domenica 21 luglio 2013

Un cavallo di troia in agguato





Un cavallo di troia in agguato

 COMUNICATO EQUIVITA
21.07.2013
 

UN CAVALLO DI TROIA IN AGGUATO
dietro ai successi anti-Ogm
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Alla decisione diffusa dalla Monsanto (ricordiamo: la più potente multinazionale biotech del mondo) di volersi astenere dal promuovere nuovi Ogm in Europa …si sono aggiunte, negli ultimi pochi giorni, altre due buone notizie riguardanti la battaglia condotta dalla maggioranza dei cittadini alle colture transgeniche.
per l'Italia: Finalmente un decreto vieta in Italia la coltivazione del mais Mon810, mettendo in tal modo fine (si spera) alla lunga disputa innescata in Friuli dall'azienda Futuragra sin dal gennaio del 2010. Questa disputa ha visto un alternarsi di divieti e di autorizzazioni, ma fortunatamente si è conclusa il 12.7.2013, con la firma di tre ministri: Politiche agricole, Salute e Ambiente (vedi Notiziario N°20, gen. 2011). Il voto ha fatto seguito a quello recente in Senato a favore della "Clausola di Salvaguardia" e riguarda l'unico mais transgenico autorizzato in Europa.
per gli Stati Uniti: alcuni stati degli USA (ad esempio Maine, Connecticut e Vermont) hanno, alquanto inaspettatamente, reso obbligatoria l'etichettatura sui prodotti alimentari contenenti Ogm. In molti altri Stati degli USA i cittadini si stanno attivando per giungere allo stesso risultato.
 

Tuttavia il Comitato scientifico EQUIVITA, sospetta da qualche tempo che queste concessioni fatte al movimento anti-Ogm siano un gigantesco cavallo di Troia che determinerà un nuovo trionfo della Monsanto.
 

Cosa fa l'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) mentre noi monitoriamo gli OGM?
Mentre noi monitoriamo la diffusione degli Ogm, l'Ufficio Europeo dei Brevetti - senza che in Europa qualcuno batta ciglio - sposta i nuovi brevetti dalle piante e animali Ogm alle piante e animali riprodotti con metodi convenzionali.
E' molto importante ricordare che gli effetti più gravi degli Ogm sono, oltre a quelli sull'ambiente e la biodiversità, quelli sociali dovuti non tanto alla modifica genetica quanto al brevetto per ottenere il quale la modifica è stata introdotta nel genoma. La modifica genetica è stata infatti fino ad oggi il pretesto necessario (direttiva 98/44) per brevettare (e dunque privatizzare) il bene comune più prezioso: la materia vivente: ovvero le parti del corpo umano, come i geni, ma soprattutto le piante e gli animali attraverso i quali è possibile giungere ad un controllo globale del mercato alimentare…con la riscossione di ingenti diritti ad ogni ciclo riproduttivo, con la perdita di sovranità alimentare dei popoli che li coltivano e, di conseguenza, con totale indifferenza per la lotta alla fame nel mondo.
 

Occhio dunque alle "buone notizie" … l'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), mentre noi monitoriamo la diffusione degli Ogm, concede alla Monsanto e alle altre aziende biotech una scappatoia per la strada maestra: i brevetti non vengono più circoscritti agli Ogm. Vengono concessi anche a piante e animali riprodotti con metodi convenzionali; neppure la contestatissima direttiva 98/44 sui brevetti sul vivente costituisce più in limite da rispettare.
Neppure costituisce un freno la coalizione di ONG "No patents on seeds", che soggiorna a Monaco di Baviera (sede dell'EPO) per denunciare tanti abusi (www.alt.no-patents-on-seeds.org). Essa è riuscita a far votare una mozione al Parlamento Europeo, ma le cose sono rimaste come prima, perché - per chi non lo sapesse - l'EPO non deve rendere conto delle sue azioni a nessuno: né al Parlamento Europeo, né ad alcuna Corte di Giustizia, né, sembrerebbe, ai governi dei singoli paesi che lo hanno costituito (come la Germania, che ha espresso la sua protesta).

"Perché, allora, non compiacere le aziende che richiedono e che pagano i brevetti ? " commenta Fabrizia Pratesi, coordinatrice di EQUIVITA.



 

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