martedì 15 gennaio 2013

Inverno 2013 - Novità in libreria: Lupo Editore

D'inverno sono molti gli animali che vanno in letargo, orsi, ghiri, tassi, e perfino volpi. Tra gli animali che popolano il fitto bosco dell'editoria nazionale ce n'è uno, invece, che ha scelto proprio il culmine di questo inverno per presentare alcuni tra i suoi titoli più interessanti, si tratta di Lupo Editore. Le novità di Lupo Editore, che ci fanno già compagnia in queste fredde giornate o che presto potrete leggere in libreria (distribuzione Messaggerie), sono diverse e molteplici, si tratta di romanzi, poesie, saggi, accomunati da un filo conduttore, quello delle "storie".



Per quanto riguarda i romanzi c'è l'imbarazzo della scelta, sia per quanto riguarda i generi, che gli stili, dal romanzo di fiction a quello storico passando per le storie di vita.
"Il curatore segreto del Vaticano" di Umberto Vitiello è un testo attuale, che non mancherà di interessare tutti i lettori che sono appassionati di quello che, negli ultimi anni, è diventato un vero e proprio genere letterario, quello dedicato alle opere di cronaca, approfondimento e indagine letteraria che ruotano attorno all'affascinante mondo del Vaticano. "La donna lumaca" di Rosaria Iodice è una storia forte e al tempo stesso intima, delicata ma anche cruda, il racconto si sviluppa a partire da un oblìo, quello di una donna che viene accolta in uno ospizio per anziani. La sua identità celata nasconde un segreto e, allo stesso tempo, il dolore per un ricordo del passato. Attraverso i suoi occhi viviamo una storia che diventa anche la nostra. Il libro di Rosaria Iodice viene pubblicato da Lupo Editore nella collana Sput, 'storica' collana dedicata alle storie vissute al limite, storie di viaggio e di frontiera, di passaggio e mutamento, non solo interiore. "La cura dell'attesa" di Maria Pia Romano è un romanzo intenso, nel quale l'autrice conferma, come le sue prove precedenti, l'abilità nel cogliere gli elementi del proprio ambiente, trasfigurandoli dal particolare e rendendoli universali, così facendoci entrare in un mondo, quello in cui ambienta di volta in volta le sue storie, che grazie alle descrizioni 'da vicino' dei sentimenti provati dai protagonisti diventa nostro. Una scrittura particolare, dove gli elementi della natura si scambiano spesso con quelli della mente, come se anima e "corpi" fossero una cosa sola, non solo per la protagonista, ma per tutto ciò che la circonda. Romanzo, storia leggendaria, epopea, tutto questo è "Margarito" di Dario Stomati, che proietta il lettore nel XII secolo, per seguire le vicende de 'Il leggendario arcipirata da Brindisi', come recita il sottotitolo; un libro che ricrea a perfezione le atmosfere e le vicende avventuriere, piratesche, marinare, che ebbero come protagonista un uomo che si innamorò di una città, pirata bizantino divenuto ammiraglio del regno Normanno di Sicilia, grazie al quale si intrecciarono le storie della Puglia e della Grecia.

"Carmelo Bene il fenomeno e la voce" a cura di Antonio Zoretti, come intuiamo dal titolo derridiano, è un testo che raccoglie il frutto di anni di studio del curatore, Antonio Zoretti, sulla figura di Carmelo Bene, un ambizioso 'sunto' di tutta l'esperienza artistica di uno dei più grandi maestri del teatro e della letteratura del Novecento. Un'opera che non può mancare sullo scaffale di stimatori, studiosi e interessati all'Opera del Maestro. "Lucia Solidoro, la 'Santina' di Gallipoli" di Maria Antonietta Manca presenta la storia, accompagnata alle lettere, di Lucia Solidoro, la "Santina" di Gallipoli, una figura popolare, vissuta nel secolo scorso e venerata ancora oggi dalla comunità gallipolina. Si tratta di un percorso affascinante nella vita di una devota, accompagnato a una ricca documentazione bibliografica e fotografica che non mancherà di incuriosire tutti coloro che, a titolo giornalistico o a puro scopo conoscitivo, si interessano delle storie che ruotano attorno a personaggi che hanno fatto della devozione mistica una loro ragione di vita.

