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domenica 17 gennaio 2010

A Roma spariscono anche le centralità urbane in nome dell'emergenza carceri.

Comunicato Stampa 9/2010                                                                                                               17 Gennaio 2010

A Roma spariscono anche le centralità urbane in nome dell’emergenza carceri.

Il ministro Alfano è alla caccia di un’area nell’hinterland di Roma per il nuovo carcere che sostituirà Regina Coeli e si parla, tra le ipotesi, delle centralità in pianificazione, tra cui Anagnina-Romanina e Acilia-Madonnetta. Per il XIII Municipio di Roma, dove è situata la centralità di Acilia-Madonnetta, ad esempio, sarebbe l’ennesima “gestione con il falso pretesto dell’emergenza”, dopo il commissariamento della Soprintendenza di Ostia, del Polo Natatorio per i Mondiali di Nuoto e del demanio idrico e marittimo (spiagge, sponde del Tevere e Idroscalo). Infatti, il 13 Gennaio, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza per il sistema penitenziario italiano, che durerà fino al 31 dicembre 2010. Il Dipartimento Affari Penitenziari (DAP) ha previsto, già da Ottobre 2008, un piano per la costruzione di 47 nuovi padiglioni e 24 nuovi istituti penitenziari in Italia: 17 flessibili (cioè di prima accoglienza o per reati minori) e 7 tradizionali. Entro il 2010 saranno realizzati i nuovi padiglioni, utilizzando i 500milioni di euro, già stanziati in Finanziaria, e altri 100milioni di euro provenienti dal bilancio della Giustizia. Sempre nel 2010, partiranno le gare per i 17 istituti 'flessibili', mentre, a partire dal 2011, saranno realizzate, sotto la supervisione del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Commissario straordinario per l'emergenza, Franco Ionta, le altre strutture previste dal Piano (i 7 carceri tradizionali). Obiettivo, passare da 63 mila a 80 mila posti. Per le strutture che verranno realizzate tra il 2011 e il 2012, le risorse verranno prese dal bilancio statale e da finanziamenti provenienti dai privati, con ennesima secretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Il “braccio operativo”, con cui il Commissario straordinario gestirà l’emergenza carceri, sarà la Protezione Civile Servizi S.p.A. Per Roma in particolare è previsto sia un carcere 'flessibile' sia uno tradizionale. Il nuovo piano carceri, porterà 1.456 posti a Roma, di cui neppure la metà con la copertura economica utile alla loro realizzazione. Ci penseranno i privati a coprire il ‘buco’ dietro lauto compenso. Nel piano, tra l’altro, mancano tutte una serie di voci relative ai costi del personale, alla gestione e alla manutenzione degli edifici. Secondo quanto dichiara lo stesso ministro Alfano, il modello che verrà seguito è quello de L'Aquila: l’operatore privato costruirà il nuovo penitenziario fuori dal centro della città ricevendo in cambio l’uso di quello vecchio, cioè Regina Coeli, situato in una zona centrale di pregio e che potrà essere utilizzato a scopi commerciali in variante urbanistica. Si tratta dunque dell’ennesimo colpo al piano regolatore: verrà cancellata una centralità urbana in pianificazione con conseguente mancata riqualificazione delle periferia ad essa pertinente. Il problema delle carceri è molto serio e complesso. Da un punto di vista meramente urbanistico anch’essi sono “funzione pubbliche”, ma di tipo “passivo”.

La scelta delle aree previste come centralità urbane da parte del Ministro non è casuale: sono aree private e attraverso il modello “L’Aquila” si potranno operare vere e proprie speculazioni edilizie. Ai territori e ai cittadini che vi abitano non tornerà nulla in cambio. Infatti la caratteristica delle centralità nel PRG, era di riunire, al proprio interno, funzioni differenti, subordinate alla preventiva o contestuale realizzazione delle infrastrutture viarie e ferroviarie. La pianificazione di queste centralità nel piano regolatore ha giustificato l’applicazione di altri strumenti urbanistici nelle aree limitrofe (delle vere e proprie colate di cemento) proprio perché avrebbero portato le infrastrutture mancanti, ma mai arrivate.

Ad esempio, fino ad oggi la centralità di Acilia-Madonnetta non è stata attuata perché alla proprietà non conveniva economicamente portare avanti un progetto in assenza di fondi pubblici di ammortamento. Se però oggi lo scambio è con il complesso di Regina Coeli , trasformabile per esempio in un lussuoso albergo al centro di Roma, al privato conviene. Al contrario, ai cittadini dell’entroterra del XIII Municipio, sarà sottratta non solo un’area di alto pregio ambientale, ma anche quei servizi a cui quell’area era destinata. L’entroterra del XIII Municipio ha più abitanti di Ostia, ma di servizi pubblici nemmeno l’ombra. La centralità di Acilia-Madonnetta nasceva proprio con lo scopo di delocalizzare funzioni quale il Tribunale, l’Università con relativo campus , gli Uffici municipali, attività commerciali, sviluppo dunque pubblico e privato, cioè una serie di funzioni in un'area urbanisticamente caotica. In altre parole, la creazione di un volano di riqualificazione del tessuto urbano, per promuoverlo da quello tipicamente residenziale di città dormitorio e di marginalità. Perché invece non pensare di impiegare l’area dell’ex Italcable (vera e propria memoria di archeologia industriale) per lo sviluppo di un nuovo polo tecnologico, del tutto mancante a Roma ?

Dall’acqua alle emergenze, dalle piazze alla scuole, dalla sanità alle carceri: che cosa resterà al pubblico (a noi tutti) quando avranno finito con le finte emergenze ?

 

LabUrbanistico

Dott.ssa Paula de Jesus - Urbanista

 

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