A proposito di cedolare secca e di affitti in nero.
Qui si riporta una situazione, sollevata dalle vittime al dr Antonio Giangrande, autore della collana editoriale "L'Italia del trucco, l'Italia che siamo" e presidente della "Associazione Contro Tutte le Mafie". Storia esemplare quanto si voglia, ma palesemente ingiusta per chi sente sulla propria pelle le sferzate dell'ingiustizia.
Siamo a Bologna, una città famosa per l’università e per attirare tantissimi studenti da ogni parte dell’Italia e del mondo. Famosa anche per la fortissima evasione fiscale sugli affitti a nero degli appartamenti per noi studenti! Il gioco è semplice: il padrone di casa stabilisce un rapporto di fiducia con un tramite, una persona che ha il compito di incassare i canoni all’interno dell’appartamento. Di solito l’incaricato o paga regolarmente come gli altri ragazzi, oppure ha delle facilitazioni... e il gioco è fatto.
La nuova cedolare secca (D. Lgs. 23/2011) è una legge che cerca di mettere fine a situazioni del genere! Finalmente l’inquilino a nero può autonomamente recarsi all’Agenzia delle Entrate e stipulare un normale contratto 4+4 anni, senza il consenso del proprietario evasore. Il premio per la regolarizzazione è la diminuzione dell’affitto fino al 90%!! Si tratta di una legge che prende in considerazione la difficoltà di dimostrare il pagamento a nero, schierandosi dalla parte del più debole. Il Comune di Bologna è in prima linea in questa campagna anti-evasione e noi siamo tra i primi, se non i primi, ad aver agito in tal senso.
Siamo 5 studenti che, applicato la cedolare secca, siamo stati prontamente denunciati dalla proprietaria di casa. Quest’ultima ha sporto una querela per appropriazione indebita d’immobile verso ignoti, qualificandoci come “sconosciuti abusivi”. Siamo andati in causa forti del nostro diritto ma il Giudice con provvedimento immediato ha brutalmente ordinato il rilascio dell’appartamento (nel giro di "massimo una settimana"!). Quindi senza tenere in considerazione l’evasione fiscale che si protraeva dal 2008, senza considerare il nostro nuovo contratto regolare, senza considerare i bonifici di pagamento al tramite, il giudice si è basato esclusivamente sulla mancanza di prove di pagamento diretto tra noi e la proprietaria. Ma il canone in nero è illegale e non rintracciabile per definizione. La cedolare secca (Art. 3) è stata creata apposta per questo.
Di nuovo, chi è a pagare le conseguenze? Naturalmente i più deboli!! Insomma, siamo stati denunciati da un evasore fiscale per aver portato alla luce il suo illecito, ma ci ritroviamo ad essere puniti per questo. In questi tempi, in cui l’evasione fiscale è al centro del dibattito pubblico e politico, in cui la crisi economica mette in difficoltà le famiglie che devono mantenere un figlio fuori sede nella speranza di un futuro migliore, in cui la lotta all’evasione si è riaffermata come dovere morale di noi cittadini prima di tutto, chiediamo il vostro sostegno per far luce su questa vicenda ingiusta: non deve rimanere taciuta! Diffondete!
Una perfetta storia italiana: nell’atto giudiziario, la proprietaria afferma di aver ceduto gratuitamente un grande appartamento in pieno centro a Bologna al figlio di un amico del suo agente immobiliare (sic), stante l’impossibilità a vendere a causa della stagnazione del mercato in quel periodo (la famosissima crisi immobiliare bolognese del 2008....ora ridete pure!), e non ci sarebbero stati pagamenti di canone.
