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martedì 4 dicembre 2012

ASPETTANDO LA FINE DEL MONDO, di Caterina Davinio, Fermenti, Roma 2012

ASPETTANDO LA FINE DEL MONDO, di Caterina Davinio, Fermenti, Roma 2012.

Titolo: ASPETTANDO LA FINE DEL MONDO.
Segni di guerra, d'amore, d'oltraggio e frutti immaginari
Autore: Caterina Davinio
Genere: poesia
Con testo inglese a fronte e nota critica del traduttore David W. Seaman
Postfazione: Erminia Passannanti
Editore: Fermenti, Roma
Anno: 2012
pp. 126
Prezzo: 12.50 Euro

Così l'autrice introduce l'opera, finalista come inedito nel Premio 
Franco Fortini 2011: "Un viaggio in Africa lascia un segno infinito.
L'Africa è le radici, l'origine, la patria di tutti gli umani. Goa,
India, spazio dell'edonismo, dello sballo e della musica trance, di
una comunione mistica, tribale e underground. [...] E quando
l'inferno di paesi ancora straziati dalla guerra e dalla povertà
incontra l'inferno di un'anima ammalata, ferita, si sprigiona questa
umile luce, una prostrata poesia di bagliori, oscuri raggi e lampi".

Aspettando la fine del mondo si muove in una dimensione di interrogazione estrema, attesa di qualcosa di irreparabile che 
stia per abbattersi, in un clima escatologico e millenaristico che non esclude il riferimento alla profezia Maya, che
vorrebbe l'imminente fine del mondo in un giorno preciso: l'ormai prossimo 21 dicembre 2012. Dato che il libro
è stato scritto nel 2011, costituisce il meditato tragitto di questa attesa. Il poeta, in effetti, si è preparato alla fine
del mondo, al collasso e alla conflagrazione dell'universo... Denunciando le guerre dimenticate che ancora
insanguinano l'Africa, celebrando i trionfi della sua natura selvaggia, nostra immensa generatrice e madre
dell'umanità, e frequentando feste sfrenate in cui ha amato perdere se stesso in uno dei luoghi più belli dell'India
e della Terra, a Goa, in sofferto equilibrio, o disquilibrio, tra nichilismo, impegno civile, ebbrezza, oblio.

Scrive Erminia Passannanti nella postfazione: "In Aspettando la fine del mondo, scandito in due poemi (Poema
1. Africa e altro. Sequenza instabile e numerata; Poema 2. Sciamani. Goa. Cammino nel nulla e sono raggiante
e vivo), l'autrice, dunque, non si fa profetessa di un altro Olocausto per tradurre in scrittura una retorica del
disastro, come accadeva nella poesia confessionale americana degli anni '50 e '60, ma denuncia senza mezzi
termini, prima di tutto sul piano storico, un eccidio incessante e sistematico ai danni di due dei più misteriosi,
magici, poveri continenti del pianeta.
La fine del mondo, antropologicamente sempre temuta ed imminente, dunque, è non solo un orizzonte
simbolicamente incombente, portatore del seme del ricatto del potere, che genera paura del domani, ma, per
assurdo, diventa una strategia di denuncia, sorveglianza e immaginazione".

Come pure osserva David W. Seaman nella sua nota critica: "Nel leggere Aspettando la fine del mondo di
Caterina Davinio ci si rammenta di molti scrittori che si sono assunti il compito di parlare per un popolo
disperato - Léopold Sédar Senghor, la cui "Femme noire" e l'Africa, amalgamati, si traducono in espressione
lirica, Aimé Césaire, nel suo "Cahier d'un retour au pays natal," che accetta e parla per il suo popolo in tutta la
bruttura e la sofferenza. Ma il poeta di Caterina non parla della propria terra: in questi due poemi dedicati
all'Africa e all'India sembra farsi carico dell'ex Impero britannico. Ecco perché viene alla mente T.S. Eliot, se
non anche Rudyard Kipling e, tristemente, Ernest Hemingway.
Questa è poesia della perdita. Si tratta della perdita di vite umane e la distruzione del mondo cui tutti
apparteniamo, tutti noi in origine africani, come Caterina sottolinea. L'Impero britannico era solo una parte del
problema, e non è al centro del discorso qui; l'auto-distruzione è più devastante. Accanto ai trofei di Hemingway,
si celava la tragedia umana, e continua ancora oggi".

Caterina Davinio, nata a Foggia nel 1957, è cresciuta a Roma dal 1961, dove si è laureata in lettere all'università
Sapienza, occupandosi successivamente d'arte contemporanea e nuovi media, come autrice, curatrice e teorica. Ha
pubblicato: Còlor còlor, romanzo (1998); Tecno-poesia e realtà virtuali, saggio, con traduzione inglese, prefazione di
Eugenio Miccini (2002), Virtual Mercury House, Planetary & Interplanetary Events, testi e documenti sulla e-poetry (2012).
Per la poesia si segnalano: Il libro dell'oppio, con postfazione di Mauro Ferrari (2012), Fenomenologie seriali, con
traduzione inglese a fronte, postfazione di Francesco Muzzioli e nota critica di David W. Seaman (2010), menzione speciale
nel Premio Nabokov 2011, nel premio Lorenzo Montano 2012 e terzo classificato al Premio Carver 2012. Ha ricevuto
riconoscimenti nei premi di poesia "Lorenzo Montano", 2011, "Franco Fortini", 2011, "Scriveredonna", 2010 (Pescara),
Renato Giorgi, 2012, per l'inedito. Presente in antologie, saggi e riviste internazionali, è stata uno dei pionieri della poesia
digitale italiana nel 1990; il suo lavoro è stato esposto in oltre trecento mostre e festival in molti paesi d'Europa, Asia,
Australia, Nord America e America Latina; tra questi: la Biennale di Sydney, La Biennale di Venezia, la Biennale di Lione,
la Liverpool Biennial, la Artists' Biennial di Hong Kong, la New Media Art Biennial di Merida, in Messico, il festival
internazionale di poesia di Medellin, in Colombia, l'E-Poetry festival all'università SUNY Buffalo (New York) e
all'università di Barcellona, il festival Polyphonix (a Barcellona e a Parigi), VeneziaPoesia (a cura di Nanni Balestrini) e
molti altri. Dal 1997 ha creato manifestazioni di poesia e arte elettronica in sette edizioni della Biennale di Venezia ed
eventi collaterali.

In copertina: Caterina Davinio, Unknown Geographies - Goa, photography and digital elaboration, Goa (India), 2010.

Reperibilità del volume:
* in libreria e presso i maggiori rivenditori on-line.
* Ordini presso l'editore: ferm99@iol.it 
* Sito web: http://www.fermenti-editrice.it/schede/Fermenti_Aspettando_la_fine_del_mondo.pdf 
* Copie omaggio: giornalisti, pubblicisti e critici interessati a recensire il volume possono richiedere una copia omaggio
scrivendo all'associazione ART ELECTRONICS: clprezi@tin.it (indicare il recapito e la testata/sito di riferimento).









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