martedì 20 luglio 2010

Cerco il calcio tutto l'anno.

La passione degli Italiani per il calcio non va proprio mai in vacanza: tra calciomercato, amichevoli estive e ritiri precampionato, l'Italia va nel pallone anche a bocce ferme.

Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e…tifosi di calcio! Il calcio è sicuramente lo sport preferito dagli italiani, che non solo lo praticano in massa (moltissimi sono i bambini che si iscrivono alle varie scuole calcio presenti anche nei più piccoli paesini), ma che ne fanno anche uno dei loro argomenti di discussione preferiti. Le partite di calcio della domenica e gli incontri infrasettimanali di coppa tengono banco in qualsiasi blog sport, ufficio, bar o piazza che si rispetti, appianando persino le differenze sociali. Al lunedì mattina, al bar davanti a cornetto e cappuccino, il manager incravattato può imbastire tranquillamente delle discussioni a sfondo calcistico con qualsiasi altro avventore del locale, senza badare alla professione o al grado di istruzione dell'interlocutore: il calcio è argomento comune, di cui tutti, ma proprio tutti, dalla casalinga al ragazzino, sono dei sedicenti esperti, pronti a dire la loro sulla partita della sera prima, sulle scelte dell'allenatore, sugli errori dell'arbitro.

La passione degli italiani per il calcio non si mitiga nemmeno nei mesi estivi, quando il campionato è bello e concluso, i campioni sono sul proprio yacht o su una spiaggia dorata con la velina di turno in attesa del ritiro precampionato, e la tv trasmette solo sonnacchiose notizie calciomercato più o meno verificate. Gli italiani non si disintossicano dal calcio neanche in vacanza, e anche quando i giochi –almeno quelli più importanti- sono conclusi, trovano sempre qualcosa cui aggrapparsi: un'amichevole, un'indiscrezione sulle società, una qualsiasi notizia che permetta loro di non spezzare il filo col proprio gioco preferito. Anche le prime pagine dei quotidiani sportivi, in estate, non smettono di occuparsi del pallone, riuscendo a riempire colonne e colonne sul calcio, magari a discapito di qualche altro sport meno popolare. Una simile incapacità di staccarsi dal pallone è più che mai strana se si pensa che durante l'anno, tra partite di serie A, i campionati minori, i match delle coppe europee, varie ed eventuali, si gioca, e soprattutto si parla di calcio tutta la settimana, e se si considera che il periodo di inattività calcistica non è poi così lungo: contando play-off e play-out delle serie minori e i preliminari di coppa non c'è nemmeno il tempo materiale per farsi venire una crisi di astinenza!

E che dire poi della Nazionale? Ogni due anni, in concomitanza degli europei, e soprattutto dei mondiali di calcio, quando si possono vedere partite "vere" fino a metà luglio, la sbornia calcistica collettiva si propaga ancora di più. Qualcuno ha già fatto notare come gli italiani, con buona pace dei leghisti, in occasione dei campionati mondiali ed europei di calcio si riscoprono patriottici, e mano sul cuore e abbracciati gli uni agli altri in un insolito impeto di fratellanza, si ritrovano a cantare l'inno di Mameli a squarciagola, quasi fossero davvero "pronti alla morte" perché "l'Italia chiamò". Le estati cui gli italiani sono più legati sono proprio quelle dei mondiali, quelle estati in cui si può fare una full immersion di telecronache, interviste, moviole e processi alle partite come succede durante l'inverno, quelle estati in cui, se va bene, si può anche uscire in strada a festeggiare, per una volta senza pericoli di opposizioni tra tifoserie avversarie.

Perché alla fine il calcio è un gioco e una grande occasione di festa, oltre che una passione che fa parte della nostra memoria collettiva, un gioco cui gli italiani non vorrebbero mai smettere di giocare.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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