domenica 11 ottobre 2009

Comunicato Stampa Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata

 

 

 

Società  Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata-SIOMI

Comunicato Stampa

10 ottobre 2009

 

 

 

Professor Garattini: basta disinformazione!

 

 

All'Istituto di ricerche farmacologiche  Mario Negri

CC: Società Italiana di Farmacologia

CC: principali organi di informazione italiani

 

L'antefatto:

La magistratura di Bologna ha attribuito la morte avvenuta tre anni fa di un bambino di 6 anni affetto  da fibrosi cistica ad errori terapeutici. Nella vicenda apprendiamo essere coinvolto un medico esperto in medicina Ayurvedica.

 

Il Prof. Garattini commentando il triste fatto  sui giornali e alle televisioni non ha perso occasione per fare di tutta l'erba un fascio, accomunando la medicina ayurvedica e quella omeopatica, classificando l'omeopatia come una medicina "alternativa" e priva di evidenze scientifiche. Ma cosa c'entra in questa dolorosa vicenda l'Omeopatia?

 

 

Quando un medico della medicina ufficiale, convenzionale, classica o biomedicina come la si voglia definire, sbaglia a sbagliare è il medico, non la medicina. E questo purtroppo succede più di quanto si pensi. I medici americani sono molto più onesti ammettendo che la medicina ufficiale e i suoi errori terapeutici e gli effetti mortali dei suoi farmaci costituiscono la prima  causa di morte dei pazienti americani. E questo fa 750.000 morti l'anno.

Quando un medico ( e questo oltretutto ci risulta accada  molto  raramente) delle medicine complementari sbaglia a sbagliare, secondo Garattini,  non sarebbe neanche il medico. E' sbagliata la medicina, la si deve buttare via, la si bruci sui roghi, la si esponga al pubblico linciaggio. Non solo, ma già che ci siamo approfittiamo  di un triste fatto di cronaca, di un eventuale caso di malpractice della medicina  per buttarcele tutte sul rogo, in primis l'omeopatia! Tutto da buttare? Non importa se esse sono difese finanche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, se sono medicine ufficiali in molte parti del mondo, se sono erogate dai servizi sanitari pubblici, se sono a disposizione negli Ospedali, se la letteratura scientifica ne conferma l'efficacia. Sarebbe questa la corretta informazione da parte di un Istituto che ha il dovere di informare ma certo non il diritto di disinformare? 

 

Garattini afferma che: "quando gli studi sono fatti bene si dimostra che in questi farmaci non c'è nessuna efficacia". Non solo questo non è vero, come spiegheremo più avanti, ma quanti studi "fatti bene" hanno dimostrato l'efficacia di farmaci della biomedicina dei quali si è poi dimostrata, viceversa,  l'inefficacia? Dei quali poi si sono contate, purtroppo anche a migliaia le  vittime?

 

In nome di una corretta informazione la Società Italiana di Omeopatia e medicina Integrata ribadisce, ancora una volta, quanto segue:

 

1- La SIOMI associa più di 1300 medici esperti anche in Omeopatia, il 75% di essi lavora nel servizio pubblico, in Università, negli ospedale, nella pediatria e medicina di famiglia. Questi medici hanno scelto di avvalersi anche delle terapie omeopatiche poiché la biomedicina da sola non basta a curare le persone ammalate. Se fosse bastata nessuno di loro avrebbe avuto bisogno di cercare ulteriori strumenti di cura. I cittadini che ricorrono all'Omeopatia in Italia sono più di 9 milioni di persone, più del 90% di essi (dati ISTAT) dichiarano di essere soddisfatti dei risultati. Se la biomedicina avesse risolto i loro mali non avrebbero cercato altre opportunità terapeutiche.

 

2- La pratica della medicina omeopatica deve essere affidata a medici preparati i quali devono utilizzarla a fianco della biomedicina, nei casi in cui essa si è dimostrata utile a migliorare le possibilità di guarigione dei cittadini e a diminuire gli effetti collaterali dei farmaci chimici. Questo atteggiamento del medico non ha niente di alternativo, infatti si parla, più opportunamente, di medicine complementari e di Medicina Integrata. Nel modello di Medicina integrata promosso  da dieci anni in Italia dalla SIOMI la medicina non deve privare i cittadini di farmaci salvavita e di ogni strumento diagnostico e terapeutico frutto del progresso scientifico, ma essa non deve ignorare altre tecniche terapeutiche complementari, e questo nell'interesse dei cittadini  con il fine ultimo di migliorare le opportunità di cura e di guarigione  delle tante malattie croniche nei confronti delle quali la biomedicina dispone purtroppo  di strumenti spesso inappropriati e inefficaci.

 

3- Non è vero, come vorrebbe far credere il prof. Garattini che la medicina omeopatica non ha evidenze di efficacia. Le conferme di efficacia sono sempre di più ed è ora che a queste ricerche vengano finalmente destinati adeguati finanziamenti. La Rivista internet Omeopatia33 che SIOMI gestisce per l'Editore Elsevier (lo stesso editore per cui scrive il Prof. Garattini) recensisce settimanalmente le evidenze di efficacia delle cure omeopatiche provenienti  dalle  ricerche internazionali.

 

4- Sulle medicine complementari non è più il tempo dei dialoghi fra sordi, si apra il Mario Negri ad un confronto culturale aperto, onesto e non preconcetto, poichè la guerra tra medicine, se è utile a chi avesse a cuore la difesa di un potere dominante in medicina certamente  non è utile alla salute dei cittadini. 

 

 

Simonetta Bernardini

Presidente Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata

 

 

 

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