lunedì 5 maggio 2014

Patto per la salute 2014: i nuovi limiti per le cliniche convenzionate

In un fase decisiva di contenimento della spesa pubblica, si parla di spending review anche all'interno del mondo sanitario. Il Patto per la Salute proposto dal governo, che racchiude tutti provvedimenti in materia sanitaria anche se è stato rimandato, per motivi diversi, nonostante  i diversi tavoli di confronto abbiano già permesso di stilare le basi per un buon discorso sulle tematiche di riferimento quali cure primarie, edilizia sanitaria, piani di rientri, fabbisogno economico, costi standard, farmaci e farmacie ed assistenza ospedaliera, per citarne alcuni. Una dura conseguenza di questo contenimento può essere la chiusura di alcuni centri specialistici che non raggiungono questo limite imposto.

Nel Lazio 23 cliniche con meno di sessanta posti letto, ma con 1300 addetti, finiranno per chiudere. Accanto alle cliniche convenzionate a Roma di maggior prestigio, parecchie non riescono a raggiungere questi limiti di posti letto previsti dalla legge.  In virtù di queste limitazioni potrebbero perdere l'accreditamento con il Servizio sanitario e, perciò, cessare l'attività assistenziale. La chiusura di queste cliniche metterebbe sul lastrico 1300 famiglie nel Lazio, 11mila in Italia, privando il Servizio sanitario regionale di centri ospedalieri con una particolare specializzazione nelle cure.

La tendenza è quella di legare la sopravvivenza delle cliniche specialistiche al numero delle degenze invece che alla quantità delle prestazioni assicurate,  traducendosi in un taglio lineare.

Tutto dipenderà da quello che avverrà entro il 31 maggio, data ultima per la stesura del Patto per la salute. Il regolamento di attuazione del cosiddetto decreto Balduzzi, nella parte che prevede gli standard ospedalieri, non ha mai passato il vaglio della Conferenza Stato-Regioni, ma queste ultime in un articolo del Patto per la Salute si occuperanno, entro la fine del mese, dei requisiti dimensionali dei centri privati di ricovero dei malati acuti. La speranza è che venga introdotta una norma di salvaguardia del volume delle prestazioni assicurate come accaduto per i laboratori, per fare i modo che questi centri specialistici più piccoli vengano salvaguardati.

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