lunedì 26 novembre 2007

SU MODERATAMENTE.COM LA STORIA DEL SIMBOLO DEL PD


 

PARTITO DEMOCRATICO E DEJA-VU

 

(Moderatamente.com) Roma, 26 novembre 2007. Una nuova veste a un vecchio pensiero. Ecco come appare il nuovo simbolo del Partito Democratico.
Oltre a "ispirarsi" al logo dell'Esercito Italiano, in cui le iniziali composte da forme essenziali si fondono dei colori patriottici, il PD non ha nulla di originale rispetto ai segni che accomunano i grandi partiti della nostra storia.
La falce e il martello, il garofano, lo scudo crociato, la fiamma tricolore, sono solo alcuni esempi di buona comunicazione politica.
A differenza di quanto ha sostenuto Veltroni nella conferenza stampa di presentazione "… Un partito che nasce per fare un'Italia nuova con forza e determinazione..." il simbolo del PD manca di un contenuto ideale e simbolico, in cui la presenza del ramoscello di ulivo sottolinea il cordone ombelicale che lo lega all'attuale Governo, nonché il sentimento di paura a cambiare.
Ad avvalorare la tesi che Veltroni non sia nuovo a scivoloni comunicativi, nella scorsa campagna elettorale a sindaco di Roma, per i suoi comitati ha scelto il simbolo "Valter Veltroni il sindaco di tutti" in cui è impressionante la somiglianza del suo "marchio V" (la seconda nella foto sopra) con quello del leader mondiale per i servizi e i prodotti di infrastruttura digitale, "VeriSign".
Tornando al Partito Democratico, ad aggiudicarsi il "concorso" grafico è stato proprio un designer di Inarea, agenzia di Roma che da anni lavora per il Comune e le aziende a questo collegate.
Infatti, Inarea ha realizzato oltre all'immagine di Ama (operatore nella gestione integrata dei servizi ambientali), la nuova identità di Trambus, azienda della mobilità romana che, con Atac e Met.Ro., condivide la responsabilità del rilancio del trasporto pubblico della capitale.
Questo intervento di Inarea si inserisce nel più ampio progetto di identità urbana che la società ha coordinato per il Comune di Roma dal 2004, attraverso il redesign del simbolo e la creazione del sistema di brand.
E' consolante però constatare che Inarea non "si ispira" a soluzioni già esistenti solo per i propri clienti, ma lo fa anche quando parla di sé. Ecco la copertina del suo calendario promozionale 2006, in cui l'immagine di Inarea (la terza nella foto sopra) è la copia a colori di un manifesto del 1971, firmato dell'artista Pino Tovaglia e intitolato "Sorella acqua".

A quanto pare i flussi d'informazione vengono trasmessi dalla nostra società, pronti ad essere assorbiti e trasformati in prodotti dell'ingegno. Si dice, infatti, che le idee sono nell'aria…
Secondo il direttore creativo,
Stefania Giuseppetti, della TP Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti, "a volte, nelle campagne di comunicazione, per catturare l'attenzione del pubblico e superare il filtro dell'attenzione si usa l'effetto del deja-vu. In questo modo il nostro target viene attratto, credendo di rivivere un esperienza già vissuta".
Sarà questa la spiegazione?

 

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