Cerca nel blog

sabato 5 settembre 2009

ARTICOLO: SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

ARTICOLO SUI "MOSTRI IN PRIMA PAGINA" E "BUFALE" GIORNALISTICHE

"Quando la notizia non si dà, ma si fa", dice il dr Antonio Giangrande, presidente dell'Associazione Contro Tutte le Mafie. 

Sbatti il mostro in prima pagina……e se il mostro fosse totalmente estraneo al reato imputatogli e assolutamente innocente, come successe a Enzo Tortora e ad altri 5 milioni di cittadini innocenti, vittime di errori giudiziari negli ultimi decenni ?

Sbatti il mostro in prima pagina è un film del 1972 diretto da Marco Bellocchio ed interpretato da Gian Maria Volontà. La trama definisce la Milano degli anni '70. Nel clima teso della contrapposizione politica, nella redazione del quotidiano fittizio "Il Giornale" (l'omonimo verrà fondato 2 anni dopo, nel 1974) il redattore capo, su invito della proprietà, segue gli sviluppi di un omicidio a sfondo sessuale per incastrare un militante della sinistra extraparlamentare e strumentalizzare il fatto politicamente. La campagna mediatica sortisce l'effetto sperato, ed il mostro viene condannato innanzitutto sulle prime pagine del giornale e la condanna, in primis morale, aiuta l'area reazionaria a screditare gli ambienti della sinistra nella fase elettorale.

Il cinema ha posto attenzione su un fenomeno diffuso in Italia. Il tempo passa, le parti si invertono, ma il vizio non si perde.

Si usa denominare quarto potere la capacità dei mass media di influenzare le opinioni e le scelte dell'elettorato. È questo un uso metaforico del termine potere, distinguendolo da quello legislativo, esecutivo e giudiziario.

In Italia ogni notizia diffusa dalla stampa sembra la lettura pedissequa della velina passata dalle autorità giudiziarie o di pubblica sicurezza. Il gergo è quello dell'accusa.

Nessuno spazio è dato alla difesa. Nessuna remora a pubblicare l'immagine e i dati delle persone.

Naturalmente le fughe di notizie, per fatti sottoposti a segreto istruttorio, dovrebbero essere perseguite, incriminando i magistrati che ne sono i custodi. Invece la punizione è parziale.

Carlo Vulpio, già inviato del Corriere della Sera, è uno tra quelli che ha seguito passo passo le inchieste della procura di Catanzaro portate avanti dal Pm Luigi De Magistris. Le ha seguite così da vicino che è stato incriminato assieme al Pm e ad altri giornalisti per associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa. Lui, in particolare, per concorso morale. Capi d'accusa mai ipotizzati da quando esiste la Repubblica. Non solo è stato incriminato, ma è stato anche rimosso dal giornale. Ma torniamo all'oggetto dell'inchiesta.

Il fenomeno dei falsi scoop è la dèbacle del giornalismo italiano.

18 luglio 2009: a partire dalle 15,30 tutte le Agenzie battono la notizia di tre suore fermate in autostrada tra Torino e Aosta perchè correvano a 180 all'ora per correre dal Papa in ospedale. Il troppo stroppia: un'altra notizia che mette in cattiva luce delle religiose? Nella redazione di "Avvenire" qualcuno ricorda che pochi giorni prima si parlava di una neo-suora, di cui erano state pubblicate foto piccanti su Facebook; di un sacerdote beccato a guidare ubriaco perchè aveva fatto 4 messe di seguito... E allora parte il primo controllo, in parallelo -va aggiunto- a quello dei cronisti de "Il Giornale". In un minuto e mezzo "Avvenire" scopre che dietro queste storie ci sono sempre gli stessi avvocati. E scopre che alla Polizia non risulta niente.

"Falsi giornalistici. Finti scoop e bufale quotidiane" (Guida editore). Il saggio presenta un tema scottante, quello dei falsi giornalistici. Esso mette in luce come, negli ultimi anni, molti dei quotidiani italiani, che hanno calamitato l'attenzione dei lettori, risultino invece falsi del tutto. Tra l'altro i redattori hanno sempre meno la possibilità di verificare la credibilità delle notizie, che vengono diffuse alcune volte con lo scopo di diminuire la credibilità dei giornali, oppure per utilizzare gli stessi come strumento per calunniare o mettere in difficoltà qualcuno. Il volume è stato adottato nell'Università di Salerno, Facoltà di Sociologia e Corso di laurea in Scienze della comunicazione.

