giovedì 25 dicembre 2014

Riconoscere e rifiutare gli stereotipi criminali razzisti




David Langness • 20 dicembre 2014

Proviamo un piccolo esperimento-pronti? Io scrivo la frase "predatore criminale violento." Capito? Pensateci per un minuto. 
Ora chiudete gli occhi. Velocemente: qual è la prima immagine che vi viene in mente?

L'autore Lisa Bloom, nel suo nuovo libro “Suspicion Nation” (Nazione del Sospetto–ndt ), dice:

La credenza standard che i criminali sono neri e i neri sono dei criminali è così prevalente che in uno studio, il 60 per cento degli spettatori che hanno visto una storia di crimine senza  alcuna immagine del colpevole,  falsamente ricordava di averne visto uno, e di questi, il 70 per cento credeva fosse afro-americano. Quando pensiamo alla criminalità,  noi 'vediamo nero', anche quando non è affatto presente.

Incredibile.  In primo luogo, diamo un'occhiata a queste percentuali - cos’è il 70% del 60%? Ricordate le lezioni di  matematica a scuola? Esso ammonta al 42 per cento delle persone nello studio che cita Bloom. Così si potrebbe ragionevolmente concludere, secondo tale studio, che il 42% delle persone - una quantità considerevole, quasi la metà-tendono a visualizzare un maschio nero quando sentono la parola "crimine".  E voi ?

Diamo un’occhiata ai fatti  per vedere di chi sono le percezioni che si avvicinano maggiormente alla realtà. Di fatto possiamo confrontare la percezione della gente nera come predatori criminali violenti con le statistiche reali, chiedendo "Qual è la percentuale di crimini violenti negli Stati Uniti che sono veramente commessi da persone di colore?" Diamo uno sguardo.

L'FBI dice che 6,6 milioni di persone bianche sono state arrestate per reati violenti nel 2011. Provate ad indovinare  quante persone di colore sono state arrestate per crimini violenti? 2,7 milioni. L'FBI dice che " individui bianchi sono stati arrestati più frequentemente  per reati violenti rispetto a individui di qualunque altra razza, pari al 59,4% di questi arresti." – Crimini nel Rapporto annuale 2011 degli Stati Uniti, Dipartimento di Giustizia, Federal Bureau of Investigation.

il 17enne Trayvon Martin è stato ucciso nel 2012 perché un cittadino 
della Florida pensò che sembrava sospetto
Quindi, quando visualizziamo un predatore criminale violento ... Beh, avete afferrato l'idea. La maggior parte dei predatori criminali violenti non hanno nulla a che vedere con lo stereotipo standard. Giovani ragazzi neri incappucciati? E’ molto più probabile si tratti di studenti di scuola superiore o universitari, che di criminali.

Naturalmente, le statistiche stesse sulla criminalità possono notoriamente trarci in inganno. Alcuni importanti distinguo: nessuno ha una chiara idea di quanti crimini violenti si verifichino  realmente, perché la maggior parte (57%) non vengono denunciati. Molti autori sono sconosciuti, e meno sono arrestati. I bianchi costituiscono una percentuale maggiore della popolazione negli Stati Uniti - ma l'FBI ancora non distingue  tra il bianco e l’ispano-americano nelle sue statistiche. Le statistiche di cattura non dimostrano molto perché le aree con maggiore presenza di polizia  ovviamente producono più arresti. In cima a tutto questo, bisogna ricordare che essere arrestati di certo non significa essere colpevoli  -  e neppure rende tali una convinzione, come abbiamo visto da tutti i prigionieri rilasciati quando nuove prove del DNA li scagiona.

Ecco un altro dato statistico FBI su cui meditare, soprattutto per coloro che credono che i delitti di polizia,  di persone di colore,  siano incidenti isolati. Secondo i più recenti resoconti sull’"omicidio per legittima difesa" riferiti dall'FBI,  nel corso di un periodo di sette anni fino alla fine del 2012, quasi due volte a settimana, negli Stati Uniti, un poliziotto bianco ha ucciso una persona di colore. Questi rapporti  dell'FBI dimostrano anche che il 18% delle persone di colore uccise durante quel periodo di 7 anni avevano meno di  21 anni, rispetto al 8,7% dei bianchi

Quindi è abbastanza sicuro concludere, con queste statistiche ufficiali in mente, che gli Stati Uniti hanno un problema con le uccisioni da parte della polizia di giovani afro-americani, "giustificate" o meno. La gente crede che abbiamo un problema? Questo dipende dalla persona a cui si chiede.  Un sondaggio del 2013  ha mostrato che oltre due terzi degli afro-americani hanno descritto il sistema giudiziario penale come di parte, contro i neri - in contrapposizione al quarto dei bianchi.

Con quella enorme spaccatura dell'opinione pubblica in mente, siamo in grado di dare un senso alla resistenza che incontriamo quando parliamo  di disparità razziale, parzialità e pregiudizio.  Alcune persone vedono l'ingiustizia sistemica e il razzismo come profondamente radicati nella nostra vita, come un fatto accettato; mentre altri ritengono che prevalga l’equità, e non servano ulteriori discorsi o azioni riguardo la razza. Ciò produce una situazione di stallo polarizzata.

Dal punto di vista bahá'i, c’è solo una ragionevole via d'uscita da tale situazione di stallo - tutti noi dobbiamo riconoscere che il razzismo esiste, dobbiamo vederlo come intrinsecamente malvagio e concludere che la sua eventuale estinzione richiede che ogni persona di buona coscienza lo riconosca, che  diventi più profondamente consapevole e vigorosamente vi si opponga:

Chiudete gli occhi alle differenze di razza e accettate tutti con la luce dell’unità - Bahá'u'lláh, citato da Shoghi Effendi in Avvento della Giustizia Divina, p. 28.


. Numerosi punti di cooperazione e accordo  esistono tra le due razze; considerando che l'unico punto di distinzione è quello del colore. Permetteremo che questa, la più irrilevante di tutte le distinzioni, vi divida come razze e individui? Nei corpi fisici, nella legge di crescita, nella dotazione dei sensi, l'intelligenza, il patriottismo, il linguaggio, la cittadinanza, la civiltà e la religione voi siete uno e lo stesso. Un unico punto di distinzione esiste – quello del colore razziale. Dio non è contento - né un qualsiasi uomo ragionevole o intelligente dovrebbe essere disposto riconoscerlo – delle diseguaglianze nelle razze a causa di questa distinzione. - Abdu'l-BaháThe Promulgation of Universal Peace, p. 67.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh v’è che i pregiudizi religiosi, razziali, politici, economici e patriottici demoliscono ‘edificio dell’umanità. Finché prevarranno tali pregiudizi, il mondo dell’umanità non troverà pace. -Abdu'l-BaháAntologia,  p. 280.


I pareri e le opinioni espresse in questo articolo sono unicamente quelle  dell'autore e non riflettono necessariamente il parere di BahaiTeachings.org o qualsiasi istituzione della Fede Bahá'i. 

Articolo Pubblicato da http://bahaiteachings.org/
e tradotto da Maria G.