venerdì 17 settembre 2010

Diritti umani. Appello dai detenuti nel CIE di Gradisca di Isonzo (Gorizia)

Appello dai migranti detenuti nel CIE di Gradisca di Isonzo (Gorizia)
Gradisca di Isonzo (Gorizia), 17 settembre 2010

"Noi stiamo scioperando perché il trattamento è carcerario, abbiamo soltanto due ore d'aria al giorno, una al mattino e una la sera, siamo tutti rinchiusi qui dentro, non possiamo uscire. Ci sono tre minorenni qui dentro, sono Tunisini e hanno 16 anni, ci chiediamo come mai li hanno messi qui se sono minorenni? Il cibo fa schifo, non si può mangiare, ci sono pezzi di unghie, capelli, insetti…

Siamo abbandonati, nessuno si interessa di noi, siamo in condizioni disumane. La polizia spesso entra e picchia. Circa tre mesi fa con una manganellata hanno fatto saltare un occhio ad un ragazzo, poi l'hanno rilasciato perché stava male e non volevano casini, e quando è uscito, senza documenti non poteva più fare nulla contro chi gli aveva fatto perdere l'occhio.

Ci trattano come delle bestie. Alcuni operatori usano delle prepotenze, ci trattano male, ci provocano, ci insultano per aspettare la nostra reazione, così poi sperano di mandarci in galera, tanto danno sempre ragione a loro.

C'è un ragazzo in isolamento che ha mangiato le sue feci. L'hanno portato in ospedale e l'hanno riportato dentro. È da questa mattina che lo sentiamo urlare, nessuno è andato a vederlo, se non un operatore che l'ha trattato in malo modo.

Il direttore fa delle promesse quando ci sono delle rivolte, poi passano le settimane e non cambia mai niente. Da due giorni siamo in sciopero della fame, e il medico non è mai entrato per pesarci o per fare i controlli, entra solo al mattino per dare le terapie.

Continueremo a scioperare finchè non cambieranno le cose, perché 6 mesi sono troppi e le condizioni troppo disumane. Questo non è un posto ma un incubo, perché siamo nella merda, è assurdo che si rimanga in queste gabbie. Sappiamo che molta gente sa della esistenza di questi posti e di come viviamo. E ci si chiede, ma è possibile che le persone solo perchè non hanno un pezzo di carta debbano essere rinchiuse per 6 mesi della loro vita?

Reclusi del CIE di Gradisca".

...

L'appello, diramato dagli stessi detenuti attraverso alcuni operatori umanitari particolarmente attivi nel sostegno agli internati nei CIE, è trasmesso dal Gruppo EveryOne a politici, giornalisti e difensori dei diritti umani che hanno ancora "spirito costituzionale", nonché alle autorità internazionali che tutelano i diritti delle minoranze etniche e dei migranti. Nel clima attuale, in cui i difensori dei diritti umani che operano a contatto con le minoranze soggette razzismo e xenofobia sono colpiti da persecuzione politica, poliziesca e giudiziaria, è importante appoggiare - accanto alle vittime - gli ultimi operatori umanitari che si mettono a rischio ogni giorno per tentare di tutelare i gruppi sociali inermi e vessati dalle autorità italiane.


Per ulteriori informazioni:
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