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lunedì 7 luglio 2008

Ricaricare la cartuccia di una stampante: la prova dei fatti

L'articolo di oggi è dedicato ad un tema che sta certamente a cuore a molti di noi, in quanto si rapporta molto direttamente con il nostro portafoglio... Dal momento che tutti utilizziamo quotidianamente una stampante, sia a getto d'inchiostro, sia a tecnologia laser, ci dobbiamo confrontare con la necessità di acquistare cartucce e toner che rappresentano in genere un costo simile a quello dell'intera stampante.

Una possibile soluzione è ricorrere ai <a href="http://www.cartucciaperfetta.it/"> kit di ricarica per la cartuccia stampante </a>, con i quali è possibile reintrodurre del nuovo inchiostro nella cartuccia ormai esaurita. Poiché il costo di questi kit è normalmente piuttosto basso, questa soluzione appare assai attraente, ad un primo sguardo.

Per potervi riportare un'informazione adeguatamente circostanziata, ho fatto prima una rapida ricerca in rete per capire, in teoria, cosa va bene e cosa magari no: la prima considerazione è che i costi di acquisto dei kit sono universalmente molto bassi, anche se confrontati con i prodotti compatibili o rigenerati; fin qui tutto bene. Ma subito cominciano ad apparire le prime perplessità: ad esempio i <a href="http://www.cartucciaperfetta.it/"> kit di ricarica per i toner </a> consentono di riempire la cartuccia di inchiostro, ma non di sostituirne tutte quelle parti che vanno incontro ad usura e che generalmente i produttori di rigenerato dichiarano di sostituire nei prodotti venduti al pubblico. Quindi, almeno per i toner, la ricarica dovrebbe essere applicabile solo per un numero limitato di volte, nella migliore delle ipotesi. Inoltre la polvere usata per ricaricare il toner è da molti considerata tossica (forse anche cancerogena), e quindi è raccomandabile molta attenzione nell'affrontare la ricarica di un toner laser. Le cartucce per le stampanti a getto d'inchiostro sono certamente più sicure per la salute, perciò, per passare alla verifica pratica della mia indagine, punto su questo tipo di prodotto. La stampante scelta è un modello Epson.

Acquisto <a href="http://www.cartucciaperfetta.it/"> l'inchiostro cartuccia </a> e scopro che questo è specifico per ogni modello e marca di stampante, quindi, se possedessi diverse stampanti, dovrei acquistare gli inchiostri per ciascuna di esse. Leggo le istruzioni ed inizio la procedura: devo aprire la cartuccia per poter versare all'interno l'inchiostro, perciò mi armo di un piccolo cacciavite e attacco il coperchietto della cartuccia. La cartuccia però non era completamente vuota e qualche goccia di inchiostro esce dalla stessa e imbratta la mia scrivania: avevo preventivato di macchiarmi le mani, ma questo inconveniente mi costerà poi una buona mezz'ora a base di alcool e olio di gomito, per ripulire la scrivania. Verso l'inchiostro, lentamente e con molta attenzione sulla spugnetta interna, lasciando che lo assorba piano piano, tuttavia una parte della spugna si è visibilmente seccata ed infatti non assorbe l'intera quantità di liquido che avrebbe dovuto. Ci vuole pazienza, se si versa l'inchiostro troppo velocemente si rischia di versarlo ovunque e potrebbero restare intrappolate delle bolle d'aria che impedirebbero il regolare funzionamento della stampante. Con non poca difficoltà rimetto il coperchio al suo posto e mi accingo al secondo passo: la mia cartuccia ha al suo interno un piccolo chip che calcola quanto inchiostro rimane, basandosi sul numero di pagina che sono state stampate, occorre quindi farle dimenticare che la cartuccia è già stata usata fino a esaurimento, o la stampante continuerà a crederla vuota. Occorre un accessorio speciale, il resetter, che mi accorgo di non avere nel kit che ho preso; sospendo l'esperimento e vado a procurarmi il resetter, scoprendo che il suo acquisto annulla praticamente tutto il presunto risparmio della faccenda: in teoria potrei utilizzarlo per le prossime ricariche, ma se cambiassi stampante?

Torno alla mia cartuccia, deciso ad andare fino in fondo: il reset è abbastanza semplice, accosto il marchingegno alla cartuccia, premo un tasto e zap, riporto il contachilometri a zero. Rimonto trepidante la cartuccia nella stampante, attendo che carichi la vecchia-nuova cartuccia, e poi effettuo un ciclo di pulizia, come consigliato nelle istruzioni. Lancio una pagina di testo in stampa: il risultato contiene un sacco di righe vuote, decisamente non ci siamo. Ripeto con accanimento parecchi cicli di pulizia, ma, al di là del fatto che una buona parte dell'inchiostro se ne sarà già andata così, alla fine il risultato migliora solo di poco. Può andare bene per una bozza, ma non è assolutamente presentabile, soprattutto in un ambito professionale o semi professionale.

In conclusione, mi sento di sconsigliarvi di provare a <a href="http://www.cartucciaperfetta.it/"> ricaricare una cartuccia stampante </a>, in quanto i risultati sono di bassa qualità, occorre investire una discreta quantità di tempo, ci si sporca, e, per i toner laser, potrebbe anche essere nocivo alla salute.

 

 

Ufficio stampa Leading the way esperta nella consulenza per la vendita di <a href="http://www.cartucciaperfetta.it">cartucce compatibili</a>

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