venerdì 19 settembre 2014

ALLE GRANDI MOSTRE DI "SPOLETO INCONTRA VENEZIA" LA RAFFINATA ARTE DI ROBERTO GIAVARINI ISPIRATA DAL REALISMO FIGURATIVO SEMANTICO

In occasione della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, si conferma l'esposizione di tanti personaggi di spicco come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. L'iniziativa di forte risonanza mediatica è ambientata nel meraviglioso contesto veneziano, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Location ospitante per l'allestimento è il maestoso Palazzo Falier, dimora nobiliare del XV secolo eretta sul Canal Grande. Il pittore Roberto Giavarini sarà presente con la sua arte ispirata dal realismo figurativo rafforzato da contenuti e livelli semantici d'importante spessore.

 

La ricerca improntata da Giavarini è di tipo sperimentale, tesa allo sviluppo di materiali e processi esecutivi innovativi, partendo dalla ricerca di metodi antichi per approdare all'utilizzo di soluzioni materiche di nuova generazione. Dal 1999 al 2010 è allievo del maestro Mario Donizetti. Nel 2008 riceve il primo premio al rinomato concorso di "Darfo Boario Terme" con l'opera "Il crocifisso" Vittorio Sgarbi membro della giuria di qualità giudicante, nell'occasione scrisse di lui "Roberto ha la mano e la testa".

 

Con positivi riscontri si è dedicato a "Codex" definita un'operazione vertiginosa dell'intelletto prima ancora che tecnica i quadri sono stati realizzati in 3 anni e racchiudono immagini integralmente tratte dall'antico codice miniato bizantino "Codex aniciae jiustinianae" e propongono in copia dal vero le incantevoli illustrazioni dello splendido libro. Compiendo un'azione accurata e ricercata di studio di colori e pigmenti Giavarini ha elaborato 23 capolavori dal dettaglio minuzioso e certosino, rievocanti variopinti uccellini ed eleganti volatili, nonché alcuni soggetti recuperati dalla sezione del volume riguardante la botanica.

 

Giavarini ha saputo spingersi oltre il valore descrittivo dell'iconografia originaria, trasformandolo e fornendo una visione compiuta e definita di ciascuna specie riprodotta, nell'intento di fornire risposta al compito specifico e sempre attuale a quella pittura cosiddetta realistica, rispetto alla prospettiva fotografica, classica o digitale. Emerge lo stretto rapporto di analogia con la natura e la storia iconografica del soggetto scelto. La pura e impeccabile verosimiglianza descrittiva nasconde una serie di rimandi segreti, che costituiscono una sorta di codice intrinseco leggibile e decifrabile con svariate chiavi e formule di lettura interpretativa, che si pone come plus valore aggiuntivo al grandioso insieme pittorico. 
 
Valentina Rossi

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