martedì 12 agosto 2014

Esce "Azimuth" di Maria Grazia Palazzo Editrice LietoColle

Esce "Azimuth" di Maria Grazia Palazzo edito da LietoColle

Posted by emanuelacina80

Esce

 Azimuth, dall'arabo as-sûmut, le direzioni, è il titolo del libro di poesie di Maria Grazia Palazzo edito da LietoColle.


Nata a Martina Franca, di professione avvocato, ha partecipato a diverse performances poetiche. Questo è il suo primo libro e verrà presentato a Martina Franca, presso la sala degli uccelli, venerdì 2 novembre 2012 alle ore 18,30. Abbiamo deciso di incontrarla per parlare di poesia e del suo libro.

"Azimuth – ci spiega la scrittrice, Maria Grazia Palazzo – vuole indicare uno sguardo sulle cose, sulla realtà e quindi una ricerca di progetto di direzione. Viviamo momenti di transizione nel senso che siamo chiamati a vivere nel qui ed ora però anche ad avere un progetto della nostra esistenza. Progetto che ha radici nel nostro passato, nella nostra memoria che portiamo dentro di noi e un pò fa da carburante per il nostro agire".

Un viaggio esistenziale "raccontato" in poesia, Azimuth è "via, focus che è luce e ombra, orientamento, utilizzato qui come metafora del viaggio esistenziale, dualità orizzontale e verticale dell'essere, o come prospettiva, sguardo, ricerca polisensa, meta desiderante" (dalla prefazione di Walter Vergallo).

L'ombra di un viandante solitario che nel tempo ha raccolto versi di emozioni vissute, il poeta come strumento per l'interpretazione, fabbrica di metafore e allusioni. "Da qui la scelta del titolo come metafora del viaggio interiore – ci dice Maria Grazia Palazzo - viaggio cui ho voluto alludere con le mie 30 poesie, scelte per sottrazione da un materiale più ampio che si era affastellato negli anni. Scrivo da quando avevo 16 anni".

Questa raccolta ha una tematica libera, l'autrice predilige la poesia d'occasione, come scrive in una recensione Giorgio Linguaglossa che definisce la raccolta di poesie di Maria Grazia Palazzo "una operazione di «restaurazione» lirica" dove, con restaurazione, si vuole intendere una direzione, come il titolo stesso lascia intendere, e non un operazione già conclusa.

Theodor Adorno ha scritto che la specificazione formale di una poesia lirica si pone di per sé come antagonista al mondo storico-sociale che le sta intorno e che quando all'interno di un testo le tensioni raggiungono un grado elevato di energia e di vitalità, la presenza dell'oggetto estetico la "poesia" nega e avversa e contesta tutto quello che è accettato nel quotidiano ripetuto. "Spesso – scriveva Adorno – ciò che apparentemente sembra il più lontano, il più remoto dall'appello all'azione e all'immediatezza, ha la funzione di mostrare l'insostenibilità del mondo che ci sta intorno, la stessa funzione che ha il bicchiere di grappa dato al soldato che deve uscire dalla trincea per affrontare il fuoco nemico".

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"Non c'è un legame diretto tra la mia professione (avvocato ndr) e la passione per la scrittura poetica – ci spiega Maria Grazia Palazzo – se non fosse per il fatto che entrambe toccano la materia viva dell'esistenza, nei suoi aspetti di gioia e di dolore, di tutela di un bene che è quello della Vita", ma con finalità e linguaggi ben diversi.

"La poesia è libera (importante però la struttura metrica che deve incatenare e concatenare le parole in versi) ha finalità che risiedono nell'animo umano, ha lo sguardo di chi compie l'atto poetico che spiazza sempre chi legge" utilizzando, oltre alle categorie razionali, anche quelle categorie empatiche e spirituali che appunto "debordano oltre il rassicurante dato del linguaggio razionale". "Sembra una contraddizione in termini – continua la scrittrice – e forse lo è. La poesia sta proprio in quella contraddizione vitale che è la Vita, nelle sue aspirazioni, prospettive e nelle sue istanze di abitare nel 'qui ed ora'. In questo senso anche la poesia ha un'istanza etica, che risiede nell'oggetto stesso della poesia, immateriale, e nella ricerca formale del suo linguaggio".

Poesie che scavano in profondità nell'affannosa ricerca umana del sè, parole e versi che si trasformano in intimi strumenti conoscitivi. La poesia parla di qualcosa e nello stesso tempo parla di se stessa. In un'intervista a "Rai Educational", poco prima di morire, Franco Fortini disse: "qualcuno, alla fine del Settecento, scrisse che la poesia era un sogno fatto in presenza della ragione, forse sarebbe più esatto dire invece che la poesia è un ragionamento fatto in presenza di un sogno"
In ogni caso, così come ci conferma Maria Grazia Palazzo prima di salutarci, "la poesia consente un viaggio nel viaggio…in questo caso partendo dal meridiano zero di Greenwich" dove è stata scattata la fotografia che poi è diventata copertina del libro.
 

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