mercoledì 27 maggio 2009

Crisi: le rinunce degli studenti

 

Ridotti i viaggi all’estero e le uscite serali

Anche gli studenti, in tempi di crisi economica, tirano la cinghia. Alcuni ricorrono ad un “aiuto” da parte dei genitori, altri svolgono un “lavoretto” part-time, in molti scelgono di  rinunciare alle vacanze all’estero. A rivelarlo è Universitalia, in seguito ad uno studio che ha coinvolto circa 7.000 universitari italiani.

La prima voce di spesa ad essere tagliata è rappresentata dai viaggi fuori dall’Italia. Ben il 40% dei giovani decide, infatti, di farne a meno per far quadrare il proprio bilancio. Seguono le uscite infrasettimanali: il 25% degli universitari è disposto a rinunciare al pub, al cinema e ai concerti nei giorni feriali.

Intoccabili, invece, le griffe, sia per quanto riguarda i vestiti che per i cibi. Il 10% degli intervistati è disposto a rinunciare all’acquisto di abiti firmati  e solo il 5% fa a meno di alimenti (pasta, sughi, verdure “pronte” e precotti) di marca.

Ma a quanto ammonta e da dove proviene il reddito degli studenti? Al Nord il 60% (di cui il 60% sono uomini e il 40% donne) studia e lavora, ricevendo una “paghetta” integrativa da parte dei genitori di 300 euro mensili. Il restante 40% (di cui 35% uomini e 65% donne), invece, si dedica allo studio a tempo pieno, chiedendo alla famiglia 600 euro al mese.

Divisi a metà, invece, gli studenti del Centro Italia. Se il 55% (di cui 55% uomini e 45% donne) studia a tempo pieno, ricevendo un assegno mensile di 800 euro da parte dei genitori, il restante 45% (58% di uomini e 42% di donne) decide di abbinare all’università un lavoro part-time, limitando a 500 euro la richiesta di aiuto mensile rivolta ai genitori.

I più pretenziosi sono gli studenti del Sud. Ben il 72% (equamente diviso tra uomini e donne) non lavora e arriva a chiedere alla propria famiglia uno “stipendio” di circa 1.000 euro, probabilmente per rispondere alla necessità di studiare al di fuori dalla propria città di origine. Il restante 28% (di cui 75% uomini e 25% donne) sceglie, invece, di accompagnare allo studio, un’attività lavorativa, con un aiuto familiare di 700 euro. 

“In questo periodo di crisi, anche gli studenti, che di solito rappresentano una categoria sociale più disponibile alla spesa, decidono di limitare le richieste di appoggio economico da parte dei genitori. Spesso preferiscono aiutarsi con un  lavoro part-time e sono disposti a scegliere soggiorni brevi e low-cost e a limitare le uscite al venerdì e al sabato sera ” ha commentato Anna Prassino, responsabile marketing di Universitalia