lunedì 10 gennaio 2011

Aneis: cresce categoria Patrocinatore stragiudiziale, ma rischia la cancellazione

Comunicato stampa

Cresce in Italia la professione di patrocinatore stragiudiziale nonostante la crisi
Ma il rischio viene dalla riforma della professione forense, che rischia di mettere fuori dal mondo del lavoro almeno 45.000 persone


" Nonostante la crisi il 2010 è stato un anno molto positivo per la categoria dei patrocinatori stragiudiziali. Merito in particolare del loro ruolo di facilitatori nei confronti delle Assicurazioni e della possibilità da loro offerta ai consumatori di poter difendere le proprie ragioni senza costi fissi. In particolare la categoria cresce: oggi in Italia sono circa 12.000 gli studi ed i liberi professionisti che svolgono la nostra professione, per almeno 45.000 posti di lavoro tra
collaboratori ed impiegati, in crescita rispetto al 2009/2010 di almeno il 10%. - ha dichiarato Luigi Cipriano, Presidente dell'Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale.

"Purtroppo mentre la crisi economica non ci spaventa nemmeno per il 2011, il vero rischio per la nostra categoria deriva dalla riforma della professione forense, approvata dal Senato a dicembre, che se non dovesse avere modifiche alla Camera rischia di cancellare con un colpo di spugna una professione che esiste da oltre 50 anni, costringendo i consumatori a rivolgersi per le pratiche di conciliazione stragiudiziale solo agli avvocati. Ed a pagarli secondo i minimi tariffari nuovamente imposti.
- ha continuato -

Insomma, dove non arriva la crisi arriva una legge ingiusta. ANEIS riunisce circa 1000 studi professionali, ed insieme ad Assoprofessioni e ad altre associazioni ha promosso il Comitato Unitario dei Patrocinatori Stragiudiziali proprio per sensibilizzare la politica e la società civile su questo aspetto della riforma forense. L'emergenza è naturalmente molto sentita da tutta la categoria, tanto che molti professionisti ci hanno contattato in queste settimane per aderire ad ANEIS ed alle
iniziative di protesta che stiamo organizzando per gennaio e febbraio. Se il Governo ed il Parlamento intendono proseguire su questa strada dovrebbero anche dare delle risposte a 45.000 persone che in tempi difficili come questi hanno lavorato e lavorano senza chiedere nulla, e che vorrebbero continuare a farlo." - ha concluso Cipriano.


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