mercoledì 9 dicembre 2009

L'Italia dei Diritti contro il Patto per la Salute che sfavorisce i cittadini

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COMUNICATO STAMPA

L'Italia dei Diritti contro il Patto per la Salute che sfavorisce i cittadini

Luigino Smiroldo, vice responsabile per la Sanità del movimento: "Un accordo prettamente economico"

Roma, 9 dicembre 2009 - "Non capisco come si possa chiamare 'patto per la salute' un provvedimento che punta soltanto a tagliare fondi e personale". Questo il commento di Luigino Smiroldo, vice responsabile per la Sanità del movimento Italia dei Diritti, riguardo al nuovo Patto per la Salute concordato definitivamente giovedì 3 dicembre. L'accordo finanziario e programmatico triennale tra il Governo e le Regioni, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l'appropriatezza delle prestazioni e a garantire l'unitarietà del sistema non ha avuto esiti positivi per i cittadini e le regioni più virtuose. Si prevedono infatti maggiori oneri a carico degli utenti, nessun impegno per il contenimento delle liste di attesa e un taglio del Fondo per la non autosufficienza. Il patto, inoltre, aumenta i trasferimenti dallo Stato centrale a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale gestito dalle regioni. Le nuove norme prevedono aumenti automatici delle addizionali regionali Irpef (0,3%) e Irap (0,15%) oltre il massimo consentito dalla legge, oggi fissato all'1,4%. Gli aumenti scatteranno se le spese per la salute si riveleranno fuori controllo. "Tante parole, buoni propositi scritti sulle normative, procedure e verifiche porterebbero a pensare che il livello di assistenza sanitaria in Italia sia efficiente - ha continuato l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - La realtà è un'altra. Si riducono finanziamenti e si adottano standard molto rigidi che penalizzano le regioni che hanno ridotto il numero degli ospedali. L'Italia dei Diritti - conclude Smiroldo - chiede che venga adottata in tutto il Paese la certificazione di qualità dei nosocomi e che siano previsti controlli esterni costanti affinché si raggiungano gli standard europei nel campo della Sanità".

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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