mercoledì 22 agosto 2012

NOTA STAMPA. VERONA. CASO TOMMASOLI. UN PROCESSO POLITICO?

NOTA STAMPA. VERONA. CASO TOMMASOLI. UN PROCESSO POLITICO?

Parliamo dell’omicidio di Nicola Tommasoli elevato agli onori della cronaca come un caso politico. La stampa di sinistra scrisse di una banda di naziskin che uccise un ragazzo per una sigaretta. Intorno al caso Tommasoli si è scatenato un polverone mediatico e politico di proporzioni colossali, come se si trattasse di un episodio straordinario e del tutto inusuale.

Sull’omicidio Tommasoli, però, è tutto da rifare. La Suprema Corte accoglie il ricorso del procuratore generale di Venezia e delle parti civili. E così, a quattro anni di distanza dai fatti, torna a processo anche chi era stato assolto. Un grido di dolore si eleva dal cuore delle madri dei presunti assassini. Hanno preso tastiera e mouse ed hanno scritto al dr Antonio Giangrande, scrittore dissidente che ha scritto libri pertinenti questioni che nessuno osa affrontare e presidente della “Associazione Contro Tutte le Mafie” (www.controtuttelemafie.it) sodalizio nazionale antiracket ed antiusura. Hanno scritto di “anomalie” processuali evidenti ma ignorate, che vanno al di là del rinvio della Corte di Cassazione. Non lo dicono chiaramente, ma dalle loro parole traspare un senso d’ingiustizia dall’esser vittime di un processo politico o comunque di un errore giudiziario.

«Per chi come me conosce la pratica giudiziaria e la disinformazione mediatica, è doveroso dare voce a chi voce non ha, - spiega il dr Antonio Giangrande - specie se certe sentenze appaiono a dir poco contrastanti. Giudici contro. Giudici che nemmeno loro sanno cogliere la verità. Per questo si dà spazio ad una posizione quanto meno legittima per dire, almeno in questa sede, come starebbero le cose e come sono state valutate le prove. Sono dichiarazioni di parte ma che in quanto tali meritano almeno una volta di essere ascoltate. Conoscere per giudicare. Questo è il mio motto. Per questo lascio la parola sui miei siti web alla pagina di Verona a Marta Brunelli, madre di Federico Perini, ed a Silvana Bovi, madre di Guglielmo Corsi, il ragazzo che ebbe la brutta idea di chiedere la sigaretta.»

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

www.controtuttelemafie.it e www.telewebitalia.eu

099.9708396 – 328.9163996

Autorizzati alla pubblicazione. Il contatto è pubblico ed amicale. Se disturbo rispondi “Cancella”.

 

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