lunedì 21 marzo 2011

vernice 26 marzo

SATURA art gallery

associazione culturale - centro per la promozione e la diffusione delle arti

piazza Stella 5/1,  Genova 16123  tel: 010.246.82.84 / cell. 338.291.62.43

e-mail: info@satura.it  www.satura.it    www.facebook.com/satura.genova

 

COMUNICATO STAMPA

 

Sabato 26 marzo 2011 ore 17:00

Palazzo Stella – Inaugurazione

 

 

WIPEOUT

mostra personale di Andrea Marcoccia

a cura di Simone Pazzano

 

TUTTE LE COSE CHE NON PARLANO

mostra personale di Arianna Lerussi

a cura di Simone Pazzano


 

 THE BEST OF SATURA PRIZE


mostra collettiva


a cura di Sofia Bollo


 IL MARE IN CORNICE

mostra personale di Wilma M. Galasso

a cura di Sofia Bollo

 

 

Aperte fino al 9 aprile 2011

orario da martedì a sabato

ore 15:30 alle 19:00

 

Satura art gallery è lieta di invitarvi all'inaugurazione dei prossimi eventi espositivi sabato 26 marzo alle ore 17:00 nei suggestivi spazi di Palazzo Stella.

Insieme alle mostre personali di Wilma Galasso, Andrea Marcoccia e Arianna Lerussi, ospiteremo la collettiva di alcuni tra gli artisti premiati al concorso SaturaPRIZE 2010: saranno presentate le nuove opere di Gregorio Adezati, Carolina Ardia, Davide Brancato, Sara Calzolari, Andrea De Pascale, Silvia Infranco, Kay Pasero e Alessandro Tambresoni.

Questo nuovo ciclo di mostre rivela la dinamicità dell'attività espositiva di Satura art gallery, e ne rinnova l'impegno nella promozione ed incentivazione della produzione artistica di qualità.

 

 

Andrea Marcoccia è un giovane artista di talento nato a Roma, dove tuttora vive e lavora. Presso Satura ha partecipato al concorso internazionale SaturaPrize 2010 (under 40), nel quale si è classificato secondo con l'opera Wipeout.

È un viaggio quello che ci propone l'arte di Andrea Marcoccia. Un viaggio tra interminabili strade e testimonianze di archeologia industriale che si effettua col più veloce dei mezzi possibili: la mente.

Dal taglio delle sue creazioni, che richiama le ariose vedute del passato, si nota un forte rapporto con la fotografia e proprio con quest'ultima le opere di Marcoccia si rapportano benissimo, non soccombendo a essa. Anzi, la mente può ciò che alla macchina fotografica riesce meno bene: effettuare un'istantanea chiara, limpida, ad altissima velocità, quella impressa dal viaggio fisico e mentale. Nell'arte di Andrea Marcoccia alla strada quindi fa da potente contraltare il cielo, pregno di luce, che con i leggeri non-finiti e l'ariosità delle vie di fuga dona quel senso di mistero e riflessione che sospende il tempo e ci fa domandare cosa vi sia oltre la linea dell'orizzonte.

L'artista riesce quindi a immobilizzare un'intera metropoli, quanto di più attivo e in movimento ci sia e ottiene l'obiettivo attraverso una rielaborazione intima di ciò che gli occhi e la mente hanno scolpito dentro di lui. Tra gli edifici e le spregiudicate prospettive e angolature delle sue opere ciò che risalta subito è il silenzio che domina incontrastato e l'assoluta mancanza della figura umana. L'uomo non è mai rappresentato, ma è la presenza più forte all'interno delle tele. Dove, se non nel suo regno tra palazzi, autostrade, aree industriali si può trovare più presente l'uomo e le tracce della sua vita. La città è dunque il teatro in cui vanno in scena le vicende e i sentimenti di tutti e Marcoccia per mezzo di una sua personale visione ci permette di ambientare anche le nostre fornendoci un orizzonte universale.

I colori usati sono pochi, ma con pennellate decise vengono declinati in numerose gradazioni. Capita così che Roma, soggetto principale dell'artista, sia descritta con colori freddi, dal grigio al blu, mentre la tavolozza si riscalda quando si tratta di altre città magari a sud (Cagliari e Cosenza).

L'opera del giovane artista vive di forti contrasti latenti, tra natura e industria, tra ampi spazi e impetuose architetture che ne impediscono la via di fuga, tra caldo e freddo, ma soprattutto tra il frenetico movimento dell'attività umana e la calma apparente della riflessione.

L'occhio dello spettatore sembra quindi attratto e allo stesso tempo respinto da un suggestivo viaggio on the road che richiama alla memoria le parole e l'esperienza di Jack Kerouac.

 

 

 

Arianna Lerussi originaria di Udine, attualmente vive e studia a Bologna. Il suo rapporto con la fotografia inizia un po' per gioco nel 2004 per diventare col tempo un impegno sempre più serio. Illuminante, queste le sue parole, è stato lo studio universitario della storia della fotografia, anche se questa passione ha radici più lontane nel tempo per merito del nonno grande collezionista di macchine fotografiche.

I suoi studi e la sua ricerca artistica l'hanno portata a interessarsi e ad approfondire con passione la poetica dell'autoritratto, cui si dice molto legata e che caratterizza il suo operare insieme all'amore per le donne fotografe e in particolare per Francesca Woodman, che nonostante uno stile non proprio simile sente molto vicina. Seppur molto giovane, nella sua produzione sono già ravvisabili diversi momenti: l'attenzione all'autoritratto seguita dall'interesse per il ritratto delle persone a lei vicine, fino alla realizzazione di immagini che si accostano al mondo della moda.

