sabato 4 agosto 2012

Autobus pubblici Firenze. Stop a Ferragosto? Come i nazisti di un'azienda di 37 mln di capitale sociale...

Firenze, 4 agosto 2012. Pare proprio che a Ferragosto gli autobus del servizio pubblico fiorentino (ATAF) non circoleranno perche', come deciso in un incontro lo scorso marzo tra i Comuni interessati a questo servizio, dovendo tagliare per la mancanza di fondi, si e' optato per il Ferragosto, risparmiando cosi' 58.000 euro.
Ci lascia perplessi la motivazione. Nelle feste comandate in cui il servizio e' assente si porta a motivazione che tutti, autisti inclusi, hanno diritto a passare le feste coi propri cari, facendo finta di dimenticare che cio' non avviene per tutti quelli che svolgono un servizio fondamentale di pubblica utilita' (treni, elettricita', gas, acqua, taxisti... fino a bar e ristoranti). Nel nostro caso il fattore pare sia solo economico: 9 Comuni dell'area metropolitana che hanno deciso a marzo che per Ferragosto non avevano 58.000 euro, meno di 7.000 a testa che, se divisi in proporzione al bacino di utenti, a parte Firenze, per gli altri Comuni si sarebbe trattato di pochi spiccioli.
Quel che colpisce e' una intervista, sul quotidiano La Nazione di oggi, all'assessore provinciale ai Trasporti (ente da cui dipende la gestione/decisione della mobilita' dell'ATAF), Stefano Giorgetti. Il nostro dice: "con i tagli salta il concetto che il servizio pubblico e' dovuto a tutti. Si devono fare delle scelte. Le nostre sono quelle di assicurare gli spostamenti agli studenti, ai lavoratori, ai pendolari. Che a ferragosto sono sicuramente ridotti". Stimolato dall'intervistatore sulla penalizzazione degli anziani, l'assessore dice: "...Comunque quando si taglia si penalizza sempre. E le fasce piu' deboli sono sempre le prime a rimetterci, in ogni caso."
Crediamo che alla Provincia di Firenze, oltre ad una necessaria riflessione sulla propria inutilita' e costosita' congenita che verra' solo leggermente scalfita dalla "spending review" del Governo, debbano pensare alla politica che stanno mettendo in atto, proprio ai principi base: se partono dal presupposto che il servizio pubblico non e' per tutti e lo confermano sostenendo che a rimetterci devono essere le categorie piu' deboli, vuol dire che non solo non hanno capito nulla di "servizio pubblico", ma che sono persone pericolose. Che differenza c'e', nel metodo, con l'ideologia nazista che per il bene di quelli che riteneva essere i principali attori della propria comunita' giustificava la soppressione degli ebrei, degli omosessuali, cioe' di tutti coloro che non erano riconducibili all'arianesimo? In sostanza nessuna!! I Comuni fiorentini non hanno deciso di sopprimere le persone come fece il nazismo, ma di sopprimere i loro diritti, soppressione che nel 2012 rispetto agli anni 30/40 del secolo scorso (almeno nel mondo cosiddetto occidentale, dove i diversi non si ammazzano piu') equivale alla soppressione fisica.
Stiamo esagerando? Non crediamo. Ogni secolo ha i propri governanti che si adeguano ai metodi impositivi del tempo in cui vivono. Col medesimo risultato: far pagare a quelli che loro ritengono dannosi/improduttivi il prezzo delle proprie incapacita'. Con l'aggravante che questo avviene in un contesto, quello fiorentino, dove il risvolto economico negativo (turismo) e' nell'evidenza.
Noi non abbiamo consigli da dare all'assessore Giorgetti, anche perche' siamo troppo a ridosso e non abbiamo avuto modo di studiare la questione e vedere i bilanci dell'ATAF (incluse le buone uscite degli amministratori e le spese di pubblicita' su giornali che non legge nessuno). Ma sappiamo che 58.000 euro, per ATAF spa che ha un capitale sociale di piu' di 38 milioni di euro, e' equivalente a meno di 1 euro nel bilancio di una famiglia media che guadagna 1.200 euro al mese.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

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