lunedì 23 dicembre 2013

Consulente del lavoro, partner nella gestione del personale

L’Italia non è oggi terreno fertile per chi cerca lavoro, per chi, nonostante i titoli di studio e le esperienze pregresse, mira ad un’assunzione stabile e ad una possibilità di arricchimento professionale.

Tuttavia, giovani ed adulti non lasciano il curriculum nel cassetto e bussano quotidianamente alle porte di quelle aziende che potrebbero essere intenzionate a dar loro una speranza. Ecco, dunque, che le imprese ricorrono a veri professionisti del settore per compiere la scelta giusta e, in generale, per curare le relazioni con i propri dipendenti.

In netto sviluppo tra le figure disponibili sul mercato c’è quella del consulente del lavoro, libero professionista che supporta le aziende nell'amministrazione del personale, nella gestione delle risorse umane e nei rapporti con gli istituti previdenziali.

In possesso di laurea giuridico-economica e di titolo ufficialmente riconosciuto a seguito di esame di stato, il consulente del lavoro rappresenta una risorsa preziosa per la sua formazione culturale, per le sue competenze e per la sua versatilità. A lui, infatti, le imprese fanno riferimento per gestire gli aspetti retributivi, previdenziali e assicurativi dei contratti di lavoro, siano essi subordinati o autonomi; per selezionare il personale e curarne l’aggiornamento professionale; per analizzare il costo del lavoro nell'ottica di comprenderlo e monitorarlo attraverso il budget del personale; per rappresentare ed assistere la direzione in sede di controversie o di contenziosi sul lavoro; per curare i rapporti interni ed esterni all’azienda.

Oggi si contano circa 28.000 consulenti del lavoro, sparsi su tutto il territorio nazionale e impegnati a seguire le migliaia di aziende italiane che, come dimostrano le ultime ricerche, operano prevalentemente nel settore terziario. È proprio qui, d’altra parte, che la gestione delle risorse umane assume un ruolo strategico e può rappresentare il trampolino di lancio verso il successo.

Da non sottovalutare, inoltre, tra i vantaggi legati nell’assistenza di un consulente del lavoro, la predisposizione, connaturata al ruolo, a mediare tra le esigenze dei privati e gli interessi dell’azienda. Fungendo da punto di contatto, essi non si limitano a farsi portavoce della propria parte, ma giocano un ruolo importante nella creazione di un percorso che consenta all'azienda di svilupparsi nel rispetto degli obblighi imposti dalla legge.

I benefici si riflettono, come è facile immaginare, sull’intero personale, al quale il consulente dedica in maniera consistente le proprie attenzioni. Egli predispone l'intero iter procedurale del rapporto di lavoro (dall’assunzione alla cessazione), controlla che le prescrizioni in materia di orario di lavoro siano rispettate e che i diritti (ferie, malattie/infortuni, straordinari) siano garantiti e tutelati, collabora nella gestione del costo del lavoro ed è costantemente aggiornato sulle normative in evoluzione. In accordo con il management aziendale, può anche stilare report e statistiche riguardo all'assenteismo, alle politiche retributive, alla gestione delle scadenze, alla qualità delle performance del personale e agli investimenti necessari per potenziarlo (o ridimensionarlo).

Tra le cosiddette "professioni protette", quella del consulente del lavoro si configura come un valido supporto capace di alleggerire l’intricata burocrazia che spesso soffoca la crescita aziendale.

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