Nel suo processo creativo meditazione e spontaneità si alternano a seconda dei sentimenti, della situazione, del soggetto. E anche se le fotografie di Arianna Lerussi nascono più spesso da un'approfondita meditazione, in certe occasioni si rende necessario, se non indispensabile, catturare il momento: è questo il caso di Tutte le cose che non parlano, opera premiata al concorso SaturaPrize 2010. Da una situazione famigliare e del tutto casuale attraverso numerosi scatti ha imprigionato quell'attimo per poi scegliere l'istantanea che meglio lo descrivesse.

Nella realizzazione di una fotografia confida di aver bisogno di seguire i suoi sentimenti, abbandonarsi a ciò che ha dentro per lasciare in seguito però libera interpretazione agli spettatori.

Arianna Lerussi comunica con le sue opere quell'amplificazione dei sentimenti provocata da un oggetto o da un piccolo gesto quotidiano che è qualità tipica della poesia. Non a caso la giovane artista ama particolarmente la scrittura in versi che pratica anche da più tempo della fotografia e che la porta spesso ad accompagnare alle sue opere alcune righe scritte da lei.

Osservando le sue fotografie emergono due tematiche molto forti: innanzitutto una seduzione fatta di carne e di sguardi costantemente velata però da un alone di malinconia che l'artista stessa confessa essere la sua cifra stilistica; si nota poi il rapporto intenso tra l'uomo e la natura che a suo parere è una presenza ineludibile e rimanda a qualcosa di più eterno e stabile di noi.

Arianna Lerussi mostra inoltre grandi qualità estetiche nell'attenzione ai colori e nella composizione, caratteristica tipica dell'occhio abituato a osservare i grandi esempi del passato. Si alternano foto in bianco e nero che drammatizzano un determinato momento e stato d'animo e immagini a colori frutto di una scelta in primo luogo estetica e poi sentimentale. La volontà è quella di far propri i colori che usa così come in passato i grandi pittori si rendevano distinguibili per le personali scelte coloristiche. E proprio la vasta conoscenza della storia dell'arte, mix di studi e passione, porta Arianna Lerussi a creare notevoli effetti pittorici tramite le diverse tonalità unite ai gradi di sfocatura dell'obbiettivo.

 

 

 

In occasione del nuovo ciclo di esposizioni organizzato da Satura art gallery presso gli splendidi spazi di Palazzo Stella verranno presentate in una mostra collettiva le opere di alcuni giovani artisti tra quelli premiati al concorso internazionale SaturaPRIZE 2010.

Inaugurazione sabato 26 marzo 2011 alle ore 17:00. La mostra a cura di Sofia Bollo rimarrà aperta fino al 9 aprile 2011. Orario dal martedì al sabato ore 15:30 – 19:00.

Con questa nuova rassegna vogliamo celebrare l'affascinante clima di dialogo e confronto internazionale che ha animato il concorso, la cui offerta artistica è stata molto ricca, incarnando un commistione unica di linguaggi e stili diversi che esprime al meglio la sperimentazione legata all'arte contemporanea.

L'intento è di dare ancora spazio e visibilità agli artisti più meritevoli ai quali intendiamo donare un'ottima occasione per crescere nel loro operare artistico e per i quali vogliamo creare una magnifica opportunità per presentare i loro nuovi lavori al pubblico.

Questa prossima mostra collettiva rappresenta un'ulteriore dimostrazione di come Satura art gallery continui ad operare attivamente per sostenere e valorizzare i nuovi talenti del panorama artistico nazionale ed internazionale.

 

Gli Artisti presenti:

 

Gregorio Adezati, Carolina Ardia, Davide Brancato, Sara Calzolari, Andrea De Pascale, Silvia Infranco, Kay Pasero, Alessandro Tambresoni

 

 

 

 

Wilma M. Galasso ha da sempre coltivato una grande passione per la pittura e il disegno ed è ora tra le pittrici liguri più apprezzate per la grande sensibilità ed esperienza con le quali riesce a trasmettere serenità e poesia nei suoi quadri. La sua fonte di ispirazione sono le enumerabili bellezze naturali che la Liguria ci sa offrire: scorci marini di impetuose mareggiate, coste tranquille con barche ormeggiate, vecchi borghi con irte vie ciottolate, o ritratti di semplici protagonisti.

Sceglie con pazienza i suoi soggetti vivendone le suggestioni, i ricordi e i turbamenti, come in un processo dialettico dove l'identità della pittrice respira con commozione il contesto che la circonda, per poi rievocarlo nelle sue tele con la massima accuratezza e sicurezza, accompagnando la realistica rappresentazione delle forme, con note romantiche di intime emozioni.

Nei  suoi quadri vivono attimi di armonia e dolcezza, i quali trasmettono tutto il sentimento celato dal tempo e rievocato dal ricordo; la sua partecipazione pittorica rivela l'equilibrio e la sinergia tra i toni cromatici e le forme. Il suo operare artistico "si connota come ricerca, non solo di ciò che è visibile, ma anche di ciò che è latente. Tutto sgorga dall'interiorità di Wilma M. Galasso, interiorità valoriale che apre a nuovi rapporti."

Il pubblico si trova così immerso in visioni di grande respiro e pregnanza, e si ritrova affascinato dalle molteplici espressioni della natura e dalle rievocazione delle emozioni che essa provoca nell'animo umano.

 

Con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione

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