domenica 31 ottobre 2010

JERRY KAMITAKI, Windows 2000 | 11 November, 2010

 
 

 

JERRY KAMITAKI, Windows 2000

 

Thursday, November 11th, 2010 - Friday, January 7th, 2011

 

Opening reception for the artist:  Thursday, November 11th, from 7pm to 9pm

 

Gloria Maria Gallery, Via Watt 32, 20143 Milan  www.gloriamariagallery.com


 

“Windows 2000”, Jerry Kamitaki’s exhibition at Gloria Maria Gallery in Milan, offers a sampling of his ongoing series of altered pages from Artforum, New York’s prestigious art magazine. Described by the artist as “drawings,” these assisted editorial readymades no doubt extend and re-contextualize his related Untitled drawings continued series of graphite sheets literally “drawn” on paper, in the tongue-in-cheek mold of Duchamp’s In Advance of a Broken Arm. Here, however, Kamitaki fixes on the print medium itself, cutting, rotating and/or transposing sections of the magazine pages to create something that easily resembles the original except when viewed close up, at which point thin gs begin to give way to unforeseen novelties, ultimately exposing what could never appear (technically or strategically) on the printed page.


The way that Kamitaki’s pages are presented in close proximity on two opposite walls is at first misleading. Looking, parenthetically, like magazine galleys stuck on a press office wall, this anthology of Artforum ads, reviews, and features could constitute a particular issue in progress or some ideal, “best-of” compilation--but on closer inspection, nothing here is linear or even interrelated in the accepted sense. Indeed, Kamitaki takes the apparent finality of official art journalism to painstaking task--the 180 or so pages exhibited represent a slice of his commitment to a decade to this end--and so “draws” out this medium for us in time-based repetition. 


The spread in p.270/271 Sept. 09, for instance, deals with Sherrie Levine’s 1980s After Walker Evans series of rephotography--a pointed clue given Kamitaki’s conceptual interest in the rote process of art making. Apart from using his trademark “microcut” template, which enables the artist to skew different lines of text in circular fashion, Kamitaki also alters the visual juxtapositions presented on these pages, thus returning to them a shared frame of reference that had either become lost or was editorially “assisted.” p.73 Sept. 08 takes a Saatchi ad for a recent installation work and makes a new, Ab-Ex cut of it, showing how formal interpretation is always culturally relative. In p.211 Feb. 09< /i> the top of the page has been moved to the bottom and given an added proverbial twist, a commentary on how published art reviews tend to end up looking and reading as if they had been churned out like sausage meat. Franz West’s painted Styrofoam Sisyphos IX (2002) appears split in two in p.321 May 09, metamorphosing into one of those shattered meteorites exhibited in the UFO Museum in Roswell, New Mexico. This drawing, in Kamitaki’s enigmatic words, tries to show that “there is no truth to the belief that being called a rock has any real intrinsic value.”


As Walter Benjamin wrote in 1927, “The vital, fundamental advances in art are a matter neither of new content nor of new forms--the technological revolution takes precedence over both.” “In the last analysis,” the German philosopher adds, “mechanical methods of reproduction are a technology of miniaturization and help 

people to achieve the degree of power over the works without which they simply could not make use of them.” This exhibition can thus be interpreted in the same light, but where the technology concerned--the art press--risks entirely replacing the objects it covers or reproduces, to such an extent that the art in art magazines is the ONLY art that exists nowadays. In Kamitaki’s hands, Artforum is either the acme of this grand technological fate or, as he insists, an arbitrary choice well suited to his interest in the serial process. No matter: the end result is so riveting that I for one will never be able to look at that magazine in the same light again.

-- Paul Foss



PAUL FOSS is the publisher of artUS magazine (Los Angeles). His latest book is The &-Files: Art & Text 1981-2002 (Whale & Star, Miami/IMA Brisbane, 2009). 


JERRY KAMITAKI, born in Manzanar, California, currently lives and works in New York. Since his first solo show in 1981, Kamitaki's work has been shared internationally in solo exhibitions at Zeit Photo Gallery, Tokyo - Komai Gallery, Tokyo - Luft Space, Tokyo - Laboratory, Sapporo, Hokkaido, Tamura gallery, Tokyo - Hoffman/Borman Gallery, Santa Monica, CA. - Fred Hoffman Gallery, Santa Monica, CA. - First New York Gallery, New York.

 

For further information, images and detailed biography please contact the gallery at pr@gloriamariagallery.com

Gloria Maria Gallery | Via Watt 32 | 20143 Milan | T +39 02 8708 8548 | www.gloriamariagallery.com
 
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JERRY KAMITAKI, Windows 2000 

 

Giovedi, 11 Novembre 2010 - Venerdi, 7 Gennaio 2011

 

Opening: Giovedi 11 Novembre, dalle ore 19.00 alle 21.00

 

Gloria Maria Gallery, Via Watt 32, 20143 Milan  www.gloriamariagallery.com

 

 

Gloria Maria Gallery ha piacere di ospitare Windows 2000, la prima personale italiana di Jerry Kamitaki che fino al 7 Gennaio 2011 offre un estratto dalla serie di disegni che l’artista ha effettuato per un decennio sulle pagine di Artforum, il prestigioso magazine newyorkeses di arte contemporanea.

Descritti dallo stesso Kamitaki come “disegni”, questi readymades estendono e ricontestualizzano l’affine serie Untitled Drawings, opere sviluppate dall’artista con dei fogli di grafite applicati su carta, ricalcando ironicamente In Advance of a Broken Arm di Duchamp.

