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domenica 7 giugno 2009

L'ITALIA DEL TRUCCO, L'ITALIA CHE SIAMO

PER QUELLO CHE SIAMO E PER QUELLO CHE DICIAMO NESSUNO CI SOVVENZIONA E IL "POTERE" NE OSTA LA CONOSCENZA.

- L'ITALIA DEL TRUCCO, L'ITALIA CHE SIAMO - "Il libro bianco delle illegalità sottaciute", pedagogico ed informativo, riporta il sunto coordinato delle tematiche approfondite da libri ed inchieste giornalistiche, dati e documenti ufficiali.

Tematiche attuali ed universali di pubblico interesse nazionale, sezionate per argomento e per territorio, contenute sul portale associativo, www.controtuttelemafie.it .

Nel libro si svelano gli abusi e le omissioni del sistema di potere e le collusioni e le omertà di una società civile codarda o indifferente.

Dietro la normalità propinata, si nasconde un'evidenza innegabile: un'Italia, da Nord a Sud, fondata sul trucco e sull'inganno.

Gli argomenti trattati sono le anomalie pertinenti: Politica e Pubblica Amministrazione; Mafia e Giustizia; Welfare; Economia; Informazione; Istruzione; Ambiente e Sport.

Verità oggettive che nessun editore ha voluto pubblicare e nessun organo mediatico ha voluto pubblicizzare.

Verità nascoste o dimenticate che rappresentano un'Italia tenuta al guinzaglio da un sistema di potere composto da caste, lobby, mafie e massonerie: un'Italia che deve subire e tacere.

 "Un uomo deve chiedersi cosa può fare per lo Stato e non chiedersi cosa lo Stato può fare per lui. Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell'esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care. Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio... per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima". John Fitzgerald Kennedy (citazione, spesso, ripresa da Giovanni Falcone).

A chi gli chiede perché ha scritto il libro, Antonio Giangrande risponde: «"L'Italia del trucco, l'Italia che siamo" l'ha letto Agostino Cordova, che ha indagato sulla massoneria, divenendone vittima di ritorsioni. Il libro l'ha letto Ferdinando Imposimato, che ha indagato sul terrorismo, divenendone vittima di ritorsioni. Il libro sarebbe stato letto anche da Falcone e Borsellino, morti per mafia. Ognuno pensa che le disgrazie colpiscano solo gli altri, senza tener conto che gli altri siamo anche noi. Io sono il virus della verità che infetta le coscienze. Verità nascoste o dimenticate che rappresentano un'Italia tenuta al guinzaglio da un sistema di potere composto da caste, lobby, mafie e massonerie: un'Italia che deve subire e deve tacere. La "Politica" deve essere legislazione o amministrazione nell'eterogenea rappresentanza d'interessi, invece è meretricio o mendicio, mentre le "Istituzioni" devono meritarlo il rispetto, non pretenderlo. Il rapporto tra cittadini e il rapporto tra cittadini e Stato è regolato dalla forza della legge. Quando non vi è cogenza di legge, vige la legge del più forte e il debole soccombe. Allora uno "Stato di Diritto" degrada in anarchia. In questo caso è palese la responsabilità politica ed istituzionale per incapacità o per collusione. Così come è palese la responsabilità dei media per omertà e dei cittadini per codardia o emulazione. Chi si ribella come me ad uno stato di cose, in cui il vincente è destinato ad esserlo ancora di più ed il perdente è condannato ad esserlo ancora di più, è emarginato, condannato, affamato o ucciso. Non è sbagliato quello che dico, ma è sbagliato il posto in cui lo dico. Purtroppo qualcuno lo deve fare, perché il male vince dove il bene rinuncia a combattere. Solo i combattenti le battaglie giuste in una esistenza utile prestata ad aiutare gli altri, diventano eroi. Se soccombono sono Martiri. In una moltitudine di esistenze omologate, colluse o codarde, fotocopia di un modello comune imposto dal potere mediatico genuflesso a quello politico ed economico, il martirio rende immortali e indimenticati ».

 

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