martedì 24 settembre 2013

Comunicato - Paese (TV) impugna al TAR la proroga dell’attività di cava della Biasuzzi di via Vecelli


www.andreazanoni.it

Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo

Comunicato stampa del 24 settembre 2013

Paese (TV) impugna al TAR la proroga dell'attività di cava della Biasuzzi di via Vecelli

Con delibera di Giunta, il Comune di Paese ha proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la Regione Veneto per ottenere l'annullamento della proroga del'attività estrattiva della cava Padernello della ditta Biasuzzi cave SpA. L'eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Un atto dovuto ai cittadini di Paese che sono costretti da troppi anni a sopportare cave e discariche»

Con deliberazione numero 138 del 18 settembre 2013, la Giunta Comunale di Paese (TV) ha deciso di proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto contro la Regione per ottenere l'annullamento del Decreto del dirigente regionale della Direzione geologia e georisorse numero 74 del 2013, con cui era stata concessa la proroga della coltivazione della cava "Padernello" alla ditta Biasuzzi Cave SpA. (DELIBERA)

L'eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Da anni i cittadini stanno denunciando che l'area sulla quale insiste la cava Biasuzzi a Padernello di Paese (TV) è zona di risorgive che alimentano gran parte delle acque di Treviso e dintorni e, quindi, estremamente delicata. Già da Presidente di Paeseambiente, nel 2007, avevo sottolineato il grave problema della falda acquifera».

Il 22 novembre 2007, Biasuzzi SpA aveva presentato un cosiddetto progetto di "riqualificazione ambientale" e di ampliamento in profondità della cava di ghiaia "Padernello", ma il Comune di Paese il 14 gennaio 2008 con delibera numero 8 (DELIBERA) aveva espresso parere negativo.

«Il progetto presentato all'epoca era finalizzato a incentivare l'escavazione di ghiaia - ha concluso Zanoni -  Sostanzialmente la richiesta riguardava un raddoppio dell'attività, considerato che le ruspe si  erano fermate a 27 metri sotto il piano campagna e avrebbe comportato l'escavazione di oltre 3 milioni e mezzo di metri cubi di ghiaia e sabbia, per oltre dieci anni. Passano gli anni, ma la ditta Biasuzzi continua nei suoi intenti di sfruttamento del territorio. Senza dimenticare che attigua alla cava "Padernello" c'è la discarica della SEV, in cui sono depositati 20.000 tonnellate di rifiuti di amianto e tossico nocivi portati illegalmente. I cittadini di Paese meritano più rispetto e soprattutto più sicurezza. Plaudo alla decisione del Comune di difendere finalmente il proprio territorio e mi auguro che questo sia un altro passo di una serie di azioni a difesa dell'ambiente e della salute dei residenti».

 

BACKGROUND

Il 30 settembre 2009 la ditta Biasuzzi Cave S.p.A. aveva presentato alla Regione Veneto domanda per la proroga di 5 anni dei termini di conclusione dei lavori di coltivazione della cava di ghiaia denominata "Padernello".

Con deliberazione della Giunta comunale numero 126 dell'8 agosto 2011, il Comune di Paese aveva espresso ferma contrarietà alla concessione della proroga dei termini di coltivazione della cava per l'impossibilità tecnica di procedere all'escavazione delle aree ancora idonee allo scavo in quanto interessate dalla presenza di impianti di lavorazione, per la presenza di alcune incongruenze in merito al calcolo dei volumi residui e nell'individuazione delle aree ancora da escavare, e per la presenza di zone escavate in difformità rispetto a quanto autorizzato, nonché per l'eccessivo protrarsi nel tempo dell'attività con i connessi impatti e la mancata ricomposizione ambientale.

Il 6 marzo 2013, la Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto ha inviato al Comune di Paese una nota in cui confutava le motivazioni addotte dall'Amministrazione contro la concessione della proroga, ritenendole "....non condivisibili e quindi non accolte".

L'8 aprile 2013, il Comune, in risposta alla nota regionale, ha confermato la propria contrarietà alla concessione di un'ulteriore proroga che procrastinerebbe ulteriormente la ricomposizione ambientale finale della cava e prolungherebbe inoltre i disagi all'habitat naturale e alla popolazione residente procurati dalla presenza dell'attività estrattiva stessa.

La Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto, con decreto numero 74 del 10 aprile 2013, ha concesso la proroga fino al 31 dicembre 2016 dei termini per la conclusione dei lavori di coltivazione (estrazione e sistemazione ambientale) della cava di cui trattasi, con l'obbligo di adempiere alle prescrizioni che riguardano la riclassificazione ambientale delle fasce perimetrali non più interessate dagli interventi estrattivi, con particolare riferimento al tratto lungo il lato nord del bacino di cava sud, oggetto negli ultimi anni di rimodellamento morfologico.

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