lunedì 18 febbraio 2008

LA CASTA DELLA SOCIETA' A CONTROLLO PUBBLICO

 

COMUNICATO STAMPA

 

SU MODERATAMENTE.COM

 

LA CASTA DELLA SOCIETA' A CONTROLLO PUBBLICO

 

"Da alcune settimane le cronache finanziarie registrano una contrapposizione di opinioni sulla questione del controllo amministrativo sulle società quotate in cui lo Stato ancora riveste un ruolo di azionista. Si tratta di società talvolta di grandissima rilevanza dell'economia nazionale quali Enel, Eni, Finmeccanica e Terna, ma anche di una miriade di piccolissime società". Comincia così l'editoriale pubblicato dalla rivista online Moderatamente.com, a cura di Francesco Sanseverino. "La pietra dello scandalo riposerebbe (sulla base delle indiscrezioni giornalistiche) in un emendamento da inserire nel decreto mille proroghe all'esame alla con il quale si vorrebbe sottrarre tali società al controllo della Corte. L'obiettivo della novella sarebbe pertanto quello di sottoporre le società al solo vaglio del giudice ordinario. Per intendersi, l'emendamento, se accolto, libera dal controllo della magistratura contabile circa 4-5000 società a capitale misto pubblico privato, ricettacolo, molto spesso, della "casta" dei privilegiati nullafacenti della politica".

 

"Il caso – prosegue l'articolo - si è posto dopo l'invio da parte della Corte di una nota interpretativa con le regole da seguire per le denunce di danni erariali da segnalare alle procure regio­nali della Corte. La nota dei magistrati contabili impone alle società l'obbligo di comunicare alla Corte ogni evento suscettibile di determinare danni al patrimonio dell'amministrazione interessata. In risposta alla nota,  gli uf­fici legali e i vertici delle società interessate hanno immediatamente sottoposto il problema all'azionista tesoro. Viene da sé che, letteralmente interpretata, la nota della Corte imporrebbe e sottoporrebbe alla giurisdizio­ne della magistratura contabile anche i rappresentanti e i sindaci nominati da­gli azionisti privati".

 

 

 

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