Questa è la vicenda nei dettagli: Noi 5 studenti fuori sede ci ritroviamo a subentrare nella stessa casa in periodi diversi. Venuti a conoscenza delle “particolari” quanto ambigue modalità di pagamento ci rivolgiamo ad un’associazione che si occupa di promuovere la campagna contro gli affitti in nero, per chiedere informazioni sui rischi e/o le opportunità della nuova legge che avevamo noi stessi consultato via internet. L’associazione ci prospetta esclusivamente uno scenario idilliaco, senza alcun pericolo per noi (“siete protetti dallo Stato... è una campagna contro l’evasione fiscale che si basa su una legge e su un vostro diritto...pagheremo noi anche le spese legali in caso di causa civile”)... ma questa è un’altra storia. Il ragazzo “tramite” – all’estero in erasmus fino a ottobre 2011 - era titolare di un contratto di comodato d’uso gratuito (cioè: la proprietaria “regala” per 4 anni l’appartamento in centro a Bologna a un ragazzo semi-sconosciuto) palesemente finalizzato all’evasione fiscale: un canone mensile veniva pagato alla proprietaria fin dal 2008. Uno di noi ha conosciuto personalmente la proprietaria - o chi si qualificava come tale – che veniva direttamente in casa a prelevare l’affitto. In seguito effettuavamo bonifici bancari al ragazzo-tramite, il quale girava i soldi alla proprietaria. Stanchi di questa situazione di precarietà, abbiamo proposto al ragazzo-tramite di applicare la cedolare secca! Abbiamo deciso coraggiosamente di andare avanti nonostante lui stesse organizzando delle contromosse in accordo con la proprietaria per mandarci fuori di casa e continuare il nero. Il 7 novembre siamo andati all’Agenzia delle Entrate. Come per miracolo, in poche ore, diventiamo titolari di un contratto regolare, naturalmente dopo aver pagato una ragionevole quota di tasse arretrate. La nostra proprietaria di casa, venuta a conoscenza della situazione dal nostro “tramite”, ha sciolto il contratto di comodato e ci ha denunciato il giorno stesso per violazione di domicilio e appropriazione indebita di immobile. Nella denuncia depositata in caserma afferma di aver ricevuto una telefonata dal ragazzo-tramite che, tornato dall’erasmus, dichiarava di aver trovato nell’appartamento 5 persone a lui sconosciute che lo occupavano illegalmente. “La proprietaria è potente e non sapete in che guaio vi siete messi!!”- è stata una delle ultime frasi del ragazzo prima della fuga dall’appartamento! I carabinieri, due giorni dopo, sono venuti a controllare se ci fossero o meno segni di effrazione in casa: li abbiamo accolti un po’ increduli un po’ preoccupati spiegando al momento tutta la situazione. Non hanno trovato tracce di effrazione e sono andati via. La mattina seguente siamo stati chiamati in caserma. Il Luogotenente, lo stesso del giorno prima, si è mostrato molto comprensivo: la situazione era abbastanza chiara, eravamo tutt’altro che abusivi. Ci disse che la proprietaria, saputo che si trattava di giovani studenti, ci avrebbe voluto contattare al telefono per giungere a “un accordo”, chiaramente alle sue condizioni. Sconvolti per la denuncia insensata e per la richiesta della proprietaria che perdona degli abusivi in quanto ”sono ragazzi” decidiamo di continuare a far i valere i nostri diritti. La vicenda continua: le nostre famiglie, nelle rispettive città, ricevono una lettera dai toni non poco minacciosi dal legale della proprietaria: se non ce ne andiamo ci aspettano migliaia di euro da pagare e addirittura il carcere. A quel punto l’associazione che ci consigliò fino ad allora, dopo la fretta per ottenere una donazione (di circa 1300 euro), ci mette in contatto con un legale. La “signora non solo si è arricchita per anni con i soldi delle nostre famiglie e di tutte le famiglie di studenti che dal 2008 hanno transitato in questo appartamento, adesso dopo la risposta alle diffide, prosegue con l’atto per la comparizione in tribunale. Vuole i danni morali e non solo!! L’atto giudiziario è di per sé incredibile: