mercoledì 1 aprile 2015

NOTA STAMPA - AGRICOLTURA, M5S: SU XYLELLA NESSUNA CERTEZZA SUI CEPPI IMPORTATI DALLO IAM, MINISTRO E PROCURA FACCIANO CHIAREZZA


NOTA STAMPA

AGRICOLTURA, M5S: SU XYLELLA NESSUNA CERTEZZA SUI CEPPIIMPORTATI DALLO IAM, MINISTRO E PROCURA FACCIANO CHIAREZZA

 

ROMA 1 aprile 2015 – Durante il question time odierno il deputato M5S Giuseppe L'Abbate ha chiesto conto al ministro dell'Agricoltura Martina dei documenti che attestano la presenza in Italia di Xylella all'interno dello IAM (l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari). Il ministro però non è stato in grado di dare risposte esaustive e chiare.

"Dai documenti rilasciati dall'osservatorio fitosanitario regionale della Puglia, sui quali è in corso un'indagine della Procura, si fa riferimento a quattro ceppi di Xylella fastidiosa importati nel 2010 per una ricerca sulle viti, ma non vi sono specificazioni sulle sub-specie né è presente il numero identificativo della coltura. Per questo è impossibile dimostrare che il batterio importato dallo IAM e autorizzato dall'allora ministero delle Politiche Agricole sia patogeno solo per la vite e diverso da quello presente sugli ulivi del leccese. Il ministro faccia chiarezza, poiché è a rischio l'olivicoltura italiana",   afferma GiuseppeL'Abbate.

"Sulla cronistoria raccontata dal ministro non abbiamo alcuna prova o documento o verbale – prosegue il capogruppo della commissione Agricoltura – per questo mi chiedo su quali basi il CNR abbia dichiarato in pubblico e ai giornali che il ceppo utilizzato dallo IAM è diverso da quello trovato nel Salento. Gli unici documenti esistenti, infatti, confermano l'assenza dell'identificazione della sub specie della Xylella importata".

"A questo punto – conclude il deputato M5S – ci aspettiamo che la Procura faccia al più presto chiarezza, poiché 9 milioni di olivi sono a rischio e fatichiamo a fidarci di una qualsiasi soluzione prospettata da un Ministero che non è in grado neanche di gestire la regolarità di tutte le operazioni che sottendono ad una importante sperimentazione come quella dello IAM, nonostante tutti i privilegi di cui questo Istituto ancora gode".



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