. Si impone dunque un
cambiamento, un nuovo approccio ai problemi del mondo, che porti ad
un'inversione di tendenza o, in alternativa, al recupero di quella
spinta originaria che potrebbe portare finalmente in salvo i "nipoti
di Keynes", al di fuori del guado in cui sono rimasti intrappolati.
Per fare questo è necessario, tuttavia, prendere coscienza dei
cambiamenti in atto ed adattarsi ad essi in modo rapido e costante. La
chiave di tutto, la via per la salvezza, è ora più che mai la
resilienza, e cioè la capacità di rispondere all'incertezza e alle
trasformazioni attuando strategie adattive e creando continuamente
nuove forme di equilibrio, diverse da quella di partenza. È l'unico
metodo che può aiutarci ad "addomesticare la belva", per convincerla a
cambiare traiettoria e farle fare ciò che vogliamo, vale a dire,
accrescere il benessere e migliorare le condizioni di vita delle
popolazioni che abitano il pianeta, specialmente di quelle più povere,
nel rispetto della democrazia e della giustizia sociale.

Il programma dettagliato ed ulteriori informazioni sulla sede del
convegno sono disponibili sul sito web
http://www.scienzepolitiche.unina.it.




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5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI
DELL'UNIVERSITÀ DI NAPOLI
Codice Fiscale: 00876220633
www.unina.it/Vademecum5permille

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