Ma allora, viene da chiedersi, come la mettiamo con i media, che spesso propongono ai loro lettori, oltretutto con ambizioni di ufficialità, burle fantasiose ed inverosimili almeno quanto quelle pubblicate, con chiaro intento provocatorio e clownesco, dai siti internet sparsi per il pianeta?

Un esempio lampante è stato offerto dal celebre quotidiano francese "Le Monde", che anni fa diede in prima pagina la notizia della morte di Monica Vitti, provocando lo sconcerto dell'attrice.

I giornalisti, senza che vi sia intervento disciplinare da un ordine elevato a casta, continuano ad attentare alla reputazione dei cittadini indifesi, coprendosi dietro il diritto di critica o di cronaca. D'altro canto, invece, tacciono le malefatte dei poteri forti, per collusione o per codardia.

Per fare sensazione e nocumento si redigono i pezzi, improntandoli in modo tale da anticipare giudizi di condanna: giudizi che sono propri di un procedimento giudiziario in contraddittorio e, come ben si sa, già di per sé inattendibili con un "sistema giustizia" allo sfascio.

Neanche, poi, che i giornalisti venissero dalla luna, senza macchia e senza peccato. Invece si scopre che le modalità di accesso alla professione sono identiche a quelle degli avvocati, magistrati, professori universitari, ecc..(con inchieste che ne hanno inficiato la credibilità), o che i media sono foraggiati dalla politica e dall'economia. Fatti, questi, che ne minano la credibilità.

Poi, spesso, si scopre, anche, che chi vorrebbe imporre a noi la morale, invece è peggio del mostro sbattuto in prima pagina. Notorio è quanto è successo al direttore di "Avvenire", il cui curriculum morale è stato pubblicato da Vittorio Feltri su "Il Giornale."

Grazie dell'attenzione.

Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE

099.9708396 – 328.9163996  

www.controtuttelemafie.it

www.malagiustizia.eu

 

Autorizzati alla pubblicazione con citazione della fonte.

L'avviso di pubblicazione darà modo di pubblicizzare il link ed il nome della testata nell'elenco dei media amici, visibile da tutto il mondo. Vedi:

http://www.ingiustizia.info/pagina%20parlano%20di%20noi.htm

Il destinatario è inserito in un elenco di indirizzi pubblici di media locali e nazionali. Se non si desidera ricevere le note stampa di cronaca, cultura e società, scrivi: CANCELLA.

Per le note stampa su altri argomenti dello stesso autore vedi:

http://www.ingiustizia.info/note%20stampa.htm

Per vedere o prelevare il banner, gli spot e le interviste tv dello stesso autore vedi:

http://www.ingiustizia.info/pagina%20interviste.htm

Chiedi il libro "L'ITALIA DEL TRUCCO, L'ITALIA CHE SIAMO". Vedi:

http://www.ingiustizia.info/contributi.htm

Puoi stringere amicizia con Antonio Giangrande su FaceBook.(foto baffo, pizzo e cravatta)

Cercasi sponsor, il cui nome/logo sarà inserito sui siti e sulla ristampa del libro. Sarà rilasciata ricevuta fiscale per la detrazione e un numero proporzionale di copie omaggio del libro.

 

 

Tutte le news della Rete le trovi sul:


Giornale online realizzato da una redazione virtuale composta da giornalisti e addetti stampa, professionisti di marketing, comunicazione, PR, opinionisti e bloggers. Il CorrieredelWeb.it vuole promuovere relazioni tra tutti i comunicatori e sviluppare in pieno le potenzialità della Rete per una comunicazione democratica e partecipata.

Disclaimer

www.CorrieredelWeb.it e' un periodico telematico senza scopi di lucro, i cui contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali industrie dell'editoria o dell'intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Societa' dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete. In questo la testata ambisce ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Pur essendo normalmente aggiornato piu' volte quotidianamente, CorrieredelWeb.it non ha una periodicita' predefinita e non puo' quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.

L'Autore non ha alcuna responsabilita' per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone. L'Autore si riserva, tuttavia, la facolta' di rimuovere quanto ritenuto offensivo, lesivo o contraro al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive. Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio. Eventuali detentori dei diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvedera' all'immediata rimozione o citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Viceversa, sostenendo una politica volta alla libera circolazione di ogni informazione e divulgazione della conoscenza, ogni articolo pubblicato sul CorrieredelWeb.it, pur tutelato dal diritto d'autore, può essere ripubblicato citando la legittima fonte e questa testata secondo quanto previsto dalla licenza Creative Common.

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons Creative Commons License

CorrieredelWeb.it è un'iniziativa del Cav. Andrea Pietrarota, Sociologo della Comunicazione, Public Reporter, e Giornalista Pubblicista

indirizzo skype: apietrarota