Passiamo poi a due titoli di poesia, in un catalogo che cura con particolare attenzione la veste grafica e la selezione dei testi, si tratta di Marta Toraldo, con "El vacìo" e di Marco Vetrugno, con "Poetico Delirio". Quello di Marta Toraldo è un libro ambizioso, nel messaggio delle singole liriche e nell'impianto di costruzione della raccolta, pubblicata direttamente con testo a fronte in spagnolo, ma nella quale si può affermare che ambedue le lingue si equivalgono. L'introduzione del testo è scritta da Stefano Donno, che inscrive questa raccolta - non a torto - nella storia di un percorso 'poetico' di voci di rilievo nel panorama culturale, non solo, salentino. Marco Vetrugno, trentenne, realizza con "Poetico Delirio" un vero e proprio 'corpo a corpo' di se stesso con la fisicità che pervade i suoi testi, ai quali non si può essere indifferenti perché abili a chiamare in gioco il lettore, con uno straniamento anche autoironico nei confronti della stessa, presunta, serietà dell'oggetto poetico, nel quale - per molti ma non per lui - le parole sono oramai soltanto macchie cadute su una pagina. "La bottega del rigattiere" di Paolo Vincenti è un testo che racchiude una grande ambizione, quella di costituire un'opera transgenere, che si presenti allo stesso tempo come prosa, poesia, riflessione, romanzo, teatro; parola scritta e allo stesso tempo spettacolo della parola. Paolo Vincenti non è nuovo a questo tipo di 'ibridazioni' letterarie e, in questa prova, ha raggiunto un equilibrio delle sue potenzialità espressive; non a caso, in contemporanea all'essere-libro della bottega, esiste uno spettacolo musicale-riflessivo-poetico, una sorta di wunderkammer rizomatica e itinerante ideata dall'autore.

Tutte le informazioni relative ai volumi possono essere reperite, insieme a altre notizie, sul sito internet di Lupo Editore, all'indirizzo http://www.lupoeditore.it

(Luciano Pagano)

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"Il curatore segreto del Vaticano" di Umberto Vitiello



Le aspirazioni, le delusioni, il coraggio di responsabile e ferma critica, l'impegno paziente e persistente in difesa e diffusione dei valori evangelici più genuini di tanti teologi contemporanei, vecchi e giovani, da Hans Küng a Vito Mancuso, in un romanzo avvincente in cui la Chiesa Cattolica proiettata nel futuro è alla sua svolta storica più significativa e radicale. Profeticamente collocata in un domani non molto lontano, la Chiesa accoglie tutti i cristiani del mondo in una semplificazione teologica che la rende universalmente accetta, ed è osservata criticamente dal futuro nelle sue tante contraddizioni presenti e passate, un groviglio di intrighi e connivenze stroncato a fatica dall'ultimo papa e dai pochi che credono con lui di riuscire a riportarla ai genuini valori evangelici dei primi secoli. 

La narrazione segue i canoni del dissenso intellettuale: un metodo che consente, senza incorrere in accuse di eterodossia, una visione critica del reale stato in cui versa la comunità dei cristiani detti cattolici, scrutando le loro delusioni e scoprendone le aspirazioni, per delineare la configurazione progettuale della Chiesa da tutti agognata. Tutto si svolge alla vigilia del Concilio Vaticano III, convocato dal nuovo papa – un convinto "giovanneo" sudamericano – per attuare la riconciliazione dei cristiani del mondo intero in un'unica Chiesa, degna per la sua rinnovata natura di accogliere Cristo quando, alla fine dei secoli, farà ritorno sulla terra. 

Grande è l'avversione della maggior parte dei curiali che, difensori della tradizione e dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere a raggiri e complotti pur di evitare che, con l'ecumenismo realizzato, la Chiesa Cattolica rinunci alla propria ricchezza e al plurisecolare patrimonio teologico che la rende del tutto diversa dalle altre comunità cristiane. La storia – (scritta con la collaborazione di un giovane teologo) - ha inizio con un omicidio commesso all'abbazia del Santo sul Colleprato che alla fine delle indagini vede coinvolti alcuni alti prelati e consente al papa di affrettare i tempi dell'innovazione e della riconciliazione. Ospite dell'abbazia da alcuni anni è un noto economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio centrale dell'intera vicenda.

Chiamato segretamente in Vaticano, è lui che, definito "curatore", informerà il papa della vera natura dei fondi dello IOR e il modo come liberarsi di questa istituzione e di tutte le operazioni finanziarie in netto contrasto con i principi evangelici, affinché la Chiesa del futuro, unica per tutti i cristiani, torni ad essere simile a quella delle sue origini. La conclusione della storia è nella convocazione del Vaticano III, ultimo concilio della Chiesa Cattolica e primo della Chiesa di Cristo di tutti i cristiani del mondo.


