giovedì 10 luglio 2008

Su Moderatamente.com: IMPRESA ITALIA: PICCOLO E' BELLO

 
 

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

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IMPRESA ITALIA: PICCOLO E' BELLO

 

La struttura economica italiana, basata sulle piccole e medie imprese, è l'argomento affrontato da Pietro Maria Paolucci nell'articolo pubblicato sulla rivista online Moderatamente.com diretta da Francesco Sanseverino. "L'impresa italiana – si legge - dovrà dimostrare tutta la sua saldezza la cui tenuta, però, è tutta da verificare soprattutto alla luce della proposta di una "legge sulle piccole imprese" della Commissione UE che, dopo essersi consultata con le imprese e i loro rappresentanti, ha deciso di proporre nuovi strumenti legislativi".

Si tratterà in particolare di garantire una seconda opportunità alle imprese fallite, di facilitare l'accesso ai finanziamenti e di consentire alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità. Ridurre gli oneri amministrativi del 25% entro il 2012 comporterà che il tempo necessario per avviare una nuova impresa non dovrebbe essere più lungo di una settimana, il tempo massimo necessario per ottenere le licenze d'esercizio e i permessi non dovrebbe superare il mese e un sistema di sportelli unici dovrebbe contribuire ad agevolare gli avvii di imprese e le procedure di assunzione.

Per l'Italia è un'opportunità se si pensa che le microimprese sono il 47% del totale, una percentuale superata solo dalla Grecia, dove le imprese piccolissime sono il 56%. I dati sono ancora più rilevanti se si guarda al numero di imprese di medie dimensioni, cioè tra i 50 i 250 addetti. In questa categoria l'Italia è all'ultimo posto, con il 12% sul totale delle imprese. Ancora più evidenti le differenze tra il nostro Paese e i principali concorrenti per quanto riguarda le grandi imprese, cioè quelle che impiegano più di 250 lavoratori. Soltanto tre piccoli stati come Cipro, Grecia e Portogallo hanno una percentuale di imprese di grandi dimensioni inferiore a quella italiana (18,7%), mentre Gran Bretagna (46%), Germania (39,8%), Francia (38,6%) vanno ben oltre il doppio del dato italiano.

 

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