venerdì 9 aprile 2010

Liberta' d'espressione. La vicenda del fronte antifascista fiorentino contro il congresso di Nuova Destra Sociale

Qui il comunicato online:
http://www.aduc.it/comunicato/liberta+espressione+vicenda+fronte+antifascista_17325.php
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Liberta' d'espressione. La vicenda del fronte antifascista fiorentino contro il congresso di Nuova Destra Sociale

Firenze, 9 Aprile 2010. Si e' conclusa la "mobilitazione antifascista" che a Firenze, con in testa l'associazione dei partigiani Anpi, ha portato nelle scorse settimane ad una selva di dichiarazioni e prese di posizione da parte di Cgil, Arci, Partito Democratico, Prc, Pdci, Verdi, Sinistra e liberta', Udc e tante altre sigle (300, dicono). Il preannunciato congresso di Nuova Destra Sociale, che si sarebbe dovuto tenere questo fine settimana in un albergo fiorentino, non si fara': lo stesso albergo, subissato da migliaia di mail di antifascisti -dicono le cronache- ha negato la sala gia' prenotata. La "mobilitazione" prevedeva anche presidi di piazza per impedire fisicamente la tenuta del congresso; la Questura era gia' in preallarme. Gli organizzatori del congresso hanno fatto sapere che lo terranno fuori della Toscana in un luogo che non renderanno noto per motivi di sicurezza.
Tante le cose dette e scritte: "una provocazione perche' siamo in una citta' medaglia d'oro della Resistenza e alle porte del 25 Aprile", "palese violazione della legge Scelba contro l'apologia del fascismo", "il prefetto ci ha assicurato che se ci sono reati la macchina giudiziaria andra' avanti", etc.
A noi non risulta che il partito Nuova Destra Sociale sia illegale. I suoi adepti dicono cose che sicuramente "scaldano" non poche persone: nel ricordo di cio' che hanno letto sui libri di storia relativamente ai governi Mussolini, e relativamente a fatti criminosi e delittuosi di alcuni decenni fa. E fintanto che si "scaldano" fa parte della dialettica, del confronto e dello scontro politico. Ma quando questo "scaldarsi" porta di fatto a vietare l'uso di strutture in cui i propri avversari possano riunirsi per parlare, non solo si straborda ma si diventa pericolosi per l'intera comunita': non c'e' da stupirsi, quindi, che quello che sarebbe accaduto pubblicamente in un albergo fiorentino sotto i fari dei media, si terra' comunque in un posto segreto in cui, ovviamente, verranno dette cose segrete e si organizzeranno in segreto per cercare di dare il medesimo trattamento a chi li ha costretti alla clandestinita'.
Quando non si vuole capire che la liberta' d'espressione, di riunione e di pensiero (anche e soprattutto quando e' al proprio opposto), sono cemento della nostra comunita' civica ed istituzionale, non ci si potra' stupire se la controparte meditera' e si organizzera' per altrettanto trattamento ai propri avversari.
Si possono fare tante analisi storiche, politiche, sociologiche ed antropologiche sul fatto che alcuni pensieri e ideologie continuino a sussistere, nonostante in loro nome ci siano milioni di morti ammazzati, ma sta di fatto che diventano umanamente innocue, inserendosi nel sistema democratico istituzionale, solo quando gli si riconosce il diritto di cittadinanza. Le piu' grandi democrazie del mondo, come India e Usa, lo hanno capito da tempo e mai leggi come la nostra Scelba o Mancino potrebbero li' essere concepite, e nessuno si sognerebbe di impedire un congresso dei propri avversari.
La pagina fiorentina della "mobilitazione antifascista", sara' bene non dimenticarla. In attesa che le nostre istituzioni chiedano scusa alle odierne vittime di Nuova Destra Sociale e vi rimedino scrivendo una nuova pagina di civilta' democratica.
E' bene ricordare, anche perche' tutti abbiamo bisogno di poesia per meglio vivere il nostro senso civico, un brano che probabilmente e' del pastore luterano Martin Niemoeller (1892–1984):
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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