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venerdì 12 giugno 2015

l'aria che tira al Tribunale di Civitavecchia

L’ARIA CHE TIRA AL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA 

Bracciano, 12 giugno 2015: La legge è uguale per tutti? Chi ieri si fosse trovato al tribunale di Civitavecchia ci avrebbe quasi creduto. Mentre il giudice decideva il rinvio a giudizio per i nostri amministratori e tecnici comunali Claudio Ciervo, Liberato Cavini e Luigi Di Matteo, accomunati da vari reati legati al chiosco bar di Ciervo, giungevano in tempo reale notizie di blitz, perquisizioni, dichiarazioni impensabili fino a una settimana fa.

All’udienza nell’aula accanto, tra gli imputati  mancava all’appello il sindaco di Tolfa, Luigi Landi, bloccato dalla Guardia di Finanza che in quel momento perquisiva la sua abitazione e quelle degli altri vertici comunali, tutti iscritti nel registro degli indagati  per associazione a delinquere e abuso d’ufficio.  Storie di appalti pilotati per servizi di pubblica utilità a società cooperative gestite, anche in maniera indiretta, dall’indagato, nonché responsabile di Casa Comune, Luigi Valà, pare ricollegabili a Mafia Capitale attraverso ‘Casa Comune 2000’’ ‘‘Tolfa Care’’  e la Rsa ‘‘Quinta Stella’’.

Contemporaneamente giungeva la notizia che il maresciallo Giovanni Bentivoglio, a capo del gruppo di Polizia Giudiziaria che fu sciolto  dal capo della Procura Gianfranco Amendola, aveva rivelato di presunte minacce subite che lo avevano costretto a lasciare l’incarico: «Tale invito - mette a verbale Bentivoglio - mi fu rivolto direttamente dal Procuratore Capo di Civitavecchia, al quale evidentemente non piaceva il mio modo di operare». Proprio poche settimane fa lo stesso Bentivoglio avrebbe dovuto testimoniare al processo noto come Prato Giardino di Bracciano, e la sua assenza ingiustificata fece sospettare che fosse diventato un “uomo a rischio”. Ipotesi avvalorata da un precedente esposto di un cittadino di Bracciano che riferiva  di presunte minacce raccolte da testimoni nei confronti di agenti della PG di Civitavecchia.

A Bracciano il suo nome è legato alle decine di indagini che coinvolgono la pubblica amministrazione: dall’urbanistica (Prato Giardino, Gullà a via del Lago 12, ST Rosa sempre a via del Lago e via delle Ferriere, la lottizzazione di via del Sassone, La Lobbra, le indagini sulle aree edificabili di Pisciarelli, e tante altre) al Protocollo Generale del Comune di Bracciano, alla Bracciano Ambiente appena commissariata, all’Eco-Mostro di Tolfa, a Valà.  Un uomo scomodo che conosce fin troppi retroscena e che ha potuto indagare su molte vicende grazie alle denunce del consigliere Armando Tondinelli. Compreso il chiosco bar di Ciervo, come ricorda lo stesso Tondinelli: “Anni fa, quando in consiglio comunale denunciai la realizzazione di un chiosco abusivo fui deriso, e il proprietario di quel chiosco (anche lui seduto in consiglio comunale) mi diede del visionario....Bene, oggi quella persona, insieme ad un tecnico comunale  e ad un tecnico esterno all'amministrazione (ma al tempo dell'abuso consigliere comunale e vicesindaco) sono stati rinviati a giudizio”. Un bell’affare non c’è che dire, da parcheggio pubblico a  struttura commerciale con tanto di autorizzazione amministrativa. Chissà se il tribunale ha deciso di considerare il fatto che  ricorrono sempre gli stessi nomi?

Si cominciano a perseguire anche i reati commessi dagli amministratori? Anche loro cominciano ad andare a giudizio? Ieri in tribunale sembrava proprio così.  Forse, il senso di impunità assoluta che si avvertiva nel processo contro il sindaco Giuliano Sala, l’assessore Maurizio Capparella, l’ex vicesindaco  Liberato Cavini,   il sempre coinvolto Luigi Di Matteo sembra oggi fuori luogo. Come quello che ha permesso di distruggere il versante di una collina in zona vincolata e satura, sotto la chiesa del Riposo, per sostituirlo con colate di cemento, assolvendo i tre imputati (Sborzacchi, Cavini, Di Matteo) “perché il fatto non sussiste”. 

Il segnale che questa impunità cominciasse a vacillare (ma permise al nostro sindaco di denunciare per diffamazione tre cittadini di Bracciano e la RAI, chiedendo loro un risarcimento danni di 3 milioni di euro,  per aver raccontato queste e altre vicende sulla gestione dell’urbanistica a Bracciano), lo avevamo avvertito fin dal 7 maggio scorso quando il giudice ribaltò le accuse, condannando l’amministrazione comunale a risarcire 30.000 euro pro capite ai cittadini che avevano subito l’arroganza e la strafottenza di un potere abusato.

Un altro segnale era arrivato i primi di maggio dalla sentenza Paciotti Con la condanna del Vice Segretario Generale Roberto Razzino ad un anno  e otto mesi, con le attenuati derivanti  sia dal rito abbreviato, sia   per avere agito dietro pressioni del Sindaco.

Così per il chiosco bar di Ciervo. L’impunità di questa vicenda è eclatante. Di là da quanto è successo, chi e come è stato possibile permetterne la commercializzazione, cioè venderlo? Chi e come è stato possibile rilasciare un’autorizzazione amministrativa in assenza del certificato di agibilità? Nessuno ha obiettato nulla? Come mai non è stato sequestrato? Ci ricordiamo addirittura  dell’ulteriore abuso consistente nell’ampliamento esterno con ombrellone e teloni, fatto demolire dal consigliere Tondinelli. La stessa Soprintendenza si è comportata in modo diametralmente opposto  per il supermercato Maurys, proprio di là dalla strada, ravvisando la necessità, come gli Uffici comunali preposti , del parere archeologico e ambientale. Eppure l’area è la stessa, ma forse il proprietario della supermercato di rimpetto non aveva richiesto un parere preventivo come aveva fatto invece Claudio Ciervo nella sua qualità di assessore del comune di Bracciano. Chissà se il Giudice, ed ancora prima il P.M., sanno delle comunicazioni intervenute tra l’allora assessore Ciervo e il Responsabile dello Sportello Unico del Comune di Bracciano.

Dopo gli ultimi arresti si è dimesso il capogruppo del PD alla Regione, Marco Vincenzi, colui che ha gestito le primarie in casa nostra, che ha permesso che la figlia di Pietro Tidei, ex sindaco di Civitavecchia, fosse capolista alle elezioni ed entrasse in Parlamento, seguita dall’elezione della figlia del sindaco di Bracciano,  Giulia Sala, candidata capolista per l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico. Quanti di noi in buona fede hanno pagato 2 euro per poterle votare senza sentirsi condizionati dall’uomo che ci ha finalmente permesso di realizzare la rotonda della Rinascente?

Ass.Salviamo Bracciano

 

 

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