L'ex premier britannico fonda una "banca di lusso". Dall'altra parte dell'oceano, le famiglie americane risparmiano di più.
La notizia è arrivata alla fine dell'estate, quando al rientro dalle ferie le news finanziarie tornano in primo piano. L'ex premier britannico, Tony Blair, ha fondato una 'boutique finanziaria con servizi di investimento destinati ai super-ricchi che hanno come oggetto di investimenti anche i fondi comuni. La società ha ottenuto il via libera dalla Financial Services Authority (l'equivalente britannico della Consob). La banca di Blair, che dovrebbe chiamarsi Firerush Ventures No.3, agira' in tutto e per tutto come una banca d'investimento. Blair ha già ingaggiato Mark Labovitch, banchiere d'investimento, che ha lavorato a suo tempo in Mesa e in Dresdner Kleinwort. La banca di Blair ha come obiettivo quello di offrire servizi a clienti professionali e occuparsi della gestione di operazioni di investimento (operando anche nell'acquisto di blocchi azionari o di bond pubblici). Blair non è il primo politico che, una volta lasciato l'incarico pubblico, sceglie la finanza per il proprio futuro. Anche l'ex primo ministro spagnolo Jose' Maria Aznar nel 2007 si e' trovato un posto nel board di Centaurus Capital, un hedge fund londinese che annovera anche Kenneth Clarke, conservatore britannico piu' volte ministro con la Thatcher e con John Major. Anche quest'ultimo, primo ministro fino al '97, ha fatto carriera nella finanza arrivando al vertice della divisione Europa del private equity Carlyle Group, dove e' rimasto per qualche anno.
Dall'altra parte dell'oceano, invece, il mondo finanziario è concentrato sul risparmio delle famiglie più che dei grossi investitori. Secondo l'agenzia Bloomberg i fondi comuni, le famiglie e le banche statunitensi, alla fine di maggio 2010, detenevano il 50,2% dei titoli di stato statunitensi. Una situazione anomala che non si registrava dall'agosto 2007, ovvero dall'inizio della crisi.
Inoltre, le famiglie Usa risparmiano di più, avendo cambiato le loro strategie economiche.
La crisi ha portato un crollo dei consumi e un contestuale rialzo del risparmio domestico. Come dimostra il forte aumento dei depositi bancari.
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