lunedì 1 febbraio 2010

Celardo contro la chiusura della General Electric di Ferentino

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COMUNICATO STAMPA

Celardo contro la chiusura della General Electric di Ferentino
Il viceresponsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti: "Motivazioni vaghe. Un segnale negativo per i lavoratori e per tutta l'industria italiana"

Roma, 1 febbraio 20010 - Dopo 34 anni la General Electric, l'impianto che produce sostanze chimiche per il trattamento delle acque e processi associati di Ferentino, in provincia di Frosinone, ha deciso di chiudere. L'Italia dei Diritti si schiera al fianco dei lavoratori che stanno protestando contro questa decisione. Il viceresponsabile regionale del movimento, Carmine Celardo, commenta: "La scelta della General Electric rappresenta un segnale negativo nei confronti dell'industria nostrana e straniera. Una decisione che influisce pesantemente sulla rappresentatività dell'Italia nella scena internazionale ma, soprattutto, che infonde ancora più sfiducia a livello occupazionale".

I vertici aziendali della GE hanno stabilito che entro l'anno lo stabilimento dovrebbe chiudere, licenziando18 lavoratori, tra impiagati e operatori. La chiusura è stata giustificata in quanto farebbe parte di un piano di riorganizzazione su scala internazionale del comparto produttivo, al fine di migliorare e facilitare la distribuzione dei prodotti. " Non si capisce come mai abbiano scelto l'unica sede in Italia della multinazionale, considerata il sito migliore in Europa per quantità di certificazioni in sicurezza e qualità - continua l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. - Bisogna contrastare la fuga di questi grandi marchi, ecco perché il governo deve intervenire per evitare che si diffonda questa sensazione di smobilitazione".

Una politica aziendale che dunque non convince. Infatti, mentre lo stabilimento di Ferentino chiude, continueranno nella loro attività quello francese e belga, con meno certificazioni rispetto a quello ciociaro. I 18 dipendenti potrebbero perdere il lavoro per meri motivi campanilistici. "Il prossimo presidente della Regione Lazio dovrà affrontare anche questi problemi perché andranno ad incidere sull'andamento dell'economia locale. Ma ancor di più - conclude Celardo - peseranno in termini di fiducia da parte dei cittadini. Per questo sollecitiamo le organizziamo sindacali affinché si attivino con immediatezza e risolutezza".

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