mercoledì 27 maggio 2015

Bracciano, uscita la sentenza che condanna il dirigente comunale Razzino

E’ USCITA LA SENTENZA DI CONDANNA PER IL DIRIGENTE COMUNALE RAZZINO

Bracciano, 27 maggio 2015: Il Capo Area Amministrativa e vice segretario generale Roberto Razzino è sempre al suo posto ad occuparsi degli interessi pubblici, nonostante la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione per i reati previsti dagli artt.490 e 479 del codice penale. La notizia, nota fin dal  6 maggio scorso, non ha influito minimamente sulle dimissioni o sulla sua sospensione. Forse il nostro sindaco aspettava la notifica ufficiale, dato che il Comune non si era costituito parte civile a tutela della cittadinanza? Anzi, aveva provveduto a sostenere le spese legali  per la difesa del dirigente riconosciuto colpevole di abuso di potere, violazione dei suoi doveri, minacce nei riguardi di una dipendente dell’Ufficio Protocollo, Antonella Paciotti. L’impiegata da anni era costretta a modificare e alterare in molteplici occasioni i documenti  del Protocollo Generale del Comune di Bracciano, secondo gli ordini di Razzino, tanto da distruggerne la fede pubblica.

Una situazione protrattasi per anni fino a quando la vittima ha trovato il coraggio di reagire, rivelando e denunciando  l’uso della minaccia “indirizzata a far compiere alla Paciotti le attività delittuose (…) per raggiungere il compiacimento dell’organo politico”. Vale a dire, Roberto Razzino agiva dietro pressione del suo sindaco, come esplicitamente scrive il giudice nella sentenza “l’imputato ha agito per il compiacimento dell’organo politico a cui è legato da vincolo fiduciario, tale che al primo è consentita la revoca, cosicchè è ovvio come il Razzino abbia agito per non perdere tale affidamento (...).

Adesso che la sentenza è di dominio pubblico, cambierà qualcosa nell’Amministrazione Comunale? Certo è difficile aspettarsi il rispetto delle regole, quando questa sentenza riconosce la prima causa del reato nel comportamento  dello stesso sindaco, Giuliano Sala.

Ricordiamo che il Sindaco e altri dieci consiglieri della sua maggioranza (su un totale di 12) sono imputati in processi per reati riguardanti la loro attività istituzionale. Alcuni di loro hanno vari procedimenti penali dai quali si stanno difendendo. Sempre con soldi pubblici.

Oltre agli organi politici e amministrativi come Roberto Razzino, sono coinvolti in altri procedimenti penali il Capo Area Tecnica Luigi Di Matteo, l’ex capo del SUE, lo Sportello Unico per l’Edilizia, Vanessa Signore,  l’ex Comandante della Polizia Locale Luigi Ferretti, collaudatori delle opere di urbanizzazione nominati dall’amministrazione e il coinvolgimento di diversi tecnici nominati anche in commissioni comunali.

Dalla descrizione meticolosa di come si sono svolti i fatti di questa vicenda, emerge lampante anche il ruolo di altri dipendenti , tra dirigenti, funzionari e impiegati, che si sono prestati per cercare di coprire il gioco losco spiegato in questa sentenza. Finora l’unica vittima ad aver pagato è Antonella Paciotti, che ha subito “numerose condotte mobbizzanti (rigetto della domanda di trasferimento, revoca delle ferie, forzatura del cassetto della scrivania da parte di ignoti, pedinamenti e minacce subite da ignoti per fatti dell’ufficio, ecc.)”.  E se ne possono aggiungere tante altre.  Il giudice riconosce alla coraggiosa impiegata una provvisionale immediatamente esecutiva di 10.000 euro a risarcimento del danno. Ma quale è l’entità del danno reale subito dalla Paciotti e dai cittadini di Bracciano? Forse incalcolabile. Ringraziamo Antonella Paciotti e auguriamoci che il suo non sia stato un sacrificio inutile.

Ass. Salviamo Bracciano

 

 

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