venerdì 12 dicembre 2014

Pragelato: lo sci naturale

A Pragelato (To) questo inverno nascerà la prima stazione sciistica in mobilità dolce, nel più puro stile Alpine Pearls, il consorzio di località sciistiche che promuovono la montagna ecologica. Si chiama Pragelato Natural Terrain, un'idea al passo con i tempi e con la crisi, un modo per sviluppare nuove forme di fruizione della montagna, un progetto di ricupero degli impianti chiusi da 3 anni a causa degli eccessivi costi di gestione.

L'idea è semplice: la seggiovia e lo skilift saranno aperti, ma le piste non verranno battute per la gioia di tutti gli amanti di freeride e neve fresca. D'altronde la moda del fuoripista sta contagiando un numero sempre crescente di sciatori che attraversano le Alpi alla ricerca delle stazioni più adatte e della neve più polverosa. Ma ci sono anche altre pratiche della montagna, scialpinismo e ciaspole, che raccolgono ogni anno nuovi adepti e che a Pragelato si potranno praticare su un terreno adatto ai principianti e ai più esperti. Senza dimenticare lo sci nordico che a Pragelato vanta una nobile tradizione arricchita dalle Olimpiadi di Torino 2006: tutti ancora ricordano l'oro vinto da Giorgio Di Centa. 
Insomma, un'intera stazione invernale dedicata a chi ama il rapporto con l'ambiente naturale incontaminato e, perché no?, a fare un po' di fatica per divertirsi di più. Senza inquinare l'aria della montagna grazie all'assenza dei mezzi battipista.

Il fondatore di Pragelato Natural Terrain si chiama Carlalberto "Cala" Cimenti, un forte alpinista pragelatese che ha deciso di mettere la sua passione per la montagna allo stato puro a disposizione di chi ama le terre alte come lui. Dopo gli ottomila del Cho Oyu e Manaslu, nel 2013 ha scalato e sceso in sci le vette oltre i 7000 m di Khan Tengri, Korjenevsky e Lenin. Nell'estate del 2014 è toccato al Pobeda e, se tutto andrà bene, nel 2015 scalerà il Pic Communism diventando il primo alpinista italiano ad aggiudicarsi lo Snow Leopard, riconoscimento per gli alpinisti che hanno scalato tutti i 7000 metri dell'ex Unione Sovietica. 
Come ti è venuta questa idea? 
«Ci pensavo intensamente da 3 anni, da quando gli impianti erano stati chiusi e le vecchie piste erano diventate il mio terreno preferito di allenamento per lo scialpinismo e di divertimento per il freeride. Volevo condividere questo territorio straordinario con tutti gli appassionati di montagna a 360° come me». 
Come hai realizzato questo sogno? 
«L'associazione sportiva di cui sono membro, la Pragefondo Asd, gestiva già la pista da fondo. Da lì a rilevare gli impianti sciistici il passo è stato breve. In questo modo abbiamo creato un vero e proprio distretto per la fruizione della montagna dolce e sostenibile. Pragelato è a due passi da Sestriere e dalle valli Olimpiche, ma offre una proposta completamente differente per chi ama un rapporto più intimo e intenso con la montagna». 
Che tipo di servizi offrite? 
«Abbiamo una seggiovia e uno skilift per salire in quota e scendere in neve fresca. Ma sono a disposizione anche di ciaspolatori e scialpinisti che dall'arrivo degli impianti possono proseguire verso la cima del Morefreddo a 2769 metri. Inoltre, nella parte bassa del comprensorio, abbiamo tracciato percorsi per scialpinismo e ciaspole, con tanto di segnaletica, oltre a un inedito sentiero per un'attività inedita: lo sleddog che consiste in una slitta trainata dai cani. Ovviamente tutti i frequentatori si avventureranno a proprio rischio e pericolo, ma saremo anche in grado di segnalare le aree sicure da quelle più pericolose. Infine, non bisogna dimenticare la pista da fondo che si inoltra nel parco della Val Troncea». 
In questo clima di crisi perché vi siete lanciati in questo nuovo progetto imprenditoriale? 
«Pragelato Natural Terrain rappresenta esattamente un modo per combattere la crisi. Sia per i fruitori che potranno acquistare lo skipass a 15 € nei giorni festivi e a 13 € nei giorni feriali. Sia per noi gestori e per l'ambiente grazie al risparmio sul gasolio consumato dai mezzi battipista». 
È più difficile portare a termine un'impresa alpinistica oppure portare avanti una stazione sciistica?
«Potrò risponderti alla fine dell'inverno. Per il momento devo ammettere che entrambe le imprese sono molto complesse».

(Ufficio Stampa Alpine Pearls Italia: Officine Kairos.it)

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