mercoledì 4 aprile 2012

Animalisti al Ministero. E chi lavora a spasso?



All'Ill.mo Sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale.

All'Ill.mo Presidente del Consiglio Mario Monti ed al Governo tutto.

P.C. agli organi di informazione.



Nei giorni scorsi alcuni organi di informazione hanno riportato la notizia dell'istituzione da parte del Ministero della Salute di un "tavolo permanente ministero-associazioni per benessere animale", di "un canale di collaborazione diretta con la neonata Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente rappresentata da Michela Vittoria Brambilla, che riunisce le principali organizzazioni del settore". Secondo tali fonti, sarebbero stati proprio il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale e Michela Vittoria Brambilla a darne l'annuncio.

Intendo con la presente sottoporVi alcune osservazioni, peraltro largamente condivise e non solo all'interno delle categorie che mi onoro di rappresentare, relative sia all'ingentissima spesa di denaro pubblico che ha rappresentato fino ad oggi l'approccio animalista alla gestione degli animali, sia inerenti alla imparzialita', equita' e correttezza dovuta dallo Stato, e quindi dai propri funzionari e dal Governo tutto, verso ogni Cittadino e verso tutte le Categorie Sociali, comprese quelle produttive che lavorano con gli animali.

Per quanto riguarda la questione costi sociali, ad esempio per la gestione del randagismo, anche se esistono stime di spesa ben superiori basate sulla somma degli investimenti statali, delle Regioni, dei Comuni e di altri Enti, e' stata proprio un'associazione animalista a dire recentemente che "Il business del randagismo e dei canili viene valutato intorno ai 200 milioni". E se sono in genere proprio le associazioni animaliste a denunciare il business legato al randagismo, sono proprio associazioni animaliste proprietarie o gestrici di molti canili, sono associazioni animaliste che per le loro prestazioni percepiscono denaro dai Comuni o altri Enti, sono associazioni animaliste che devono buona parte dei loro bilanci milionari proprio all'esistenza del "problema" randagismo. Dopo oltre 20 anni dalla promulgazione della Legge 281, definita appunto di ispirazione animalista, da Sud a Nord persone, bambini, anziani e padri di famiglia vengono sbranati dai cani randagi, che hanno continuato ad aumentare di numero negli anni, cosi' come e' aumentata la penetrazione nelle Istituzioni delle associazioni animaliste e quindi il loro potere, cosi' come sono aumentate le cifre nei loro bilanci. Ora sono sempre loro, le associazioni animaliste, che dicendo di non avere alcuna responsabilita' della situazione, vogliono spiegare/imporre le loro soluzioni. Ma che interesse possono avere ad eliminare una tale intoccabile fonte di denaro e di potere?!?

Non e' successo molto tempo fa che il presidente di una di quelle associazioni animaliste, omettendo ovviamente di ricordare che a pagare sono sempre i Cittadini, ha detto che l'animalismo offre interessanti prospettive occupazionali.

Per quanto riguarda, invece, la questione imparzialita' ed equita' delle Istituzioni, si legge gia' dal sito della neonata Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che tra i suoi obbiettivi vi sia "l'abolizione della sperimentazione in vivo sugli animali, l'abolizione dell'utilizzo degli animali nei circhi, la chiusura degli zoo, l'abolizione dell'allevamento, della cattura e dell'uccisione di animali allo scopo di produrne pelli e pellicce, l'abolizione degli allevamenti intensivi e la promozione delle scelte alimentari vegetariane e vegane". Lo stesso obbiettivo statutario di qualche associazione che siederebbe a quel tavolo, di portare "gli umani da una visione antropocentrica ad una biocentrica" , reale o propagandistico che sia, mi pare che poco si attenga alla visione del Creato della Bibbia. Tanto meno al modello di rispetto di integrita' della Creazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, modello che parrebbe essere, oltre che mio, anche del Sottosegretario Cardinale.

Non mi pare pertanto fuori luogo che sussista un certo timore, se effettivamente il Sottosegretario alla Salute Cardinale ritenesse di assumere una posizione che appare ideologica ed unilaterale sul tema animali, formalizzando "un presidio animalista" permanente dentro il Ministero della Salute, formato da un pool di associazioni che fra le altre cose portano, attuano, e promulgano ogni tipo di iniziativa ideologicamente ostile verso attivita' legali, legittime e produttive quali allevamento, circo, addestramento, zootecnia, ecc.

Servono ancora regolamenti, leggi, ordinanze e quant'altro che con il paravento del benessere animale, mirino in realta' a rendere quanto piu' onerosa, insostenibile e piu' vessata possibile qualsiasi attivita' con gli animali che paghi le tasse? E non e' casuale che io parli di "attivita' che pagano le tasse": sono stati affrontati in questi anni col medesimo rigore il problema del "traffico" dei cani di razza e quello del traffico di randagi, delle "staffette" di animali talvolta affetti da zoonosi quali la leishmania, delle importazioni di randagi dal e verso l'estero,  dell'uso che viene fatto dei canili a finanziamento pubblico in merito a eventuali, ma a volte addirittura pubblicizzati, stoccaggi di quei cani?

Temo, e non sono il solo, che un tavolo come quello descritto dai media darebbe solo maggiori possibilita' agli animalisti di portare avanti i propri interessi attraverso lo Stato. Interessi che non sono quelli degli animali, anzi, sono spesso contro di essi, oltre che contro intere Categorie Sociali e contro il sentimento comune dei Cittadini. E sottolineo "contro il sentimento comune dei Cittadini": per rendersene conto basta paragonare il reale numero degli iscritti a queste associazioni con quanti sono, per esempio, i proprietari di cani di razza, compreso mi pare il Presidente Monti, se non erro proprietario di un Golden Retriever che se fosse per quelle associazioni non sarebbe mai nato; oppure a quanti lavorano in allevamenti, circhi, zoo e nella filiera zootecnica e alimentare tutta.

Non credo che faccia parte degli interessi dei rappresentanti di questo Governo incrementare il randagismo o la spesa pubblica, ma siamo in molti a temere che sia interesse primario di quei "collaboratori" che sembrerebbe si siano scelti.

Scelta che, se vera, anche se comprensibile vista la potenza mediatica che le associazioni animaliste possono mettere in campo, in modo favorevole in cambio della "sensibilita'" alla loro "etica" o contraria se contraddette (ben lo sanno le Categorie Sociali discriminate da questa ideologia che vivono questo dramma ogni giorno), ritengo dovra' essere spiegata e pubblicamente anche agli anziani a cui vengono tagliate le pensioni, alle famiglie tassate sulla propria casa, ai giovani senza lavoro e a tutte quelle fasce sociali deboli, al ceto medio e al normale Cittadino a cui questo Governo ha chiesto e chiede sacrifici. A tutte quelle aziende che pur operando nella legalita' si sentono discriminate dagli animalisti ed oggi, alla luce di certe notizie, discriminate anche da uno Stato, che temono possa sempre piu' asservirsi ad un'ideologia che vuole l'animale come costo sociale perche' ne ha tutto l'interesse. Questa gente si chiede se sia questo un progetto occupazionale per sostituire zootecnie e settore animali.

Massimiliano Filippi
Segretario Generale FederFauna


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