martedì 17 luglio 2012

Movida a Firenze e ordine pubblico. Come non risolvere problemi.... che potrebbero non essere tali

Firenze, 17 Luglio 2012. La cosiddetta movida fiorentina e' diventata un problema: per chi la frequenta, per chi la offre, per chi la subisce e per chi dovrebbe garantire l'ordine pubblico.
Per chi la frequenta. Occorre stare molto attenti perche' si puo' facilmente essere coinvolti in episodi di degenerazione del comportamento umano, atti che non rispettano la socialita' del fenomeno esaltando la prepotenza di alcuni contro i piu'. Questo grazie ad un contesto in cui l'autorita' viene concepita e vissuta come un limite e non un aiuto per far stare meglio tutti. E grazie anche ad un contesto infrastrutturale insufficiente e precario che invita all'arrangiarsi, dall'assenza di supporti su cui sedersi, alla scarsita' di gabinetti pubblici, al molto repentino strabordamento dei contenitori di rifiuti.
Per chi la offre. Gestori di locali chiamati a sostituire le forze dell'ordine ("addetti alla clientela", li chiama il Patto che il Comune ha proposto loro), con una sorta di pagella o patente a punti, che dovrebbe portare non si sa dove. Gestori che, pagando gia' le tasse (che per le zone interessate non sono "bruscolini"), si vedono aggiunti altri costi a cui, pur se diranno che vi si atterranno, la storia ci insegna che in qualche modo si riprenderanno. Erano, sono e restano bottegai, per cui o sui clienti o sullo Stato, questi soldi in piu' e' garantito che se li riprenderanno: costi aggiuntivi ai clienti, patti sottoscritti e non rispettati, evasione fiscale, etc.
Per chi la subisce. Coloro che non frequentano questa socialita' notturna, ma hanno la sfortuna di abitare nelle zone in cui si snoda, sono condannati, per minimo due giorni alla settimana (venerdi' e sabato), e soprattutto d'estate quando si dorme con le finestre aperte, a subirne le conseguenze: rumori, difficolta' della mobilita' presso la propria abitazione, insicurezza e rifiuti diffusi.
Per chi dovrebbe garantire l'ordine pubblico. Perche' non e' in grado di farvi fronte e, oltre a rasentare il ridicolo/assurdo coi patti in cui pretendono che i gestori dei locali divengano poliziotti, non si rende conto che il metodo da utilizzare e' uno solo: far rispettare le leggi e organizzarsi di conseguenza per garantirlo. Carenza che comporta una crescita di sfiducia dei cittadini, portando gli stessi ad auto-organizzarsi per letteralmente sopravvivere; sia che si tratti dei frequentatori della movida (che fanno i bisogni corporali dove capita, buttano i rifiuti fuori di contenitori stracolmi, usano qualunque struttura per sedersi, inclusi i vasi di fiori e i monumenti), che dei gestori dei locali (pronti a cogliere una minima distrazione per trarne maggior profitto e meno spesa), che degli abitanti in loco (secchiate d'acqua, finestre chiuse, rabbia e stress che si riflette sui loro comportamenti le mattine successive alle notti insonni).
Ovviamente non c'e' una bacchetta magica per accontentare tutti, ma ci sono sicuramente dei percorsi da provare che, a nostro avviso, non sono, come fa l'amministrazione comunale, nel totale scarico di responsabilita' soprattutto sui gestori dei locali (non siamo in Olanda e Germania: qui non funziona!!).
Il percorso che noi indichiamo e' quello di  piu' presenza, piu' specializzazione, nessuna deroga, maggiori infrastrutture. Questo comporta che il Comune abbia maggiori disponibilita' finanziarie: mai come in questo caso la fiscalita' diretta potrebbe dare i suoi frutti. Vuoi tenere aperto il locale fino alle 3 di notte in quel luogo dove sopra ci dormono i residenti? Rispetta rigidamente le regole (che ci sono e vanno bene: soglia del rumore, all'interno dei locali, etc), paga piu' tributi, ed io Comune ti garantisco controlli sui comportamenti incivili su chi e' fuori del tuo locale, raccolta continua dei rifiuti dai contenitori, incremento dei posti pubblici in cui sedersi, presidi sanitari per primi interventi (senza escludere, per esempio, anche il controllo sulla qualita' delle droghe illegali che vengono ingerite). Chi sgarra paga.
Stiamo chiedendo la luna? Non ci sembra.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

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