venerdì 19 luglio 2013

Meno cash, più moneta elettronica: con 5 milioni di carte di credito in più in circolazione si potrebbero recuperare oltre 2,6 mld di euro di gettito fiscale

Ma l'attesa direttiva UE che ridurrà le commissioni sulle carte di credito porterà più costi

per i consumatori: previsti aumenti da 6 a 10 euro per i canoni annui delle carte in Europa

In arrivo un decreto congiunto di MEF e MISE
per incoraggiare l'utilizzo della moneta elettronica

 

Se riducessimo di 15 euro ogni prelievo agli sportelli ATM, il volume dell'economia sommersa in Italia diminuirebbe di oltre 23 mld di euro all'anno, con un recupero di evasione fiscale pari a circa 10 mld. È questo uno dei dati più significativi contenuti nel Working Paper presentato oggi a Roma da I-Com – l'Istituto per la Competitività guidato dall'economista Stefano da Empoli – nel corso della tavola rotonda dal titolo: Il futuro alla portata delle nostre tasche. Il valore della moneta elettronica per la crescita dell'Italia.

 

Un evento cui hanno partecipato esponenti del Ministero dell'economia, Banca d'Italia, ABI, Movimento difesa del Cittadino, oltre a rappresentanti della politica nazionale, istituzioni e associazioni.

 

Dall'analisi di I-Com emerge come l'incentivo all'utilizzo di strumenti di pagamento elettronici e la sostituzione del contante debbano rappresentare un obiettivo cui la Comunità Europea deve tendere in vista della direttiva, attesa entro fine luglio, che regolamenterà le commissioni interbancarie (MIF, interchange fee) applicate sulle carte di credito e di debito, riducendole o addirittura azzerandole.

 

I-Com evidenzia come gli effetti della diminuzione delle MIF decisa negli anni passati in Stati Uniti, Australia e Spagna abbiano avuto esiti diversi da quelli immaginati dai policy-makers. Ci si aspettava una maggiore penetrazione della moneta elettronica e un calo dei prezzi. Viceversa, si è registrato un aumento dei costi per i possessori delle carte. Aumento che un recente studio pubblicato da Edgar, Dunn & Co. (società di consulenza finanziaria americana) ipotizza anche per i cittadini europei, con un incremento dei canoni annui delle carte di credito da 6 a 10 euro.

 

"Crediamo che l'utilizzo della moneta elettronica sia un'opportunità da non sprecare: in molti paesi, le policy di riduzione delle MIF hanno generato l'effetto paradossale di disincentivare l'uso del denaro digitale. Occorre ripensare alle politiche di intervento sul mercato delle carte di pagamento, approfondendo ad esempio la strada della defiscalizzazione dei pagamenti in modalità elettronica già percorsa con successo da altre nazioni, che si sono così assicurate l'appoggio degli stessi consumatori", commenta Stefano da Empoli, Presidente I-Com.

 

 

Il Working Paper I-Com individua nello sviluppo della moneta elettronica uno strumento per recuperare l'evasione e nella lotta al contante un driver per la crescita. Infatti, sulla base dei dati forniti dalla Banca Centrale Europea e di un proprio modello statistico, lo studio I-Com rileva che in Italia:

 

  • un aumento di 10 milioni di carte (incremento inferiore a quello registrato nel nostro Paese tra il 2006 e il 2011) è associato a un calo del 3,6% dell'economia sommersa e a un recupero dell'evasione fiscale stimato in oltre 5 mld di euro. Ma basterebbero 5 milioni di carte in più per recuperare 2,6 mld di gettito fiscale.
  • 1 milione in più di carte di pagamento coincide, in media, con una variazione del Pil del +0,65%, pari a oltre 10 mld di euro
  • un aumento di 15 milioni di carte (poco più dell'incremento registrato in Italia tra il 2006 e il 2011) corrisponde a maggiori entrate fiscali dovute alla diminuzione del sommerso per oltre 7,5 mld di euro l'anno
  • in presenza di una variazione contestuale pari a 10 milioni di carte di pagamento in più e 15 euro di prelievo medio in meno presso gli ATM, si registra un calo dell'evasione fiscale pari a 15 mld di euro l'anno
  • una diminuzione dell'1,07% (la stessa che si è registrata in Spagna dopo la riduzione delle MIF) nella diffusione delle carte di credito avrebbe effetti negativi sul gettito fiscale per oltre 2,2 mld di euro l'anno.

 

In un'ottica di benessere sociale è di cruciale importanza rilevare come l'utilizzo del contante alimenti l'economia sommersa, generando costi sociali indiretti facilmente qualificabili, come le mancate entrate fiscali o l'aumento della spesa per mantenere sicuro il sistema della gestione del contante.

 

Parallelamente, la Banca Centrale Europea sottolinea che la bassa diffusione di terminali elettronici (POS) e il lento adeguamento dei consumatori alle nuove metodologie di pagamento non garantiscono ancora la possibilità di sfruttare appieno le potenzialità della moneta elettronica.

 

Incentivare l'uso di strumenti di pagamento elettronici deve quindi rappresentare un'occasione che non va sprecata e che i legislatori devono perseguire con gli strumenti corretti.

