domenica 21 ottobre 2007

Ddl editoria, Gentiloni ammette "Un errore la registrazione dei siti. Giustificato allarme lanciato da Beppe Grillo"

Ddl editoria, Gentiloni ammette "Un errore la registrazione dei siti"

Il ministro delle Comunicazioni riconosce sul suo blog che la norma va cambiata:
"L'allarme è giustificato lanciato da Beppe Grillo. Avrei dovuto controllare il testo parola per parola"




ROMA - "Un errore da correggere". Con queste parole Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, ammette sul suo blog che è giustificato l'allarme suscitato dalla norma sulla registrazione dei siti internet inserita nel disegno di legge di riforma dell'editoria proposto da palazzo Chigi. Una presa di posizione che segue le assicurazioni date ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi sul fatto che l'esecutivo non intende in alcun modo censurare internet.

"L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato", scrive Gentiloni, aggiungendo che la correzione è necessaria perché la norma in questione "non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive".

Il ministro riconosce poi, come ha fatto anche il titolare delle Infrastrutture Antonio Di Pietro nel suo blog, la propria fetta di responsabilità nell'accaduto "per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri". Il disegno di legge è stato approvato la settimana scorsa dal governo e già nei prossimi giorni dovrebbe essere preso in esame alla Camera.

"Pensavo - prosegue Gentiloni - che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria".

Per il ministro delle Comunicazioni, dunque, "va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog. Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in Parlamento che nei dibattiti pubblici, anche martedì scorso, rispondendo a una domanda del verde Fiorello Cortiana (in occasione del Festival Eurovisioni di Roma, ndr). Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog". In definitiva, "meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare".


Origine: Repubblica