"La donna lumaca" di Rosaria Iodice



Nell'ospizio per anziani e sbandati che l'ha accolta negli ultimi anni, Angela ripercorre la sua esistenza "diversa". Ha visto la guerra da bambina, e poi la rinascita del Paese, ma ha subito la violenza delle convenzioni; ha vissuto le turbolenze di una società in mutamento, spaccata tra la spinta alla modernità e la ferocia di cupe ideologie, incapace di uscire dal guscio. La sua è sempre stata una lotta disperata e solitaria, segnata dai sensi di colpa e dall'autocensura, solo a tratti addolcita da una maternità che ha difeso con le unghie e coi denti. Ma la contraddizione e la menzogna a cui si è condannata da sé hanno finito con lo straziare il rapporto più prezioso spingendola alla fuga e al randagismo in cerca di espiazione. Eppure – come per Florentino Ariza e Fermina Daza – inaspettatamente l'amore negato trova la sua ora di riscatto e si afferma oltre il pregiudizio e il moralismo bigotto. La storia di una donna, tra tante.


"La cura dell'attesa" di Maria Pia Romano



«Non era nuda abbastanza se non scioglieva i capelli. Lui la obbligava a farlo, ogni volta». Davide è stato per Alba la rivelazione della pulsante voce della vita, la scoperta dell'amore che s'incide sulla pelle, per la prima volta. Nel trascorrere degli anni lei ha cercato di scacciare l'immagine inopportuna di un volto riemergente dal passato, è diventata una donna decisa e brillante: un ingegnere capace di spiegare ai suoi studenti il mondo dei motori disegnando alla lavagna curve perfette come il suo grembo, tenero portatore di nuova vita.
Nell'attesa, Alba sfoglia le pagine della sua esistenza: l'infanzia chiusa nel cerchio perfetto della sua casa, gli anni a Ruvo di Puglia, poi il trasferimento nel Salento, la dedizione allo studio, le oscillazioni dell'animo. E lo sguardo innamorato di Filippo, il suo presente.
Cos'è l'amore? Il calore della sicurezza che accarezza e non delude? Oppure la sottile incertezza che sa infiammarsi di passione, facendo invertire la rotta all'improvviso? Le grandi storie come questa possiedono la forza per navigare in un mare di parole.

"Margarito. Il leggendario arcipirata da Brindisi" di Dario Stomati



Da migliaia di anni, nei caldi tramonti di luglio, le acque del Seno di Ponente si colorano di 
rosso sanguigno, mentre lambiscono le fiancate delle navi, che dolcemente s'accostano sicure

all'approdo.La natura ha voluto che il porto di Brindisi s'aprisse, offrendosi maternamente ospitale, 
a tutte le navi che solcano il Basso Adriatico, senza chiedere se a bordo vi siano militari, pacifici 
viaggiatori, i grandi della Terra, la disperazione di immigrati senza patria, o persino pirati. 
Da qui prende l'incipit il romanzo di Dario Stomati, proiettandoci in uno spaccato della storia nel 
XII secolo, per farci rivivere le gesta del greco Margarito, ammiraglio o pirata poco importa, che 
seppe dare lustro alla città, che lo aveva accolto e nutrito, amandola al punto da assumerne il nome 
e identificandosi completamente con essa. Pur alla prima prova da romanziere, l'autore, utilizzando 
sapientemente i canoni del romanzo storico, riesce a dare solidità alla ricostruzione della vicenda 
umana, personale e famigliare, di Margarito da Brindisi, continuamente intrecciandola con gli 
avvenimenti della Grande Storia.

"Carmelo Bene il fenomeno e la voce" a cura di Antonio Zoretti



"Ecco" - diceva Cesare Garboli - "quello che a volte ci manca quando si sente parlare di Carmelo Bene in maniera dotta e molto impegnata, oggi, è quell'esperienza degli anni '60 che, per chi andava a teatro, vedeva non solo qualcosa di straordinario…un attore geniale, ma la risata (non perché faceva il comico), una risata liberatoria, di uno che faceva piazza pulita, distruggeva montagne di carta in un colpo di mano. Non solo prendeva in giro i critici o le persone che pensavano di avere cultura (avendone dieci volte di più lui), stralciando soprattutto il resto dell'intellettualità italiana, ma faceva proprio piazza pulita di forme, valori, pseudovalori culturali."
Per questo è importante tornare a riflettere sull'operato di Carmelo Bene, il quale è da considerare un fenomeno culturale del XX secolo. A conferma e a testimonianza dell'oramai unanime riconoscimento attribuitogli: essere considerato uno dei massimi artisti del Novecento.


