AIPA, quale futuro?
Intorno ad AIPA ed alla delicata vicenda che la riguarda, si sta assistendo in questi giorni all’avvio di uno sciame giornalistico, legittimamente fondato sul progressivo formarsi di una diffusa consapevolezza da parte dell’opinione pubblica sul come sia stata di fatto gestita AIPA, nonché e soprattutto sulle ben comprensibili preoccupazioni che le Amministrazioni Comunali, interessate dal rapporto di committenza con AIPA, stanno evidentemente nutrendo per la sorte delle mancate entrate tributarie registrate negli ultimi anni (per circa sette milioni di euro inizialmente accertati, importo che potrebbe anche decuplicarsi al termine dell’indagine in corso), risorse che hanno preso ben altre direzioni sotto la personale regia di Daniele Santucci.
Provando a fare il punto della questione, ci si imbatte in un doppio nodo: quello del futuro di AIPA e quello della sua presenza, pur se minoritaria, in Poste Tributi.
Sul primo di tali nodi, tranquillizza sapere che già da alcuni mesi è stato incaricato, con il gradimento del mondo bancario, Luigi Virgilio che da tale mondo proviene ed è quindi portatore di una specifica professionalità di tipo strategico-finanziario, che dovrebbe costituire la leva adeguata per risolvere intanto le pendenze di AIPA verso le Banche creditrici, in tal modo avviando il processo di risanamento dell’Azienda.
Tale risanamento dovrebbe più verosimilmente configurarsi in una vera e propria ristrutturazione, che prenda le mosse dall’analisi critica della solidità e credibilità dell’attuale Compagine societaria, con il preciso obiettivo di pervenire ad un sostanziale consolidamento della Compagine stessa, destinata non solo a restare competitiva sul complesso e delicato Mercato della gestione dei Tributi locali, ma anche al recupero della fiducia e del consenso da parte delle Amministrazioni Comunali interessate.
In tale stato di cose, diventa essenziale assicurare una evoluzione dinamica nella composizione della predetta Compagine, con l’ingresso evidentemente di nuovi e qualificati Soci, la cui partecipazione dovrebbe di per sè costituire elemento di qualità e di garanzia per il raggiungimento delle accennate finalità di mantenimento, ed anzi di potenziamento, della capacità competitiva di AIPA, nonché della propria credibilità.
Circa il secondo nodo, il momento decisionale viene a spostarsi su Poste Tributi.
Sembra evidente che questa Società attraversa una condizione di difficoltà causata dal Socio tecnico AIPA, pur se di minoranza, che finora contribuiva a garantire l’equilibrio e l’efficienza della gestione consortile che caratterizza Poste Tributi.
La decisione urgente sembra comunque essere quella diretta a consentire, per Poste Tributi, lo svolgimento regolare ed efficace della propria attività di partecipazione alle Gare d’Appalto e di Gestione dei tributi locali avendo al proprio interno un Socio in possesso dei necessari requisiti, non solo tecnico-economici ma anche di immagine.
Entrambi i nodi da sciogliere, quindi, vanno affrontati non solo nei termini della massima convenienza delle decisioni da assumere ma anche, e soprattutto, con la tempestività che le leggi di mercato richiedono, per consentire la sopravvivenza economica di entrambe le Aziende interessate, AIPA e Poste Tributi.
Può immaginarsi una interdipendenza tra le due sfere di problematiche?
Probabilmente potrebbe ipotizzarsi una risposta affermativa, qualora nell’ambito del complesso e delicato Universo della gestione dei Tributi locali fosse maturata la consapevole posizione di un competitor che avesse già pensato costruttivamente ai termini di una propria partecipazione, utile per uscire dall’imbarazzo di cui le predette Società oggi soffrono.
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