In questo caso Kamitaki sceglie, invece, di lavorare sulle pagine pubblicate, tagliando, dislocando e/o trasportando sezioni delle pagine del giornale, creando un’opera che semplicemente ricorda l’originale discostandosene laddove l’occhio si avvicina, in quell’esatto punto di fuga in cui le cose scivolano verso un’imprevista novita’, mostrando cio che normalmente non dovrebbe comparire (tecnicamente o strategicamente) sulle pagine stampate. 

Il modo in cui le pagine di Kamitaki sono presentate, allineate e su muri opposti, e’ di primo acchito forviante. Osservando,  secondo una logica parentetica, come le bozze del giornale potrebbero essere incollate sul muro della redazione, questa mostra sembrerebbe una sorta di antologia delle pubblicita, recensioni e reportage di Artforum. Il lavoro di Kamitaki ci porta a discutere, a confrontarci con una sorta di best of compilation, ma, osservando con piu’ attenzione, nulla qui e’ lineare o interrelato nel senso comune del termine. Infatti Kamitaki contesta sottilmente l’apparente finalita’ ed ufficialita’ propria di un certo giornalismo lagato al mondo dell’arte —le circa 180 pagine esposte in mostra rappresentano una parte del suo lavoro di analisi sviluppatosi nel cors o di un’intera decade—e ci mostrano cosi, nel tempo, una nuova lettura di questo medium.

Il disegno p.270/271 Sept. 09, ad esempio, si confronta con la nota serie di ri-fotografie di Sherrie Levine After Walker Evans del 1979—e ci da un’indizio mirato sull’interesse concettuale di Kamitaki rispetto al mnemonico processo di art making.

 A prescindere dall’utilizzo di una sagoma professionale microtagliente, che permette all’artista di distorcere in modo circolare le differenti linee che compongono il testo, Kamitaki altera, inoltre, le giustapposizioni visuali presentate in queste pagine, conferendo loro un quadro di riferimento condiviso che e’ stato perso o “editorialmente assitito“.

p.73 Sept.08  riprende una pagina pubblicitaria di Saatchi per una mostra collettiva, che ci viene qui mostrata in una nuova versione ritagliata, dimostrando quanto l’interpretazione formale sia sempre culturalmente relativa.

In p.211 Feb .09 la parte superiore della pagina e’ stata spostata verso il basso dando un proverbiale effetto di torsione, un commento dell’artista sulle recensioni delle riviste, che spesso sembrano macinare l’arte come carne cruda.

Il dipinto di Franz West, Sisyphos IX (2002), appare spaccato in due parti in p.321 May 09 e sembra metamorfizzarsi in una di quella meteoriti distrutte in mostra al Ufo Museum di Rosweek in New Mexico. Questo disegno, nelle enigmatiche parole di Kamitaki, cerca di comunicare che “non c’e ragione di credere al fatto che un qualcosa denominato come roccia possa avere un valore reale intrinseco”.

Come Walter Benjamin scrisse nel 1927 “Il vitale e fondamentale progresso artistico non e’ una questione di nuovi contenuti o forme -- la rivoluzione tecnologica prende il sopravvento su entrambi”. “In ultima analisi” aggiunge il folosofo tedesco “ i metodi meccanici di riproduzione non sono altro che un tipo di tecnologia che miniaturizza e aiuta la gente ad acquisire un livello di controllo sul lavoro, senza il quale semplicemente non potrebbero piu’ accomplirlo”. Questa mostra di Kamitaki puo’ quindi essere interpretata sotto la stessa luce, facendo emergere la preoccupazione per il rischio che la tecnologia -- in questo caso l’editoria dell’arte -- possa sostituire interamente le opere che recensisce e riproduce, correndo il rischio che l’UNICA arte riconosciuta ogg igiorno possa essere quella presente nelle riviste del settore.

Nelle mani di Kamitaki Artforum e’ o il grandioso acme di questo destino tecnologico oppure, come lui stesso insiste, una scelta arbitraria adatta al suo interesse per i processi seriali.

Poco importa: alla fine dei conti il risultato e’ cosi affascinante che io per primo non saro’ piu’ in grado di guardare le pagine di quel giornale sotto la stessa luce.

-- Paul Foss

 

PAUL FOSS e’ l’editore della rivista artUs (Los Angeles). Il suo ultimo libro e’: The &-Files: Art & Text 1981-2002 (Whale&Star, Miami/IMA Brisbane, 2009).

JERRY KAMITAKI, di origine giapponese, nato in California, vive e lavora a New York. Kamitaki ha presentato il suo lavoro solo in mostre personali, lavorando con gallerie in Giappone, negli anni 80’ e Stati Uniti negli anni 90’. Ricordiamo tra queste Zeit Photo Gallery, Tokyo - Komai Gallery, Tokyo - Luft Space, Tokyo - Laboratory, Sapporo, Hokkaido, Tamura gallery, Tokyo - Hoffman/Borman Gallery, Santa Monica, CA. - Fred Hoffman Gallery, Santa Monica, CA. - First New York Gallery, New York.


Per ulteriori informazioni si prega di contattare l'Ufficio Stampa a pr@gloriamariagallery.com

Gloria Maria Gallery | Via Watt 32 | 20143 Milan | T +39 02 8708 8548 | www.gloriamariagallery.com

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