"Lucia Solidoro, la 'Santina' di Gallipoli" di Maria Antonietta Manca



Da tutti gli scritti di Lucia Solidoro possiamo dedurre che la Serva di Dio ha passato la sua breve esistenza nella pratica di una fede viva verso colui che costituiva la sua gioia. «Proprio in questo momento mi metto a letto con la febbre: mi è successo come la notte del giovedì santo e prego perché mi continuasse ancora», scriveva al suo padre spirituale. 

Non cercava altro che la volontà paterna del Signore e amando questa volontà, vedeva nelle sue sofferenze la divina volontà. La serva di Dio trovava la sua gioia nella sofferenza. Innumerevoli sono le testimonianze di questa esperienza di gioia nella sofferenza che Lucia Solidoro offre nei suoi scritti. «Mi metto a fare preghiera e penso che volevo curare di più Gesù quell'amore che... gli dico che voglio soffrire e darmi una croce ancora più pesante. Il mio desiderio è quello di essere messa in croce come lui, ma so che questo desiderio non lo posso avere, allora voglio almeno immolarmi a te».

Maria Antonietta MANCA - Vive a Nardò, nel Salento. Laureata in Lettere presso l'Università degli Studi di Lecce, docente, si interessa di problematiche sociali e del territorio. Fa parte dell'Associazione Italiana di Geografia.

"El vacìo" di Marta Toraldo



La poesia presentata in questa raccolta sembra essere dotata di vita propria ovvero pare che una volta inchiodata alla pagina dall'autrice cerchi di ritornare poi alla sua forma di totalità, che per un capriccio di chissà quale gioco cosmico può tanto rivelarsi per sostanza che per spirito. Spazio e Tempo sono due categorie che non appartengono a questa poetessa, che del romanticismo non ne fa melancolia e lacrima, ma forza distruttrice di attivo nichilismo, dunque incontenibile furia che consciamente sceglie di distruggere per costruire. (Stefano Donno)

Marta TORALDO Nata in 1991. È nata a Maglie (Le) nel 1991. Vive e studia a Lecce, dove frequenta l'ultimo anno della triennale di filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università. Ha pubblicato una raccolta poetica dal titolo Vie Fuggitive i cui versi sono stati tradotti in inglese (ed. Icarolibri, collana poetica "voli", 2009). Alcune sono apparse in dicembre (2012) nella raccolta antologica della Fondazione Mario Luzi di Roma.

"Poetico Delirio" di Marco Vetrugno



Il mio orgasmo è l'inchiostro di queste parole. Il mio sogno scarabocchiato ha il peso di un foglio. La mia ispirazione ha articolazioni ossa vene e pelle. La mia gioia è stare seduto a delirare silenziosamente perché i sogni di vino sono effimeri e non possono aspettare.

Marco VETRUGNO - Nato a San Pietro Vernotico il 19.01.1983 e vive a Lecce. Provato dalla prematura morte del padre sospende il suo percorso di studi per intraprendere (deludenti) esperienze lavorative. Al suo rientro a Lecce, riprende la frequenza scolastica conseguendo il diploma all'Istituto d'Arte. Appassionato di letteratura, frequenta la facoltà di Beni Culturali ed è impegnato nella stesura di una seconda raccolta poetica.

"La bottega del rigattiere" di Paolo Vincenti



Ho iniziato a scrivere ché volevo cambiare il mondo, volevo fare la rivoluzione, poi ho cercato di cambiare il senso delle parole - troppo presto hanno iniziato a rovinarmi i poeti francesi - volevo cambiare la vita ma scrivere è difficile, troppo lungo l'apprendistato e non basta una vita...così ho iniziato a citare, riprendere, trascrivere o alla peggio, copiare. Sicché la mia, ora, si può davvero definire come una "bottega del rigattiere".

Paolo Vincenti, giornalista e scrittore, vive a Ruffano (Lecce). Suoi testi sono presenti su svariate riviste salentine e sul web.
Ha pubblicato: L'orologio a cucù (Good times), I poeti de L'uomo e il Mare 2007; A volo d'arsapo (Note bio-bibliografiche su Maurizio Nocera), Il Raggio Verde 2008; Prove di scrittura, plaquette, Agave Edizioni 2008; Di Parabita e di Parabitani, Il Laboratorio 2008; Danze moderne (I tempi cambiano), Agave Edizioni 2008; Salve. Incontri, tempi e luoghi, Edizioni Dell'Iride 2009; Di tanto tempo (Questi sono i giorni), Pensa Editore 2010.

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