venerdì 8 luglio 2011

Nel Metrotram come in una passerella di moda - Padova 8 luglio 2011- LA MODA IN MOVIMENTO


 
 

LA MODA IN MOVIMENTO

Sfilata nel Metrotram di Padova  

 

 

 

 

La moda in movimento: modelle vestite con abiti icona dagli anni '50 agli anni '70 hanno sfilato questa mattina, venerdì 8 luglio, nel tram di Padova attraversando tutta la città.   Emblema di continui passaggi tra modernità e retrò e a diretto contatto con il pubblico, la sfilata è una anteprima della nuova edizione del Padova Vintage  Festival 2011, organizzato da Andrea Tonello e Paolo Orsacchini dell'Associazione Funkytown 70, che si terrà al Centro culturale Altinate/San Gaetano il 9, 10, 11 Settembre prossimo, con il Patrocinio del Comune di Padova. 



Una sfilata su tram di sei outfit accuratamente scelti tra gli archivi messi a disposizione  da collezionisti privati, fusi in un mix&matches di colori e combinazioni. A sfilare sono stati giovani e affermati  modelli e modelle, che vedono nel loro  background esperienze con brand come Benetton, Converse, Diadora, Lower Alpine, partecipazioni a concorsi nazionali come Italia Next Top Model, e suggeriti da agenzie  come Ascom ed  Elitè Model.
Protagonista è la commistione tra  passato e presente: atmosfere retrò create con soundtracks e abiti vintage, in un mezzo di  trasporto contemporaneo, ma dal sapore antico; contemporaneo e rapido collegamento  per gli abitanti di Padova, "meltin pot" di culture diverse, il metro tram rende metaforicamente l'idea di un Festival accessibile a tutti, performativo della nostra   realtà globalizzata.
Così fa l'attuale filosofia Vintage, rivisitazione del passato, ma paradossalmente viva espressione del nostro tempo. La moda appare sempre meno radicalmente nuova, traendo piuttosto dal passato linfa vitale per rigenerarsi.

 

Studio Pierrepi
Alessandra Canella
Via del Vescovado 79
35141  Padova
049-8753166
canella@studiopierrepi.it

L'invenzione del vintage

Il termine Vintage è un anglicismo che deriva dal francese antico vendenge, a sua volta derivante dalla parola latina vindēmia, ovvero la vendemmia dei vini più pregiati. Per quanto riguarda la moda, un vestito vintage è in generale un indumento che è stato creato almeno vent'anni prima. Riguardo alla nascita, innanzitutto non è un caso se questa abitudine di consumo sia nata negli anni novanta, gli anni di transizione e dell'incertezza, della parabola del grunge, della nascente globalizzazione e della logomania, testimoniati dall'opera-manifesto di Naomi Klein, No Logo. Gli strateghi del marketing intrappolarono la creatività degli stilisti in precise strategie che dovevano rispondere alle ricerche di mercato. Ma la magia del marchio (Gap, Benetton, Nike) e delle firme (Gucci, Chanel, Dior) creò un incantesimo da cui ben presto gran parte dei consumatori e degli stilisti si risvegliò, iniziando a rinnegare quell'inconsapevole voglia del logo e della standardizzazione. Dalla metà degli anni novanta i no-global assalirono i mercatini dell'usato, e non solo i McDonald, assieme a coloro che erano semplicemente stanchi del logo e si dedicarono alla ricerca di un nuovo stile. Il vintage nacque come movimento parallelo e di reazione alla dittatura dell'immagine che aveva sostituito il prodotto. In generale alla base del vintage c'è la volontà di riappropriazione dei valori e dei simboli di un passato recente o lontano che possa conciliarsi con le nostre esperienze. Discreti o eccentrici, questi abiti simboleggiano la nostra storia, lontana (lo stile liberty degli anni venti) o recente (i favolosi anni sessanta). Gli amanti di questo nuovo filone vogliono distinguersi, ricercando l'originalità e dando credito agli studi sociologici che parlano di un consumatore ormai emancipato e creativo. Come sosteneva Braudrillard già nel 1972 la moda non è più un incrocio di oggetti ma di significati, e oggi quest'affermazione è vera più che mai. 

 

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