E' stato firmato a Roma da Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel e da Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP), l'Agenzia della Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare e di logistica nelle emergenze umanitarie, un accordo quadro di collaborazione nella lotta alla fame nel mondo e ai cambiamenti climatici.
L'accordo quadro si articolerà in tre accordi specifici che coinvolgono due società e la Onlus del Gruppo: ognuna di esse metterà a disposizione del WFP le rispettive competenze. Una volta perfezionati, comporteranno investimenti tra i cinque e gli otto milioni di euro.
1) Enel Trade si occuperà di sostenere la produzione e distribuzione nei Paesi meno sviluppati (Least Developed Country) di stufe da cucina ad alta efficienza. "Cucine verdi" che riducono sensibilmente sia l'uso di biomasse, causa non secondaria dei gravi fenomeni di deforestazione che il rischio di violenze sulle donne impegnate nella raccolta della legna. L'iniziativa è in via di definizione: Enel Trade metterà a disposizione anche la sua esperienza nel campo dei Clean Development Mechanism, gli strumenti previsti dal protocollo di Kyoto a favore dell'ambiente. Enel Trade e il WFP effettueranno l'analisi di fattibilità e lo sviluppo del modello di business necessario alla generazione di crediti da riduzione delle emissioni di CO2.
2) Enel Green Power sta studiando l'installazione di impianti fotovoltaici presso le sedi logistiche del WFP per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas effetto serra. Le sedi identificate per lo studio di fattibilità sono quelle di Brindisi (una presso l'aeroporto militare "Pierozzi" e l'altra a San Vito dei Normanni), Panama City (Panama), Dubai (EAU) e Accra (Ghana).
3) Enel Cuore, la Onlus del Gruppo, selezionerà una o più iniziative umanitarie promosse dal WFP, che in coerenza con la propria mission saranno focalizzate su investimenti in beni infrastrutturali e strutturali o strumentali in Paesi dove il Gruppo Enel è presente. A una prima analisi, i Paesi identificati sono Perù, Colombia, Guatemala.
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