la proprietaria avrebbe ceduto gratuitamente la casa al figlio di un amico del suo agente immobiliare (sic) stante la stagnazione del mercato in quel periodo, e non ci sarebbero stati pagamenti di canone.. Ci vengono chiesti “danni morali per la violenza con cui abbiamo spogliato la signora della sua proprietà e appropriazione di bottiglie di vino pregiate presenti nell’appartamento (????!!)” e vengono chiamati a testimoniare la violenza: il titolare di un agenzia immobiliare (?), il “tramite” e dulcis in fundo il Luogotenente dei carabinieri (???!!!?). Le tesi avanzate, si contraddicevano anche con ciò che la stessa proprietaria ha detto al processo! I lapsus della proprietaria, tra l’altro, erano continui:... “il canone di affitto...ehm...il comodato gratuito...” ; “io non ho mai ricevuto soldi...1600 euro erano per il condominio!.. il condomino non è stato mai pagato”...etc. I testimoni al momento non erano presenti, quindi non sappiamo se i suoi testimoni fossero realmente a conoscenza di essere stati citati. Alcuni nostri testimoni chiave, da noi stessi contattati, prima di essere citati, hanno reagito inspiegabilmente malissimo. Due ex inquilini, un dei quali aveva conosciuto di persona la proprietaria e un altro che le aveva consegnati direttamente i soldi per un lungo periodo, si sono rifiutata di darci una mano, nonostante un rapporto di amicizia e convivenza con uno di noi. Abbiamo chiesto esclusivamente di dire la verità e nient’altro che la verità e di risposta: una metaforica porta sbattuta in faccia.
Al processo che si è tenuto il giorno 16 febbraio, solo l’accusa è stata ascoltata e presa in considerazione. La proprietaria non ha fatto altro che parlare di un fantomatico incidente e della sua impossibilità di controllare prima chi abitasse la sua casa (una delle tante): “giudice guardi il dito!! Me lo sono rotto!! Giudice! Un pirata della strada mi ha travolto sulle strisce pedonali! Guardi ho la stampella!”. Se anche fosse vero, ci dispiace per la disavventura della signora, ma noi che colpa abbiamo? Premetto che la signora era perfettamente in forma...o perfettamente guarita. Ma se degli abusivi avevano sfondato la porta, perché i suoi parenti che hanno uno studio notarile sul nostro stesso pianerottolo non se ne sono mai accorti? Un giorno, tra l’altro, la sorella si è rivolta a uno di noi dicendo: “ tu sei una delle nuove inquiline, che bello! Tutti studenti vero?” (??!) Dopo questa farsa al limite dell’assurdo, Il giudice sorridendo con sufficienza dopo che abbiamo dichiarato che il canone veniva ritirato a mano dalla proprietaria stessa (mentre lo dicevamo la proprietaria ha detto al suo avvocato bisbigliano “era mia sorella...!”) ci ha chiesto cosa studiavamo...e basta!!
Il Giudice in questione, famoso per la sua lentezza nel prendere decisioni (persone attendono anni prima che si pronunci), il giorno dopo (venerdì 17) con una e-mail di un rigo comunica al nostro avvocato che dobbiamo lasciare immediatamente l’appartamento, dando la possibilità alla proprietaria di averne completa disponibilità in via di giudizio (quindi tra mesi, anni, mai??). Adesso dobbiamo lasciare l’appartamento? Sottostare a questa pronuncia ingiusta, fondata esclusivamente sulle dichiarazioni di una parte, senza prendere in considerazioni le prove a nostro vantaggio?Vorremmo andare avanti sperando che la verità trionfi, combattendo per i nostri diritti!!! La paura è che ancora e per l’ennesima volta solo i potenti verranno ascoltati... e questo ci tiene in un clima di tensione...Ci siamo appellati a un nostro diritto e chi di dovere non ha seguito le legge e ha basato l’intero processo sui dei racconti contraddittori di una parte senza considerarci! Una battaglia ad armi impari...
Grazie per averci dato voce, Giulia, Edoardo, Greta, Francesco, Emanuele.
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Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE ONLUS
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