martedì 19 gennaio 2010

La vela: storia di una passione da jacht a yacht

Oggi la parola yacht serve ad indicare una grande imbarcazione, un lusso, diremo per pochi, uno stile di vita, uno status forse irraggiungibile, certamente desiderabile, e le immagini di lunghe imbarcazioni di 30-40-50 metri, per non parlare degli spropositati 100 o 120 metri dei super yacht di sultani, presidenti di squadre di calcio o sportivi da contratti miliardari, ci sfiorano la mente con una punta d'invidia e, forse, fastidio. Non tutti sanno però che all'origine la parola yacht non era per nulla legata al concetto di luxury, di sfarzo, di ostentazione, ma, al contrario, all'essenzialità del divertimento, alla voglia di velocità e di competizione, ragioni d'essere e motivazioni perse nel tempo, forse sconfitte dalle moderne concezioni dell'estetica, del volersi far vedere, riconoscere, notare.
 
La storia della vela racconta che nel corso del XVII sec. le rotte delle Indie, dell'Africa e delle Americhe erano tutte infestate dai pirati, la più temibile minaccia del mare, vascelli nascosti nelle insidie di ogni viaggio pronti ad assaltare navi o imbarcazioni cariche di merce o tesori. Ogni viaggio era, per lo più, una scommessa, una battaglia, una lotta, e tante erano le navi costrette alla fuga o al riparo, tante erano quelle pronte a lasciare inermi il prezioso carico agli invasori. L'Olanda era allora il paese che spostava il maggior numero di merci tra le città e colonie, una tra le prede più appetibili e ricercate. Furono gli stessi olandesi ad ideare gli "Jachtship", velieri leggeri e super veloci per, come dall'olandese "jacht", cercare, cacciare, inseguire le navi pirata, per diventare cacciatore e non essere più preda, per rispondere alla crudeltà dei pirati con la velocità e l'agilità di una migliore imbarcazione a vela. Velieri tanto veloci quanto divertenti da condurre, da far nascere, col tempo, la necessità di possederli, di controllarli, il desiderio di impararne ogni mistero, trucco, tecnica.
 
E' a Carlo II d'Inghilterra che si deve la notorietà della vela, quando, scoprendo in Olanda la bellezza e il fascino degli jachtship decise di portarne un esemplare in patria, favorendo, così, conoscenza, passione e diffusione della vela e del suo sport nell'intero Impero Britannico. Nel tempo arrivano le prime gare, nascono scuole di vela per grandi e piccoli, poi i trofei da vincere, nuove competizioni internazionali, nuovi velieri e lo jacht olandese diviene, con l'interesse della moda e dei più ricchi, ben presto uno status, ben presto uno yacht. E' questo il momento della scissione, crescono gli Yacht Club con soci-proprietari delle più lussuose imbarcazioni, circoli privati con regole elitarie e di esclusività, mentre i veri appassionati cercano di mantenere una loro più genuina identità, legata, così come era per gli inizi, alle piccole barche, al solo sport, allo svago, alla voglia comune di divertimento.
 
Ogni scuola di vela, oggi, cerca di rimanere fedele a quelle stesse radici, a quei principi, ingredienti di passione ed entusiasmo per coinvolgere le persone allo sport della vela, al fascino, alla meraviglia e alle emozioni di poter solcare le acque, per il semplice piacere di divertirsi, per il gusto della sfida e dell'avventura sul mare. Casa di Vela Elba rispetta le tradizioni, la cultura e la natura della vela proponendo nelle acque limpide dell'Isola d'Elba corsi di vela professionali di una o più settimane, un calendario di corsi diversificati per livello di esperienza dei partecipanti, con l'obiettivo unico di mostrare e condividere il fascino reale della Vela e di poterne far apprendere, immersi in un'atmosfera di totale divertimento e svago, ogni tecnica o didattica fondamentale.