lunedì 12 luglio 2010

Carceri. SAPPE: Su espulsione detenuti stranieri, rivedere norme eccessivamente garantiste

Carceri - SAPPE: "Su espulsione detenuti stranieri, rivedere norme eccessivamente garantiste".



 

"L'amara constatazione fatta oggi dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenendo ad un incontro al Csm, sulla sostanziale inefficacia dei trattati bilaterali in materia di trasferimento dei detenuti stranieri nelle carceri dei Paesi di provenienza dovrebbe, ad avviso del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria – il SAPPE, indurre a rivedere certe norme eccessivamente garantiste, che alla fine non consentono di risolvere criticità e problematiche importanti, come quella legata appunto alla eccessiva presenza di stranieri nelle carceri italiane."

Così Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, commenta le dichiarazioni odierne del Ministro Guardasigilli sul boom di detenuti stranieri nelle carceri italiane.

"Non è possibile, ad avviso del SAPPE, che chi si è reso responsabile di reati in Italia, più o meno gravi,  abbia la facoltà di decidere come e dove scontare la propria pena. Oggi abbiamo in Italia 68.258 detenuti: ben 24.966 (il 36,58% del totale) sono stranieri, che nella Casa di reclusione di Mamone Lodè sono l'84% dei presenti, in quella di Isili e nella Casa circondariale di Padova il 75%. Questa tipologia di detenuti determina una palese accentuazione delle criticità con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. Si pensi, ad esempio, agli atti di autolesionismo in carcere, che hanno spesso la forma di gesti plateali, distinguibili dai tentativi di suicidio in quanto le modalità di esecuzione permettono ragionevolmente di escludere la reale determinazione di porre fine alla propria vita. Le motivazioni messe in evidenza sono varie: esasperazione, disagio (che si acuisce in condizioni di sovraffollamento), impatto con la natura dura e spesso violenta del carcere, insofferenza per le lentezze burocratiche, convinzione che i propri diritti non siano rispettati, voglia di uscire anche per pochi giorni, anche solo per ricevere delle cure mediche. Ecco queste situazioni di disagio si accentuano per gli immigrati, che per diversi problemi legati alla lingua e all'adattamento pongono in essere gesti dimostrativi. Nel solo 2009, ben 3.688 dei 5.714 atti di autolesionismo che si sono verificati nelle carceri italiane sono stati posti in essere da detenuti stranieri."

Il SAPPE sottolinea che tra i detenuti stranieri in Italia i più numerosi sono i marocchini (5.295), seguiti da rumeni (3.332),  tunisini (3.235) e albanesi (2.955).

 


Roma, 12 luglio 2010

 

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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