mercoledì 26 febbraio 2014

L’ obbligo di pagare le tasse da parte delle prostitute è già esistente e non richiede l’introduzione di una norma apposita!

Da: avv. Eugenio Gargiulo ( eucariota@tiscali.it)

 

L' obbligo di pagare le tasse da parte delle prostitute è già esistente e non richiede l'introduzione di una norma apposita!

 

Torna sempre, con una certa periodicità, il discorso della legalizzazione della prostituzione nel nostro Paese: un discorso che, immancabilmente, finisce sempre per sposarsi con quello del mancato gettito fiscale derivante dall'evasione praticata dalle stesse lucciole.

 

Al di là dei luoghi comuni, però, la questione sul fatto che le prostitute non siano tenute a pagare le tasse sembra non avere alcun fondamento giuridico; perché – piaccia o meno – al di là della circostanza se il contratto con una squillo possa essere considerato nullo (avendo esso una "causa", ossia uno scopo contrario al buon costume), esso è comunque soggetto a tassazione. In parole molto semplici, esiste già una legge che impone a chi pratica il meretricio di pagare le tasse. E si tratta della legge generale, valida per tutti i cittadini, che impone a chiunque abbia un reddito di dichiararlo allo Stato e di pagarvi le relative imposte.

 

La questione, peraltro, è stata affrontata qualche anno fa dalla stessa Cassazione, secondo cui non vi è dubbio alcuno che i proventi derivanti dalla prostituzione debbano essere sottoposti a tassazione, dal momento che, pur essendo una attività discutibile sul piano morale, non può essere certamente ritenuta illecita. ( in tal senso vedasi Cass. sent. n. 20528 del 1.10.2010.)

 

E che la prostituzione non costituisca reato – così come non commette reato chi utilizza le prestazioni delle prostitute – non è più un mistero. Illecito è invece lo sfruttamento della prostituzione, che può avvenire anche con forme simulate: tipico è il caso del proprietario di un appartamento il quale fitti l'abitazione a una donna, consapevole dell'attività di prostituzione da questa esercitata nell'immobile, e chiedendole un canone di locazione cinque volte più alto della media!

 

Allora, la questione tanto dibattuta sulla necessità di legalizzare la prostituzione solo per ricavare maggiori tasse è solo una discussione fondata su luoghi comuni, ma che non risolve il problema dell'attitudine di certe professioni ad evadere comunque!

Foggia, 26 febbraio 2014                                                       Avv. Eugenio Gargiulo

 

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