 

 

I COMMENTI DEGLI ESPERTI

 

Antonio Longo – Presidente Movimento Difesa del Cittadino

Incentivi per l'utilizzo della moneta elettronica e tutela del consumatore: ecco quello che da sempre chiediamo ai legislatori europei e italiani.  Sappiamo che la Commissione Europea sta per intervenire sui pagamenti elettronici, imponendo vincoli alle commissioni interbancarie. Un simile intervento non sarebbe in linea con l'intenzione di rilanciare davvero i pagamenti elettronici e la lotta alla black economy, che non può prescindere dalla tracciabilità. Inoltre, in questo modo i consumatori saranno i soli a pagare il conto della lotta all'evasione, proprio com'è successo in Spagna dove si è già scelto di abbassare arbitrariamente le commissioni interbancarie. Come MDC saremo vigili affinché questo non succeda. Sarebbe più opportuno concentrarsi su ipotesi di detrazioni fiscali per coloro che privilegiano metodi di pagamento tracciabili, così da incentivare per davvero l'uso della moneta elettronica

 

Graziana Carmone, Dirigente Ufficio I Direzione Sistema Bancario e Finanziario-Affari Legali Ministero dell'Economia e delle Finanze

E' in arrivo, prima dell'estate, un decreto congiunto di MEF e MISE per incoraggiare l'utilizzo della moneta elettronica.  Il decreto farà leva su quattro principi: trasparenza (facendo sì che gli esercenti conoscano i costi delle commissioni interbancarie); divieto di commissioni a pacchetto; correlazione delle commissioni al volume delle transazioni (con revisione periodica, che incentivi gli esercenti ad aumentare i pagamenti elettronici); incentivi ai micro pagamenti elettronici, sotto i 30 euro con commissioni più basse. Il Governo ha valutato possibili interventi di defiscalizzazione dei pagamenti elettronici  o di tassazione del contante. Per il momento, tuttavia, questi ultimi rimarranno fuori dall'imminente provvedimento.

 

Rita Camporeale - Responsabile dell'Ufficio Sistemi e Servizi di Pagamento ABI

Contrastare l'ampia circolazione di denaro contante che ancora caratterizza l'Italia a vantaggio di strumenti di pagamento elettronici più moderni ed efficienti significa dare un contributo concreto alla crescita del Paese, come evidenzia il working paper di I-Com. Questo è vero sia sotto il profilo della modernizzazione e dell'efficientamento, sia sul fronte del sostegno all'economia nazionale. Esiste infatti una significativa relazione inversa tra la diffusione di moneta elettronica e il peso dell'economia sommersa. Basti pensare che un maggior utilizzo di questi strumenti di pagamento sarebbe sufficiente a far perdere fino a due punti percentuali all'economia irregolare.

 

Massimo Doria, Responsabile Divisione strumenti e servizi di pagamento al dettaglio – Servizio supervisione sui Mercati e sul Sistema dei Pagamenti Banca d'Italia

Il processo di realizzazione dell'Area unica dei pagamenti in euro, la SEPA, e le riforme normative in atto a livello europeo e nazionale pongono le basi per uno sviluppo più rapido e intenso degli strumenti di pagamento elettronici. Attraverso servizi di incasso e pagamento sicuri ed efficienti è possibile realizzare benefici per i consumatori, il mondo delle imprese, la Pubblica Amministrazione e per l'economia nel suo complesso. Le banche centrali, in esercizio dei compiti di sorveglianza sul sistema dei pagamenti loro assegnati, sono impegnate a sostenere questo processo promuovendo l'adozione di un adeguato livello di standard tecnici, procedurali e normativi, verificandone il rispetto da parte dei diversi attori coinvolti.

 

Maria Pia Giovannini – Responsabile Area Regole, Standard e Guide Tecniche Agenzia per l'Italia Digitale

La diffusione della moneta elettronica assume una valenza determinante in ambito pubblico. I benefici connessi agli investimenti in ambito digitale in termini di crescita di PIL  e occupazione costituiscono per la Pubblica Amministrazione  un'occasione da non perdere per partecipare allo sviluppo del paese. In questo contesto  il sistema dei pagamenti elettronici della PA e il lavoro svolto in tale ambito dall'Agenzia per l'Italia Digitale ricopre un ruolo fondamentale  non solo come contributo alla crescita ma anche per la realizzazione di un'amministrazione pubblica trasparente e sempre più orientata alle esigenze dei cittadini.   Inoltre, tenuto conto che i pagamenti verso la PA rappresentano oltre il 50 per cento dei pagamenti nazionali, contribuisce in maniera determinante alla lotta al contante

 

Antonio Palmieri – Deputato PDL

Moneta elettronica e micropagamenti via smartphone sono elementi di sviluppo del sistema Paese e utili per combattere l'evasione fiscale. Vanno promossi con misure che ne rendano evidente la convenienza per i cittadini, a partire dal costo delle transazioni. Dobbiamo però essere consapevoli che non è lo Stato il padrone del denaro ma il singolo cittadino, che per questo motivo deve poter spendere il proprio denaro nelle forme che preferisce.

 

 

 

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